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Infermieri. I “falsi allarmi” in terapia intensiva ed il “cry- wolf effect” mettono in pericolo il paziente. Ecco come

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 19/04/2018 vai ai commenti

Nursing

Rispondere agli allarmi provenienti dai monitor in uso nelle terapie intensive riveste una significante importanza per la sicurezza del paziente, al fine di prevenire complicazioni dello stato di salute o per impedirne il decesso.

Tuttavia la “frequenza dei falsi allarmi” è di per sé allo stesso modo pericoloso per il paziente, non solo perché accresce il carico di lavoro dello staff medico ed infermieristico, ma perché lo rende meno recettivo a tutti gli allarmi.

Il fenomeno a cui si va incontro è la “alarm fatigue” con il conseguente “cry- wolf effect”, che consiste nella desensibilizzazione all’allarme ed il conseguente ritardo di risposta dell’operatore sanitario.

(Infermieri. Gli ospedali rumorosi provocano la “fatigue de allarme". Operatori sono stress)

Il problema relativo ai “falsi allarmi” emerse quando in un ospedale statunitense un paziente morì perché, nonostante i frequenti allarmi segnalassero una bradicardia importante, nessuno di coloro che erano in servizio, ricorda di aver sentito l’allarme.

Nel rapporto che fece seguito al decesso si affermava: il fatto che nessuno degli infermieri avesse sentito l’allarme di bassa frequenza cardiaca era riconducibile all’affaticamento da allarme, che aveva contribuito alla morte del paziente.

Gli infermieri erano desensibilizzati agli allarmi, di cui molti falsi e non clinicamente rilevanti, tanto da distinguerli più.

Uno studio americano condotto in una terapia intensiva ha rivelato la presenza di 2.588.760 allarmi in un mese, ovvero un allarme ogni 7 minuti.

Una revisione degli studi in merito ha evidenziato come la maggior parte degli allarmi che ci sono n terapia intensiva siano “falsi” e non abbiano significato clinico.

Come contrastare il fenomeno per la sicurezza del paziente?

E’ importante innanzitutto che il personale medico ed infermieristico sia formato in merito all’esistenza del fenomeno ed alla sua pericolosità e che conosca e metta in atto protocolli e procedure standardizzate.

Alcune strategie utili rilevate dagli studi condotti sono:

  • impostazione degli allarmi sulle evidenze per evitare i falsi allarmi e consentire la verifica di quelli che richiedono interventi

  • impostare il cut-off degli allarmi ed il ritardo di alcuni

  • regolare l’ allarme acustico personalizzato sul valore basale del parametro da misurare

E’ importante e vitale ricordare che, le soglie di allarme vanno impostate in relazione alle esigenze cliniche del paziente e per questo i ritardi di allarme vanno impostati in base alla gravità del paziente.