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NurSind Vicenza. Prima assemblea retribuita degli infermieri vicentini per analizzare il contratto Sanità

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La Redazione
Pubblicato il: 26/03/2018 vai ai commenti

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Il segretario provinciale Andrea Gregori: “occorre un contratto per i lavoratori delle professioni sanitarie, che hanno obblighi e doveri diversi da altri lavoratori del comparto Sanità

 

Vicenza, 26 marzo 2018. “Approvato un contratto scandaloso, che non rende giustizia alle professioni sanitarie ed equipara gli infermieri agli altri lavori del comparto Sanità, con obblighi e doveri diversi”. Con queste parole il segretario provinciale del Nursind di Vicenza, Andrea Gregori, commenta la riuscitissima assemblea retribuita del personale svoltasi questa mattina nella sala polifunzionale dell’Ulss 8 Berica, la prima per la presentazione dell’ipotesi di contratto della Sanità 2016/2018.

L’assise è stata condotta dal segretario nazionale Nursind, il vicentino Andrea Bottega, protagonista della lunga maratona svoltasi all’Aran lo scorso 23 febbraio. Il segretario nazionale è sceso nei dettagli dell’ipotesi contrattuale, analizzando punto per punto le incongruenze, le contraddizioni e gli errori materiali di un’ipotesi pasticciata, scritta in fretta e non adeguatamente verificata nei contenuti dai firmatari. Nel corso dell’incontro sono stati affrontati temi importanti per la vita lavorativa e privata dei lavoratori interessati da questa ipotesi contrattuale. Il segretario Bottega ha posto l’accento su temi come l’orario di lavoro, l’esigibilità dei diritti, gli incarichi professionali ed organizzativi, l’aumento e l’obbligatorietà degli straordinari e gli aspetti della retribuzione.

“Quello che emergespiega il segretario provinciale del Nursind di Vicenza, Andrea Gregoriè un quadro desolatamente penalizzante per gli esercenti le professioni sanitarie, che hanno inequivocabilmente bocciato questa ipotesi. Un’assemblea sindacale così partecipata, infatti, non si vedeva da decenni nell’ospedale vicentino. Una partecipazione attiva per dimostrare tutto il proprio dissenso nel merito di questa ipotesi”. Generalizzare non è concepibile e, soprattutto, non è più tollerabile con il livello di specializzazione acquisita negli anni dagli infermieri. “Si evidenzia ancora una volta – conclude Gregori – come un contratto unico per tutti i lavoratori della Sanità non sia in grado di dare risposte a chi lavora tutti i giorni a contatto con l’utenza, svolge i turni nelle 12 e 24 ore o sia sottoposto a regimi di reperibilità sempre più incalzanti. Non è più procrastinabile il tempo di un contratto delle professioni sanitarie che hanno obblighi e doveri completamente diversi da altri lavoratori del comparto Sanità”.