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Chi comanda la sanità in Calabria? Cronaca “grigia” di una “nera” mattinata per 56 Infermieri precari all’Ospedale Pugliese/Ciaccio di Catanzaro.

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 06/05/2018 vai ai commenti

Calabria

Sono 56 infermieri e 57 Oss e un nutrito numero di loro raggiungerebbe i 36 mesi al 31 ottobre 2018, assunti con contratto flessibile nel 2015, i quali il 2 maggio scorso si erano recati presso gli Uffici dell’AO Pugliese/Ciaccio, per chiedere spiegazioni riguardo alla circolare che avevano ricevuto nei vari reparti e che comunicava come termine del loro contratto il “30 Settembre 2018 e non oltre”.

Una nostra referente, Vittoria Tolomeo, presente insieme con loro in quella occasione, racconta: “Quella mattina nei corridoi sono stati trattati come inservienti che disturbavano il lavoro dei padroni. Il Direttore Generale era assente ma chi era presente ha negato il colloquio senza neanche presentarsi al loro cospetto”.

Vittoria continua: “Ciò fin quando non sono stati ricevuti, al suo arrivo in Azienda, dal Direttore Amministrativo facente funzioni Dr. Vittorio Prejanò. Ma il colloquio non è stato dei più edificanti e le risposte poco esaustive”.

In sintesi: gli operatori chiedevano perché non prorogare i contratti al 31 ottobre e perché la fretta di un concorso che avrebbero potuto bandire qualche mese più in là con la possibilità di riservare il 50% dei posti al personale a tempo determinato in forza da 36 mesi.

Farli lavorare tutta l’estate per poi mandarli a casa a soli pochi giorni dal traguardo di un requisito essenziale per la riserva posti del concorso e, legge di bilancio 2018 permettendo, alla stabilizzazione di molti di loro. Ciò denota la non volontà di andare incontro a del personale che si è formato sul campo di battaglia.

E pensare che la formazione era un obiettivo fondamentale dell’avviso Mater Domini Pugliese Ciaccio attraverso il quale erano stati reclutati.

È bene ricordare chela circolare Madia sottolinea che bisogna tener presente che per queste categorie del Ssn, si continuano ad applicare anche le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 543, della legge 208/2015 (legge di stabilità 2016), la cui efficacia è prorogata al 31 dicembre 2018 per indire le procedure concorsuali straordinarie, al 31 dicembre 2019 per la loro conclusione, e al 31 ottobre 2018 per la stipula di nuovi contratti di lavoro flessibile come prevede la stessa legge di stabilità per quanto riguarda il fabbisogno di personale e le sue modalità organizzative per garantire il rispetto delle disposizioni dell'Unione europea sull’orario di lavoro “attraverso una più efficiente allocazione delle risorse umane disponibili”.

La circolare ricorda inoltre anche che il comma 543 della legge di stabilità 2016 prevede anche una riserva nelle procedure concorsuali al massimo del 50% dei posti al personale medico, tecnico-professionale e infermieristico in servizio alla data di entrata in vigore della legge di stabilità che abbia maturato alla data di pubblicazione del bando almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi cinque anni con contratti a tempo determinato, con contratti di collaborazione coordinata e continuativa o con altre forme di rapporto di lavoro flessibile con i medesimi enti. I "precari storici" insomma.

Focalizziamo la nostra attenzione alla dicitura “ che abbia maturato alla data di pubblicazione del bando almeno tre anni di servizio” e sentiamo sulla pelle la beffa che subiranno i precari dell’avviso Mater domini Pugliese Ciaccio se il concorso sarà espletato .

La sanità oggi rientrerebbe all'interno di quello spazio “grigio” tra legale e illegale, in cui si incontrano criminalità organizzata, politica e imprenditoria e in quella calabrese la situazione è frutto di eventi passati. Conti in rosso e malasanità la fanno da padrona da diversi anni.

Il dato di fatto, sentenziato anche dalla Commissione Regionale Antimafia, è davvero micidiale, come lo è anche il sistema di assunzioni e dell’affidamento di incarichi a personale medico e non, con cognomi che riconducono alle ndrine di appartenenza. Rilevante è la presenza tra il personale amministrativo.

Quindi, ciò che sfugge all’Azienda è che questi operatori, nel corso di questi “quasi” tre anni, hanno contribuito a mantenere i LEA sottoponendosi a turni estenuanti e a straordinari che ad alcuni di loro non sono mai stati pagati.

Non ci resta che augurarci che, in prospettiva, il personale formato prenda il sopravvento sulle pressioni politiche del momento.

Intanto si attendono le udienze del Tar presso cui è stato presentato ricorso.

 

Firmato: La referente “combattente”, presente ai fatti, Vittoria Tolomeo