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Tar ordina di riaprire il Pronto Soccorso: la politica non può decidere sulla testa dei cittadini. Sentenza storica

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 09/02/2018 vai ai commenti

AttualitàNurSind dal territorioUmbria

Quella del Tar dell’Umbria è una sentenza che è destinata a fare storia, specie in questo momento storico, caratterizzato da definanziamento alla sanità, da tagli alle risorse, al personale, ai posti letto, con la chiusura di intere unità operative.

La sentenza, emessa il 16 Gennaio, ha stabilito che il Pronto Soccorso dell’ospedale di Città della Pieve venga riaperto.

Il ricorso portato avanti dal Sindaco di Montegabbione e sostenuto dal Comitato per la Salute, ha trovato accoglimento.

Quello che fa di questa decisione qualcosa di unico e che potrà aprire la strada ad una dura opposizione alla chiusura dei reparti, è la motivazione data dal Giudice, nell’ordinare la riapertura del Pronto Soccorso:

Per la natura di primaria importanza del servizio, per la natura di tempestività, da questo dipende con certezza il diritto primario dell’uomo alla vita ed il diritto alla salute affermato dalla Costituzione, che non può essere sopprimibile o compromesso, solo per una questione politico-amministrativa-finanziaria.

Non si può imporre ai cittadini di aumentare i tempi di percorrenza per raggiungere un altro Pronto soccorso, che vadano oltre i 60 minuti (andata e ritorno) come da normativa.

La soppressione del Pronto Soccorso da parte della Asl è ancora più grave, dal momento che Città della Pieve è riconosciuta come area disagiata, per le condizioni oro-geografiche”.

Il giudice ha dunque detto a chiare lettere che la politica non può e non deve decidere sulla testa dei cittadini, che non può negare il Diritto alla Salute, riconosciuto dalla Costituzione.

 

 

da Primapaginachiusi.it

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