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Infermieri. La propaganda elettorale solo verso chi non lavora?

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 01/03/2018 vai ai commenti

AttualitàEditoriali

Premessa di Elsa Frogioni

I colleghi infermieri dimostrano di essere professionisti che al di la di ogni demagogia pensano con la propria testa. Sono molte le riflessioni ed i commenti interessanti che giungono agli articoli proposti dalla redazione infermieristicamente. Il punto di vista di Vito Marchitelli all’articolo: Attacco social alla triade, esplode la rabbia. 5,30 euro la differenza di aumento tra un infermiere ed un operatore tecnico sottolinea quali strategie politiche-elettorali sono in atto, chiedendosi dove sono gli infermieri nei loro programmi?

 

Di Vito Marchitelli

In Italia, ormai, oltre alla solita propaganda di ridurre le tasse alle Imprese, esistono solo proposte politiche che prevedono nei loro programmi "elettorali" lo stanziamento di fondi per garantire le esigenze di chi non lavora: redditi di cittadinanza per chi è disoccupato, aumenti delle pensioni più basse, mantenimento dei diritti acquisiti di chi è andato in pensione negli anni precedenti con criteri più vantaggiosi.

Purtroppo non si sente mai nessuno che spende una parola e propone miglioramenti per chi si alza tutte le mattine per mandare avanti la "Baracca" ossia i lavoratori (pubblici o privati che siano).

Per questi cittadini, chissà come mai, non ci sono mai soldi, neanche quando c’è da rinnovargli un contratto bloccato da quasi dieci anni (forse perché la gente che lavora è in minoranza rispetto al resto della popolazione italiana e quindi un bacino elettorale meno importante).

Io penso che si debba ristabilire il principio che, come in tutti gli altri paesi civili , chi contribuisce attivamente al benessere della propria società abbia diritto ad un giusto riconoscimento e comunque ad una attenzione pari, se non superiore, a quella riservata a chi o per sfortuna o per propria volontà non contribuisce allo stesso modo.

Premesso ciò occorre poi che si debba tornare a distinguere, all'interno dei lavoratori, un diverso trattamento a seconda delle loro competenze e delle diverse condizioni di lavoro. Tutto il contrario di quello che l’attuale politica sta attuando: vedi bonus.

Per quanto riguarda noi Infermieri, se si considerano il percorso di studi necessario, gli oneri dovuti per esercitare la professione, la responsabilità che deriva dalla materia su cui andiamo ad operare (esseri umani) e il disagio degli orari di lavoro (per lo più a turni), possiamo tranquillamente affermare che l’attuale retribuzione non ci premia assolutamente.

Per quanto detto condivido la presa di posizione dei nostri sindacati di categoria (Nursing Up e Nursind) incoraggiati, finalmente, dalla volontà degli infermieri italiani di non essere più disposti a svendere la loro dignità professionale.

Suggerirei pertanto a tutti i colleghi infermieri, iscritti alle sigle sindacali che hanno firmato questa scandalosa pre-intesa, di restituire la propria tessera al mittente.

Lo stesso dovrebbero fare tutti gli altri lavoratori per i ridicoli rinnovi contrattuali che i suddetti sindacati hanno firmato, dopo quasi dieci anni di blocco dove nel frattempo tutto è rincarato.

 

Ph credit:
odysseyonline-img.rbl.ms