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Assolti 5 infermieri e 2 medici. Una donna era morta a causa delle piaghe da decubito

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 20/06/2018 vai ai commenti

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Il Giudice monocratico della prima sezione penale del Tribunale di Milano ha di recente assolto dall’accusa di abbandono di persona incapace 5 infermieri e 2 medici. ( Da milano.repubblica.it)

 

I fatti

Nel mese di settembre del 2013, una donna di 97 anni dopo una settimana dalla dimissione dalla casa di riposo del Pio Albergo Trivulzio di Milano, morì a causa dell’aggravarsi dell’infezione dovuta a profonde piaghe da decubito, con presenza di larve di mosche. Il ricovero della paziente presso la casa di cura Trivulzio si era reso necessario per la riabilitazione post frattura ossea.

I familiari si rivolgono alla procura. Il giudice per le indagini preliminari accoglie la richiesta di rinvio a giudizio per sette sanitari (5 infermieri e 2 medici) che in concorso di responsabilità si sarebbero resi responsabili di “abbandono” “omissioni e incuria”, tali da determinare l’aggravarsi delle lesioni e con l’insorgenza di ulteriori lesioni al ginocchio sinistro…”

 

Le conseguenze disciplinari

Ai sette sanitari coinvolti nella vicenda, la Direzione sanitaria, contestò diversi addebiti disciplinari. 4 infermieri con sospensioni della retribuzione e dal lavoro con periodi compresi fra 30 e 80 giorni. Un’infermiera fu licenziata, con l’accusa di aver falsificato alcune cartelle cliniche. 3 giorni di sospensione per il medico responsabile del reparto. Un’ammonizione scritta per il Dirigente medico Responsabile della Geriatria Riabilitativa.

 

La sorveglianza della ASL

A seguito dell’accaduto, l’ASL dispone dei controlli e rileva una carenza di personale dal punto di vista quantitativo soprattutto nei mesi estivi e altre inosservanze tali da irrogare multe fino a 100mila euro per gli anni di gestione del Trivulzio che vanno dal 2012 al 2013.

 

La sentenza

Il Giudice monocratico assolve il medico responsabile e il primario dall’accusa di abbandono d’incapace e dal non aver impedito che propri sottoposti compissero condotte illegali “….il fatto non sussiste…”. Gli infermieri assolti per “…non aver commesso il fatto…”.