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Molly l’infermiera virtuale e l’AI, protagonisti reali della salute

L’infermiera virtuale si chiama Molly. Negli USA Assiste migliaia di pazienti affetti da patologie croniche. Gli studi hanno dimostrato che riduce i costi dell’assistenza fino all’86% e migliora l’adesione alle terapie.

(Da Il Sole24ore) È una applicazione made in USA della Sensely, i pazienti possono fare il check-in con l'infermiera virtuale direttamente sullo smartphone. Molly è capace di conversare naturalmente con i pazienti su una grande varietà di circostanze, dalle semplici esigenze amministrative, al monitoraggio di complesse condizioni croniche che richiedono assistenza medica. Aiutati da Molly, i pazienti possono rilevare i propri parametri vitali; discutere sul loro dolore, sonno, stress e della dieta. Sulla base dei parametri e del piano di cura, Molly, attiva l'azione clinica più appropriata, ad esempio se i pazienti presentano rischi elevati, tramite videochiamata, li collega ad un medico curante.

L'app Molly della Sensely offre assistenza terapeutica esperta ed empatica. Riesce a dare una risposta costante con pazienti giovani e anziani per lunghi periodi di tempo, garantendo il monitoraggio clinico della malattia cronica, l’assistenza continua e l'accesso immediato a servizi clinici adeguati. Il fondatore di Sensely e CEO Adam Odessky:… "Con il mondo che affronta una carenza di infermieri e medici, abbiamo bisogno di assistenti artificiali e clinicamente intelligenti. Rendendo la tecnologia più personale e mirata, possiamo liberare compiti meno complessi ai sanitari, in modo che possano concentrarsi sui pazienti più malati "

 

L’Intelligenza Artificiale AI con le sue applicazioni al servizio della salute ha ormai affermato il suo successo in ambito sanitario, sono utilissime e riducono i costi.

Il chirurgo è assistito dal robot, le diagnosi del medico sono algoritmi di un programma al pc. La tele-medicina è low cost e efficace nei percorsi di miglioramento delle cure, monitoraggio, diagnosi precoce delle patologie e nella cronicità.

Una delle imprese al top per la chirurgia è l’israeliana Mazor Robotic, il suo Robot Renaissance è stato utilizzato in più di 5000 interventi e in 54 ospedali in tutto il mondo, in Italia dal Cto di torino. Il suo braccio guida il chirurgo nei movimenti, con una precisione impossibile con le tecniche tradizionali.

Sul fronte della diagnosi precoce della demenza o dell’Alzheimer, l’AI sta aiutando molto i progressi scientifici, perché la diagnosi di queste malattie non è più solamente affidata alle valutazioni cliniche.

A Toronto in Canada la Winterlight Labs, sta sperimentando un’applicazione che attraverso l’analisi del parlato riesce a diagnosticare malattie neurodegenerative. In Italia i ricercatori dell’Università di Bari, guidati dalla Dottoressa Marianna La Rocca, riescono ad anticipare di 10 anni l’insorgenza dell’Alzheimer. Risultato d’eccellenza che consente interventi terapeutici precoci nel migliorare la qualità di vita del paziente. Anche nella produzione dei farmaci l’AI ha la sua fortunata applicazione, ad opera di un italiano Claudio Bianchini. La sua azienda Pharma Integration, ha adattato robot industriali ai processi di produzione dei farmaci, con il risultato di flessibilità e abbattimento dei costi .

La sfida più difficile per l’AI resta comunque l’accettabilità sociale. Una indagine effettuata nel 2016 su 12 mila persone in 12 paesi Emea (Europa ma non Italia, Medio-Oriente e Africa), ha svelato che i cittadini sono sempre più disponibili ad affidarsi alla Intelligenza Artificiale, se questo significa un migliore accesso e valutazione delle cure; ma che la “componente umana” del rapporto con il personale sanitario resta irrinunciabile.