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La Spezia. Stop alle felpe NurSind. Come a Teramo, fenomeno repressivo da parte di Aziende decisamente intolleranti.

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La Redazione
Pubblicato il: 04/02/2018 vai ai commenti

Comunicati StampaLiguriaNurSind dal territorio

Felpe con logo NurSind e la a caccia alle streghe in quel della Spezia è iniziata. Un atteggiamento con obiettivo decisamente repressivo in un Azienda decisamente intollerante. 

L’azienda Asl5 spezzino infatti da qualche tempo iniziato una caccia alle streghe contro i dipendenti che indossano la felpa a marchio NurSind e che dietro riporta la scritta: INFERMIERE

Purtroppo, per l’azienda è rimasta tale, perché questo capo di abbigliamento di cui non si era mai interessata e che finora portava il nome di “nike” “quechua” “adidas” e quant’altro, non era compreso nella dotazione dei DPI e soprattutto non era supportato da alcun regolamento che “obbligasse” il lavoratore ad indossare una giacca che tenesse caldo.

Come per Teramo dopo la comparsa delle felpe NurSind e le reiterate intimidazioni a chi le indossava, l’azienda ha improvvisamente deciso di fornire anche 1 felpa anonima di colore blu invernale per ogni infermiere e attualmente è in fase di distribuzione.

Nel frattempo, nonostante la fornitura non sia ancora a regime ed il regolamento non sia stato redatto né pubblicato, la dirigenza infermieristica, capo-area e coordinatori si sono già portati avanti ed hanno ben pensato di intimare gli infermieri a togliere la felpa del NurSind pena il richiamo visto, secondo loro, la “non regolamentare” possibilità di indossarla.

A questo punto ci si chiede:

i regolamenti che sono nella loro stessa eccezione scritti, si possono anticipare con le intenzioni e considerarli già tali? Si possono quindi violare norme che ancora non esistono?

Secondo: cosa si dovrebbe indossare fintanto che l’azienda non abbia distribuito a tutti la sua felpa?

Terzo, anche se è nell’esercizio del proprio potere gerarchico ed organizzativo imporre ai dipendenti l’utilizzo di “particolari” indumenti nello svolgimento della prestazione lavorativa, tale pretesa non costituisce anche adempimento di un suo dovere ricomprendendone il lavaggio? E dunque 1 felpa basterà considerato che bisogna pur cambiarsi?

Una felpa NurSidn che porta colore nelle corsie, crea appartenenza e soddisfazione nell’infermiere e si presta a supporto e all’identificazione del personale da parte dei pazienti e di parenti, ci deve far sperare di non venir “catturati, processati, condannati e bruciati” come accadde per le 63 streghe a Wiesensteig?

Non può secondo noi creare un tale pregiudizio negli intenti e un tale spreco di energia l’utilizzo della felpa NurSind sulla divisa e ci teniamo invece a chiedere all’Azienda e alla dirigenza tutta, di preoccuparsi e  provvedere soprattutto al riconoscimento del  tempo utilizzato per indossare la divisa, che – in quanto rientrante nell’orario di lavoro – deve essere regolarmente retribuito.