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Sciopero. Cgil, Cisl e Uil, "suggeriscono" alla Mangiacavalli di non schierarsi. Gli infermieri compatti fanno paura?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 14/02/2018 vai ai commenti

Contratto NazionaleEditoriali

 

Quella di mettere il bavaglio a chiunque provi ad alzare la testa è diventata una prassi e, l’ennesima riprova di ciò è la lettera pervenuta alla Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, inviata dai Confederati Cgil, Cisl e Uil.

Nel giorno di San Valentino, quella che è arrivata alla Mangiacavalli, non è proprio una lettera d’amore, ma ha il sapore di un “velato avvertimento”, dato che i tre confederati, hanno “suggerito” alla Presidente di evitare schieramenti inappropriati.

Naturalmente il loro monito fa riferimento alla nota del 12 febbraio della FNC, in cui si afferma che “la Federazione non può fare altro che sostenere le iniziative che hanno come obiettivo la salvaguardia della dignità professionale”.

La Federazione Nazionale, ha dichiarato apertamente il proprio appoggio allo sciopero degli infermieri del 23 Febbraio, proclamato da NurSind e NurSing up, dopo che altri Coraggiosi Collegi Provinciali, avevano deciso di condividere quanto il Collegio di Pisa aveva espresso per primo: chiaro appoggio a tutte le iniziative a difesa dell’infermiere.

E così dopo Pisa, sono arrivati Ancona, Teramo, Udine ,Fermo, Asti, Arezzo, Firenze-Pistoia e Barletta- Andria- Trani.

Tutto questo improvviso fermento deve aver provocato qualche strano risentimento in Cgil, Cisl e Uil; che abbiano sentito franare il terreno sotto i piedi?

Non si spiegherebbe altrimenti questa missiva piena di risentimento, specie nel passo in cui non si sono sentiti appoggiati quando, le tre sigle, il 5 febbraio hanno manifestato per il “contratto subito”.

Questo schieramento a favore di NurSind e Nursing Up, proprio non è andato giù, tanto da averli spinti ad ipotizzare futuri scenari temibili, così si legge: lo schierarsi costituisce una potenziale torsione in grado di determinare conseguenze anche oltre la conclusione del percorso contrattuale”, ed infine scomodando anche l’articolo 39 della Costituzione, in base al quale hanno velatamente “intimato” alla Presidente, che opereranno per evitare confusione di ruoli ed ingerenze.

Quanto letto, non mi lascia basita, perché gli infermieri che alzano la testa e lo fanno da più fronti, fanno paura, specie a chi non è abituato.

E questa loro espressione di dissenso, non è una affermazione di forza, ma di estrema debolezza; di chi forse ha capito che sta perdendo terreno e presto potrebbe non avere più voce in capitolo.

Infine le minacce mascherate, avanzate alla Presidente, sono disdicevoli e non sono degne di un sindacato che ha il dovere di difendere il lavoratore.

Ma non potevamo aspettarci niente di meglio, da chi per l’appunto, il 5 febbraio ha manifestato per chiedere la chiusura delle trattative per un contratto peggiorativo del precedente, la cui firma sarà la condanna a morte per gli infermieri e per la sanità pubblica.

Cari Cgil, Cisl e Uil, questa missiva resa pubblica, è stato per voi un autogol, avete definitivamente buttato la maschera, ed adesso saranno molti di più a sapere da che parte stare, certo non dalla vostra.