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Elisa Mele. Diario da un pullman. Sciopero degli Infermieri 23 febbraio 2018

Premessa di Elsa Frogioni

La protesta degli infermieri prosegue il giorno dopo dello sciopero sui social. Il nuovo contratto, dopo 9 anni di attesa è stato firmato,  in sfregio dello sciopero degli infermieri e di quelli che come me erano a manifestare in piazza a Roma, incuranti della pioggia battente e incessante.

Gli infermieri sui loro profili facebook, gruppi e pagine, pubblicano migliaia di post sull’argomento e manifestano il loro dissenso. Anche Andrea Bottega segretario nazionale NurSind, impossibilitato a partecipare alla manifestazione, perché in trincea all’ARAN dalle ore 10.00 del 22 febbraio a presidiare e contrastare per quanto possibile il fronte compatto della “triade” sindacale CGIL, CISL,UIL che intendeva chiudere e firmare il patto politico con il governo; oggi condivide sulla sua pagina molte riflessioni sulla nuova ipotesi di contratto: https://www.facebook.com/andrea.bottega.92.

La Platea degli “amici”, s’infiamma e alcuni commenti sono racconti che descrivono le emozioni di tanti di noi…che ci sono e saranno sempre per difendere la nostra famiglia professionale.

Diario da un pullman

Di Elisa Mele

Ore 24 partenza da Pordenone direzione Roma: sciopero Nazionale infermieri contro il nuovo Contratto Collettivo Nazionale al Ribasso. Si svendono le competenze.
Ore 2:45.
Qui si respira un’aria stupenda.
Sembra di essere dentro un film documentario girato da Pif:
Chi dorme, chi chiacchiera, chi si confronta, chi esprime la sua opinione e chi coglie l’occasione per informarsi maggiormente.
Tutti infermieri, tutti che credono in questa parola e in questa onesta, dignitosa, intellettuale, umile e fortemente umana professione: la nostra.

Ogni ora, o poco più, siamo in contatto con il tavolo di contrattazione che dalle 10 della mattina è riunito. Intorno alla tavola rotonda presenziano Sindacati Confederali (che nei giorni scorsi hanno seminato terrorismo contro uno sciopero per loro insulso, per noi immancabile), Sindacati di Comparto (in difesa di una professione intellettuale e la sua conseguente DIGNITÀ) e ARAN (L'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni che ha stilato l’offensiva bozza di contratto).

La contrattazione prosegue per l’intera giornata del 22; l’obiettivo è, da una parte, validare L’accordo che agli occhi di tutti era già stato trovato sottobanco, con l’intenzione di derogare lo sciopero, dall’altra dare ciò che spetta ai PROFESSIONISTI Infermieri.

Piccola pausa alle 22.
Ore 23 ripresa dei lavori;

Si ribadisce che l’ARAN non molla la presa, sopratutto sulle questioni giuridiche.
Il comparto ribatte punto su punto mentre i confederali sono IN SILENZIO e non esprimono alcun parere contrario.

Si respira un qualcosa di irreale, strano da raccontare, si aspettano notizie con una tensione disarmante, comune a tutti. Come se ci fosse, come poche altre volte, qualcosa che ci unisce, passionale.

Alle 2:30 si incontrano i colleghi di Rovigo e insieme ci si dirige in direzione Bologna, per intercettare i colleghi che arrivano da Udine e Trieste: insieme verso Roma.

Ore 3:15, piove, ogni tanto nevica. Il cielo è carico, cala la stanchezza.
Abbiamo già attraversato 4 regioni. Continuiamo la nostra discesa in attesa di notizie.
Alle 4 dovrebbe esserci una sospensione del tavolo per trovare una controproposta entro le 7: a quell’ora è prevista l’ipotetica firma.

Previsti per ora 3 mila infermieri.

Ore 3:45 si è arrivati a discutere il punto sui congedi e non mollano su niente; tra poco si passerà ai tabellari.
I confederali procrastinano il mutismo.

Ore 7 la contrattazione si stoppa.
Attesa...

Arriviamo a Roma. Siamo tanti: giovani, meno giovani. Occhi decisi di chi crede in quello che fa e si batte per far sentire la propria voce. Ci vogliono togliere la parola, ci vogliono togliere lo spirito, ci vogliono costringere a firmare qualcosa di assurdo:

- costretti a lavorare 24 ore consecutive in caso di necessità.
- Costretti a lavorare fino a 48 ore settimanali in caso di necessità.
- Costretti ad ACCONTENTARCI di un MISERO aumento di 67€ LORDI (anziché 85€ medi Lordi per tutte le categorie).

Ore 14:15 il contratto viene firmato dalla TRIPLICE INFAME.
I sindacati di comparto (Nursind e Nursing-Up) si tengono fuori denunciando lo schifo del “contratto di povertà”.

Stasera si saprà con certezza cosa siamo comunque riusciti ad ottenere sull’orario di lavoro.

Orgogliosa di esserci stata.
Orgogliosa di aver condiviso con chi crede in quello che facciamo.
Orgogliosa di essere un’infermiera che combatte per i propri diritti e per la propria dignità professionale.
Orgogliosa di far parte di quell’80% che ha fermato la sanità Italiana, la stessa che stanno distruggendo con le loro marchette sindacali.
Orgogliosa di essere, ancora una volta, una voce fuori dal coro dei “rassegnati” e di chi decanta il “non cambierà mai niente”.

Esserci è tutta un’altra storia.