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Infermiera contesta De Luca, rischia procedimento disciplinare. Quando la verità si paga

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 03/03/2018 vai ai commenti

AttualitàCampaniaNurSind dal territorio

Che la sanità campana non funzioni, non è una novità per nessuno: dagli episodi di malasanità, ai rapporti dell’osservatorio salute, la regione è sempre finita in fondo alla classifiche.

La salute della popolazione campana è fortemente compromessa al punto da configurarsi come uno “stato di emergenza” che andrebbe dichiarato esattamente come si dichiarano le catastrofi: sotto-finanziamento, corruzione, speculazione, camorristi che sotterrano i rifiuti pericolosi, assenteisti, mobilità sanitaria, ed ancora organici ridotti all’osso, infiltrazione delle agenzie per la somministrazione del personale, accorpamenti di unità operative, chiusura dei presidi senza che vi sia l’apertura dei nuovi previsti.

E’ tutto sotto gli occhi di tutti, eppure sembra che la questione sia ignorata sia dal Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che dal Direttore generale dell’Asl Napoli 2 Nord Antonio D’Amore.

Entrambi si sono sentiti risentiti, e sono rimasti basiti alle esternazioni dell’infermiera che alla centesima parata per una inaugurazione ha dichiarato: «Vengono solo a tagliare i nastri. Noi siamo senza infermieri, senza personale. Ci facciamo in quattro, non abbiamo materiali, non abbiamo più nulla. Siamo ridotti all’osso».

Colpevole di aver detto la verità, laddove si dovrebbe continuare a fingere che tutto va bene, mentre tagliamo l’ennesimo nastro allo spreco.

E la verità in Italia si paga: l’infermiera rischia adesso un procedimento disciplinare; lo si evince da quanto dichiarato da direttore sanitario del Santa Maria delle Grazie, Concetta Sarnataro: «Non si può gettare discredito sul presidio, il procedimento disciplinare sarà aperto al più presto. A causa di quelle parole è venuta fuori un’immagine del nostro ospedale molto negativa», prosegue. «Non mi risulta che il presidio non abbia i requisiti richiesti dalla legge, altrimenti non potremmo offrire ai cittadini l’assistenza che meritano».