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Spedali Civili Brescia. Burocrazia e Sanità in eterno conflitto

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 15/06/2018 vai ai commenti

LombardiaNurSind dal territorio

Riceviamo e pubblichiamo lettera di Pompeo Cammorosano, NurSind Brescia, in merito al taglio del premio di risultato dei medici per gli errori commessi nella compilazione delle cartelle cliniche.

L'azienda propone di decurtare del 60% la parte variabile della retribuzione. Mortificati ed offesi i medici si definiscono il cuore pulsante del Civile di Brescia.

Può capitare,  che a causa dei tanti vincoli burocratici, per la mancanza di una firma (per un punto Martin perse la cappa!) su un cosenso informato, si possano rimettere dei soldi ed è quello, che potrebbe succedere ai medici degli Spedali Civili di Brescia, dove si vuole tagliare il premio di risultato dei medici,  per degli errori formali riscontrati nelle cartelle cliniche.

Sembra che ogni anno, i controllori della Regione Lombardia, neghino al nosocomio bresciano circa 2,5 milioni di euro di rimborsi, per via di irregolarità formali presenti nelle cartelle cliniche. 

E’ sacrosanta la feroce  protesta verso questi tagli, da parte di chi si dedica con passione e tempo anche straordinario, alla cura dei malati ma riteniamo che però vada condotto uno studio eziologico del problema,  per individuare correttamente chi è  la causa di questi tagli ed indirizzarvi contro la propria protesta.

Gridare allo scandalo,  perché tutto questo è colpa dell’ Azienda e che i problemi del Civile  siano di natura più  seria rispetto a quelli degli altri ospedali italiani, è un po’ mendace e da miopi.

Anziché  sparare a zero sui vertici aziendali, a nostro avviso,  sarebbe stato più corretto ed onesto, aver alzato il tiro e sparato a chi quelle regole le produce e continua a fare tagli lineari, che si traducono in peggiori condizioni lavorative, non solo per i medici ma anche per gli infermieri ed  il resto del Comparto sanitario.

Arrivare persino,  ad  identificare il Civile con i soli  medici, affermando che il Civile siamo noi”   è un po’ da megalomani ed allo stesso tempo,  umiliante e mortificante, per tutte le altre professioni sanitarie non  mediche (la maggior parte) che al Civile vi  lavorano e che insieme  ai medici, dedicano passione e ore straordinarie per il bene dei  pazienti, con l’ unica differenza,  che senza il  lavoro straordinario dei medici, il Civile  “morirebbe in due settimane”,  mentre  senza quello  degli altri professionisti non medici,  la prognosi sarebbe meno infausta e la struttura  verserebbe solo in una condizione patologica ma non  terminale.

Questo problema della corretta compilazione delle  check lists (liste di controllo), alla chiusura delle cartelle cliniche,  coinvolge anche gli infermieri ed  è stata voluta  dall’ alto,  dalla Regione Lombardia ma ci si accorge del problema, purtroppo, solo nel momento in cui, si decide di far pagare ai medici, le inesattezze formali commesse all'interno delle cartelle cliniche.

Quando sono state fissate queste regole, dove erano quelli che oggi lanciano l’assalto alla Bastiglia, facendo passare per una Azienda allo sbando il Civile? Non sappiamo quanto possa essere producente un attacco mediatico di questo genere, facendo salire  il Civile agli  onori della cronaca nazionale, quando invece ad essere malata non è solo la Sanità bresciana  ma  tutta la Sanità italiana, che da una parte si pemette di fare tagli lineari e dall’ altra, si trova costretta, comunque, a garantire i livelli essenziali di assistenza minimi (LEA), per soddisfare  i bisogni di salute di tutti i cittadini, con i relativi problemi legati alla congestione e sovraffollamento dei Pronto Soccorso e dei reparti, diffusi   a macchia d’ olio  su tutto il territorio nazionale.

Tutti i dipendenti del Civile lavorano in condizioni  di disagio, legate alla carenza degli organici che noi tutti conosciamo, a causa del blocco delle assunzioni e allora, puntare  sempre il dito verso l’ Azienda, equivale  a trovare solo un capro espiatorio senza mai trovare il vero colpevole di questa Sanità pubblica alla deriva.

Ad essere condannata, purtroppo, a livello mediatico, è in questo caso,  l’Azienda, che si trova con le mani legate e in mezzo a due fuochi, da una parte i sindacati e dall’ altra i commissari della Regione, che sono un  po’ come i vigili urbani che quando escono, qualche infrazione del codice della strada, state sicuri che ve  la trovano!

Piena solidarietà alla categoria dei medici ma li invitiamo ad  andare piuttosto a manifestare sotto la sede della Regione Lombardia, il Pirellone, a Milano, per lamentarsi non solo dei tagli ai premi di risultato ma anche dei tagli dei fondi regionali destinati al Civile, poiché finora i farmaci ad alto costo, prescritti dai Medici non sono stati ancora tagliati al Civile, mentre sono già  stati  tagliati  il materiale assistenziale ad uso infermieristico, per il fatto che tanto con o senza materiale, gli Infermieri il loro lavoro lo continueranno lo stesso a fare.

Ricordiamo che siamo tutti utili e nessuno è indispensabile, fino a prova contraria,  perché sempre,  dopo che  muore un Papa e  a volte senza  che neppure muoia, se ne fa un altro.