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Legge Gelli ed obbligo rispetto Linee Guida. In quanti le conoscono e ne fanno uso? L'indagine

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 20/06/2018 vai ai commenti

Studi e analisi

La Legge Gelli sulla responsabilità professionale prevede il rispetto delle Linee guida e delle buone pratiche, che basate su prove di evidenza scientifica, sono i migliori strumenti per migliorare e rendere sicuro il processo di cura.

 Lo studio qui preso in esame, ha valutato le linee guida ed i percorsi diagnostico terapeutico assistenziali (pdta)  prodotti a livello aziendale, presso l'Asl 5 La Spezia, e l'attitudine e la conoscenza da parte degli operatori sanitari di linee guida ed Ebm. 

La Legge Gelli afferma la centralità delle Linee Guida e per la prima volta,  l'aderenza alle raccomandazioni ed alle buone pratiche ha un risvolto reale e tangibile dal punto di vista legale,  ovvero:

"in caso di morte o lesioni personali in ambito sanitario, la punibilità é esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida ed in mancanza di queste le buone pratiche assistenziali".

Quindi da fattore di merito, la conoscenza ed il rispetto delle linee guida, diventa parte integrante della responsabilità professionale. 

L' indagine svolta si inserisce nel progetto Grade: aumentare la qualità delle cure dei pazienti, sostenendo l'evidence base practice.

 

Risultati 

Attraverso un censimento di tutti i documenti clinici depositati come linee guida e protocolli clinici, non è stata individuata nessuna linea guida,  mentre sono stati individuati 17 Pdta. 

  • il 41% dei documenti è di tipo organizzativo con indicazione di tipo gestionale
  • Il 59% dei documenti è di tipo clinico
  • Il 41% è stato prodotto attraverso l'assimilazione delle linee guida esistenti
  • Il 29% non ha descritto la metodologia di produzione. 

Solo un documento collegava la raccomandazione all'evidenza scientifica.

Gli operatori sanitari avevano un'attitudine positiva nei confronti delle Ebm e delle evidenze scientifiche ma,  una scarsa conoscenza dei metodi di produzione e uso delle linee guida stesse. 

Tra le barriere principali:

  • mancanza di tempo
  • la scarsa conoscenza della lingua inglese
  • la scarsa applicabilità delle linee guida internazionali ai contesti locali ed ai pazienti reali.

 

I risultati non sono stati incoraggianti, pochi professionisti mostrano interesse nei confronti delle linee guida. 

I pochi documenti guida disposti non avevano le caratteristiche per supportare il giudizio  clinico, e non possono essere considerati come un elemento di tutela e salvaguardia delle cure o della responsabilità professionale.

Le barriere sono state vissute come ostacolo e non come stimolo. 

Al fine di migliorare la compliance, le direzioni strategiche degli ospedali, dovrebbero coinvolgere maggiormente il professionista, che andrebbe affiancato nel cambiamento normativo,  con interventi educativi,  mirati ad aumentare le conoscenze nel campo delle linee guida. 

 

Da: Ebm, linea guida, protocolli,  conoscenze,  attitudini e utilizzo all'epoca della legge sulla responsabilità professionale e sicurezza delle cure. 

Silvia Minozzi,  Francesca Ruggiero,  Matteo Capobussi,  Marien Gonzales-Lorenzo, Micaela la Regina,  Alessandro Squizzato,  Lorenzo Moja, Francesco  Orlandini. 

Pubblicato su Recenti progressi in Medicina.