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Minore densità medica e più infermieri competenti. La ricetta Fnopi per salvare il SSN

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 29/03/2018 vai ai commenti

AttualitàNursing

Il Paese ha bisogno di Infermieri, lo richiede la società, lo chiede un Italia che invecchia e che ha visto l’incremento delle malattie cronico - degenerative, spostando l’asse dell’assistenza dagli ospedali al territorio, ad oggi sprovvisto di infermieri.

Il costante decremento del numero dei professionisti ha determinato la minore capacità di rispondere ai bisogni di salute delle popolazioni.

Dal 2009 (anno dell’ultima stipula del contratto collettivo ed anno in cui sono iniziati i piani di rientro delle Regioni in deficit) l’Italia ha perso ben 12.031 infermieri contro i 7731 medici.

La carenza di infermieri si aggira intorno alle 50 mila unità, di cui 20 mila mancano negli ospedali per far fronte a turni ed orari di lavoro in linea con la normativa europea, e 30mila mancano sul territorio.

Se il trend in decrescita non dovesse invertire la rotta, tra cinque anni potrebbero essere 70 mila i professionisti mancanti.

I fattori che hanno determinato l’emorragia di personale sono ben noti: l’invarianza di risorse sia complessive che settoriali ed il blocco del turnover.

Se il servizio sanitario pubblico ha perso in maniera costante sia medici che infermieri, è altrettanto vero, così come da dati OCSE, che ci sono molti meno infermieri rispetto al numero dei medici.

A rivelarlo il rapporto Ocse sulla salute 2017 (Health at Glance).

Sono ormai numerosi gli studi che confermano l’importanza di un equilibrato rapporto infermieri pazienti, fissato a 1:6 dal RN4 cast ad esempio.

Un altro studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha sottolineato che il rischio di morte dei pazienti aumenta del 2% con l’esposizione a turni con ore si presenza infermieristica inferiori di almeno 8 ore rispetto al monte ore programmato, del 4% con turni nei quali il turnover dei pazienti è elevato.

La carenza di infermieri è considerata un grave rischio per i sistemi sanitari anche a livello internazionale, lo testimonia la Campagna Nursing Now, avviata il 27 febbraio di quest’anno dall’OMS e dall’International Council of Nurses, che sottolinea come nel 2030 mancheranno 9 milioni di infermieri se non ci appresta ad intervenire e che è importante migliorare la loro percezione e massimizzare il loro contributo per garantire a tutti l’accesso alla salute ed all’assistenza sanitaria.

Il nodo resta sempre l’invarianza di risorse, e dunque quale soluzione per fronteggiare la cronicità e l’aumento dei bisogni di assistenza rispetto a quelli clinici?

La risposta della Fnopi è quella di modificare la composizione del personale, in linea con con la crescita professionale degli infermieri che permette a questi di allargare il perimetro di azione e di alleggerire il lavoro medico, consentendo ai medici di focalizzarsi sulle aree in cui fanno veramente la differenza.

Lo scenario da ricercare è quello di una trasformazione strutturale nell’organizzazione del lavoro, che deve riuscire a produrre meno densità medica, così come indicano i parametri dell organizzazioni internazionali, per lasciare spazio ad altre figure.

C’è bisogno di aumentare il rapporto infermieri/medici per accompagnare l’evoluzione dei bisogni e migliorare l’ appropriatezza e la sostenibilità del sistema.

Per realizzare ciò è necessario:

  • definire target espliciti di rapporto infermieri- medici da raggiungere in periodi determinati

  • accompagnare i cambiamenti con azioni( sperimentazioni, formazione)che aiutino l’evoluzione del sistema verso una minore densità medica.

Questo vuol dire investire sull’autonomia infermieristica che può contare su competenze che danno risposte concrete, appropriate, di qualità e di sicurezza per la popolazione.

Servono risposte immediate e non si può pensare di rispondere ai problemi con azioni che producano effetti nel medio-lungo medio periodo.

L’infermiere è la risposta e nonostante, come abbiamo visto ci siano ormai parecchi studi a renderlo evidente, questa variabile continua ad essere ignorata.

 

 

Fonte Ufficio Stampa Primo Congresso Fnopi