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Il ruolo dell’Infermiere nell’antibiotico-resistenza. Ecco i 5 punti fondamentali in cui interviene con successo

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 15/05/2018 vai ai commenti

Studi e analisi

Sono ben 4 milioni le infezioni antibiotico- resistenza registrate ogni anno in Europa, circa 37.000 decessi stimati, con un assorbimento delle risorse sanitarie e non, pari a 1,5 miliardi/anno.

(Un nuovo temibile avversario: l'antibiotico- resistenza)

Tra i batteri gram-positivi, quelli con maggiore resistenza agli antibiotici sonoStaphylococcus aureus resistente alla meticillina (-oxacillina), gli pneumococchi resistenti ai beta-lattamici e multiresistenti, gli enterococchi vancomicina-resistenti. Tra i gram-negativi, le resistenze principali sono le beta-lattamasi a spettro allargato, Klebsiella pneumoniae, Escherichia coli, Proteus mirabilis, la resistenza ad alto livello alle cefalosporine di terza generazione tra le specie di Enterobacter e Citrobacter freundii, le multiresistenze osservate in Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter e Stenotrophomonas maltophilia.

Una volta acquisita la resistenza, i batteri si trasformano in temibili killer che agiscono proprio dove vivono le persone malate, ricoverate nei reparti di oncologia, rianimazione, ematologia e sottoposte a trattamenti invasivi.

L'abuso e l'utilizzo inappropriato degli antibiotici hanno contribuito alla comparsa di batteri resistenti. Il problema è ulteriormente aggravato dalla auto-prescrizione di antibiotici da parte di individui che ne assumono senza la prescrizione di un medico qualificato, e dall'uso non terapeutico degli antibiotici come promotori della crescita in agricoltura e negli allevamenti animali.

La resistenza agli antibiotici è una minaccia per la salute globale e sia gli sforzi nazionali che quelli internazionali hanno sottolineato la necessità di trovare una soluzione.

Nel 2014, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno chiesto agli ospedali di disporre di programmi di gestione antibiotica, basati sulle evidenze scientifiche, che hanno comunque sempre coinvolto medici e farmacisti.

Gli infermieri hanno sempre svolto un ruolo marginale nel programma di antibiotico resistenza, mentre diversi studi hanno rilevato come l’assenza degli infermieri abbia contribuito a ridurre il successo dei programmi di gestione antibiotica.

Nello specifico gli infermieri potrebbero svolgere un ruolo importante nell'ottimizzare il trattamento antibiotico:

1) valutando la necessità medica delle colture di urina e d ematiche

2) assicurare le corrette tecniche di coltura delle urine e del sangue

3) favorendo il passaggio da antibiotici per via endovenosa (IV) a orale (PO)

4) registrare un’accurata anamnesi di eventuali allergie ai farmaci a base di penicillina

5) valutare la sospensione dell’ antibiotico.

 

Questi cinque punti sono fondamentali nel miglioramento dell’approccio all’uso degli antibiotici perché:

  • le procedure corrette di urinocoltura ed emocoltura promuovono il trattamento della terapia mirata

  • il passaggio rapido dalla terapia endovenosa a quella orale permette una ospedalizzazione più breve

  • conoscere eventuali allergie permettono una terapia ottimale

  • ed è stato dimostrato che la sospensione degli antibiotici riduce l’uso di questi senza fondamento scientifico.

Lo studio è stato condotto su nove focus group e 4 interviste con 49 infermieri clinici, 5 infermieri e 7 esperti di prevenzione dell'infezione e sono stati condotti in 2 ospedali universitari pediatrici e per adulti.

 

Risultati

La gestione antibiotica guidata dall'infermiere è stata percepita come un'estensione del ruolo degli infermieri, data la posizione di garanzia che questi hanno nei confronti dei pazienti.

Tre pratiche sono state percepite in modo più favorevole:la valutazione della necessità delle colture urinarie ed ematiche, la garanzia di corrette tecniche di coltura e l’incoraggiamento al passaggio dagli antibiotici da EV a per OS.

Le restanti raccomandazioni sono state percepite come prive di rilevanza o non inerenti alla professione infermieristica.

Conclusioni

Gli infermieri sembravano entusiasti di partecipare alla gestione antibiotica, resta la necessità di una formazione che permetta a questi di collaborare attivamente nella stesura di un programma per la gestione degli anribiotici.

 

 

 

Exploring the nurses' role in antibiotic stewardship: A multisite qualitative study of nurses and infection preventionists.

Autore:

Carter, Eileen J.; Greendyke, William G.; Furuya, E. Yoko; Srinivasan, Arjun; Shelley, Alexa N.; Bothra, Aditi; Saiman, Lisa; Larson, Elaine L.