Iscriviti alla newsletter

FARMACI SIMILI E PERICOLI (per gli assistiti e per gli Infermieri)

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 22/12/2013 vai ai commenti

NurSind dal territorio

Intensive care unit monitorIl nostro editoriale si occupa di un problema di natura professionale che è sempre stato sentito da noi Infermieri e che, negli ultimi anni, è stato molto illustrato in eventi di formazione e purtroppo, in non pochi casi, anche nelle aule dei Tribunali. Facciamo riferimento al problema degli ''errori umani'' nelle varie fasi di somministrazione della terapia.

 

Da sempre, molti colleghi hanno lamentato il rischio che esiste nella stessa natura di molti prodotti, simili fra loro per confezionamento, colore, forma, fonetica e grafica. In pratica molto spesso si è segnalato che al di là dei vari motivi che possono portare all’errore, un ‘’aiuto’’ è dato da confezioni, fiale, nomi TROPPO simili fra loro. Prima di proseguire, ci preme ricordare ai colleghi che qualunque errore, avvenuto nella sfera di somministrazione di un farmaco, può coinvolgere l'Infermiere (incluse le conseguenze civili e penali) a seguito della esistenza di precisi riferimenti normativi.

 

Tra questi, con un passaggio decisamente chiaro, il dettato dell'articolo 1, comma 3 b del DM 739 del 14.9.1994, più noto come ''profilo professionale dell'Infermiere''.

Questo articolo infatti recita: (l'Infermiere) GARANTISCE la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche. Un passaggio normativo che, come è facile comprendere, è importante da un punto di vista di valutazione giuridica, quando e se succede qualcosa di non previsto, come un errore non voluto con conseguenze sull'assistito.

 

Quello che ci piace chiarire è che in assenza di conseguenze sul malato, è difficile che vengano contestate cattive abitudini, scorrette procedure, attribuzioni improprie: qui si fa riferimento, chiaramente, al noto problema della terapia somministrata da chi Infermiere non è; o alla terapia che viene somministrata anche in assenza di una regolare e necessaria prescrizione medica (fanno eccezioni, è ovvio, le situazioni di emergenza).

 

Ma se c'è un errore CON CONSEGUENZE sull'assistito è difficile che un Infermiere esca completamente immune dall'episodio: anche se a somministrare il farmaco è stata ''un'altra figura'', per il semplice motivo che non è possibile ''delegare'' questa particolare responsabilità a nessuno (OSS inclusi, i quali possono aiutare un malato nella ASSUNZIONE di un farmaco, non essendo coinvolti nella responsabilità connessa alla fase della somministrazione).

 

Abbiamo già visto che la somministrazione riguarda noi Infermieri, in quanto specifica della professione sanitaria di Infermiere. Proteggere i nostri assistiti da questo tipo di errori acquista una ''doppia valenza'': è utile per noi, al fine di non subìre conseguenze indesiderate, ed è un valore aggiunto nella sicurezza dell’assistenza, questione cui siamo chiamati non solo dal buon senso e dalla natura stessa dell’attività professionale, ma anche da precisi aspetti normativi (cfr l'art 29 del nostro codice deontologico). Per questo, l'editoriale ha il solo scopo di segnalare, come UTILE al superamento di questi rischi, la Raccomandazione n° 12 del Ministero della Salute che attraverso il dipartimento della qualità/direzione generale della programmazione sanitaria riporta molti temi cari a noi Infermieri e da tanti di noi segnalati in questi anni.

 

La ''Raccomandazione per la prevenzione degli errori in terapia con farmaci ''look-alike/sound-alike'' è importante e crediamo piaccia a tutti gli Infermieri (sicuramente ai più attenti!..) quando riporta, come PERICOLOSE, queste realtà:

-pagina 4:... ''il confezionamento simile di alcuni farmaci appartenenti alla stessa Azenda farmaceutica o ad Aziende diverse, inclusi i generici ed i galenici''

-pagina 4:... ''la conservazione e l'organizzazione in ordine alfabetico e per forma farmaceutica senza indicazioni di possibile rischio di scambio''

-pagina 4:... ''la scrittura illeggibile delle prescrizioni'' -pagina 4:.... '' l'eterogeneità nell'utilizzo di sigle...''

-pagina 4..... ''la inadeguata e carente comunicazione tra medici ed altri operatori...''

A pagina 7, un passaggio a nostro parere molto importante è questo: ''b) evitare le richieste verbali o telefoniche di farmaci. Se ciò fosse necessario,e solo in caso di urgenza, ripetere chiaramente o scandire lettera per lettera, il nome del farmaco o del principio attivo ed il dosaggio.'' E ancora: ''c) precisare nelle prescrizioni la forma farmaceutica e la via di somministrazione: in caso di dubbio consultare il medico prescrittore'' ed a

pagina 8, il punto e) recita: ''preferire la scrittura in stampatello, soprattutto se non è presente la prescrizione informatizzata''.

 

Noi crediamo di aver fatto cosa utile a divulgare questa Raccomandazione – cosa che il Ministero, fra l’altro, chiede espressamente ad Ordini e Collegi: ma la nostra azione lo garantiamo è spontanea e istintiva…- che potete leggere per intero qui: http://www.ipasvi.laspezia.net/pubblicazioni/dal_ministero_i_farmaci_lasa.pdf

 

Non dobbiamo, come Infermieri, aver alcun timore, riserva o dubbio nel chiedere chiarimenti ai medici prescrittori in caso di situazioni e passaggi dubbi, non chiari, palesemente incompleti. Lo affermiamo da anni ai nostri corsi ECM, lo scriviamo sui nostri piccoli contributi, ed ora lo segnala, con forza e competenza, il Ministero della Salute.

 

Ad ognuno il suo ruolo, il nostro è quello di lavorare in sicurezza e per la sicurezza dei nostri assistiti, dei quali (vedi art 1 del codice deontologico e art 1 del citato profilo professionale) siamo completamente responsabili per la parte della assistenza sanitaria infermieristica.  

 

Per il consiglio: Francesco Falli

(Presidente Collegio IPASVI prov La Spezia)