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Ospedale di Popoli: dall'eccellenza abruzzese allo smantellamento

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La Redazione
Pubblicato il: 22/06/2018 vai ai commenti

AttualitàComunicati Stampa

L’Ospedale di Popoli sta vivendo attualmente nella piena criticità, il tutto dovuto all’atteggiamento palesemente negativo, forse ai limiti del boicottaggio, che è stato assunto dai vertici aziendali degli ultimi anni ma, molto probabilmente ci sarà la spallata finale per farlo cadere definitivamente, anche dopo l’intervento di alcuni politici che hanno presentato due emendamenti alla cosiddetta Legge del terremoto che, di fatto ha sottratto l’ospedale dalla grinfie del Decreto Lorenzin, garantendo alla struttura popolese la inapplicabilità del Decreto stesso per almeno 4 anni.

Nonostante l’emendamento avesse rango di Legge, essendo stato recepito ed inserita in una Legge dello Stato, la struttura popolese, sarebbe dovuto restare con tutte le sue Unità Operative esistenti nel 2012, mentre, a causa dell’atteggiamento di ostracismo manifestato soprattutto dal vertice aziendale attuale che lo ha ulteriormente penalizzato con l’ultimo Atto aziendale del 2017, approvato dalla Giunta regionale nel 2018.

Infatti, nell’atto aziendale, si evidenzia una manifesta volontà penalizzante concretizzatasi con il declassamento della struttura rispetto a quanto avrebbe dovuto avere, togliendo di fatto ogni forma di autonomia ai reparti popolesi.

In questa ottica passando in rassegna la situazione attuale possiamo, senza ombra di dubbio, mettere in evidenza le gravi criticità acquisite nell’ultimo periodo dal Presidio Ospedaliero:

  • L’età media del personale infermieristico supera i 50 anni e molti sono i pensionamenti che si registrano ogni anno, infatti nell’anno 2018 in particolare, gli infermieri che andranno in pensione saranno in numero consistente e questo non permetterà di poter allestire con regolarità i normali turni di lavoro;
  • Il mancato inserimento nell’atto aziendale degli ambulatori esistenti sta creando, come prevedibile, notevoli problemi organizzativi e funzionali. Le carenze che vi si registrano sono scarsamente tenute in considerazione dalle strutture di riferimento dell’ospedale di Pescara che arrivano a sostenere che per gli ambulatori di Popoli non vi sono risorse, cosa che in diversi casi si traduce nella mancata sostituzione di presidi medico diagnostici logori e datati (esempio nell’ambulatorio di Cardiologia, si verifica che la mancanza di pezzi di ricambio per il cicloergometro ormai desueto, ha portato alla sospensione delle prove da sforzo e siccome non vengono erogati i fondi per l’acquisto di uno nuovo, porterà inevitabilmente alla sospensione definitiva di tali esami; a questo si deve aggiungere anche la mancata sostituzione del responsabile andato in pensione che lascia l’ambulatorio con soli due medici).
  • La Radiologia, che è stata declassata a Unità Operativa Semplice, si trova in una situazione drammatica, manca sia il personale medico sia il personale infermieristico, non riuscendo ad organizzare (se non parzialmente) i turni di pronta disponibilità, non riuscendo ad attivare completamente la Risonanza Magnetica Nucleare.
  • L’ambulatorio oncologico, registra una carenza di personale infermieristico e la possibile chiusura per il pensionamento del dirigente medico responsabile, anche in questo caso sembra che la volontà da parte della struttura di riferimento di Pescara sia quella di chiudere la struttura considerato che il medico non sarà sostituito,infatti già da adesso sembrerebbe che ci sia la volontà di dirottare i pazienti nel presidio di Pescara.
  • Il laboratorio analisi continua ad essere depredato, infatti gli esami provenienti da Tocco da Casauria, da Scafa e da Bussi sono stati dirottati su Pescara, infatti è stato ridimensionato notevolmente e le apparecchiature esistenti dirottate altrove.
  • Nel reparto di Ortopedia, eccellenza dell’Abruzzo, ci si è ridotti a non poter operare pazienti per frattura di femore in quanto, l’unico trapano che c’è da anni si è rotto perché logoro e l’azienda ancora oggi dopo una richiesta fatta da due anni non l’ho acquista, mentre nell’ortopedia di Pescara sono esistenti 12 trapani ma, guarda caso non si è potuto darne uno per il presidio di Popoli.
  • Sospesi gli interventi di ERCP dopo il pensionamento del dott. Lattanzio e non sostituito, sembrerebbe che bisogna andare in altre ASL per essere sottoposti a questo tipo di intervento.
  • Il tanto pubblicizzato Centro odontoiatrico riservato ai pazienti portatori di handicap dopo un breve periodo di attività, oggi è chiuso.
  • L’ambulatorio di Ostetricia e Ginecologia ha in servizio, ormai, solo un’ostetrica che si deve dividere fra l’ambulatorio dell’ospedale ed il consultorio nel DSB, che stante tutto l’impegno non riesce ad eseguire le sue funzioni al meglio. Si verifica che nell’ambulatorio l’ecografo è fuori uso da molti mesi e non viene ne riparato ne sostituito, inoltre tale apparecchiatura non è presente ne nel DSB di Popoli ne nel DSB di Scafa, lasciando scoperta una vasta zona da una prestazione fondamentale.

Questa è la situazione a cui è stata ridotta la ex ASL di Popoli, a cui le scellerate politiche di restrizione di questi anni ma, non da meno quella regionale, tutto questo solo ed esclusivamente per quanto riguarda la sanità pubblica ma, non per la sanità privata convenzionata.

Il presidio popolese invece di essere smantellato come sta avvenendo di fatto, potrebbe servire anche come valvola di sfogo per il presidio di Pescara che si trova sempre più congestionato (si noti quasi tutti i giorni gli organi di informazione), invece di tenere i pazienti in modo indegno e disumano lungo i corridoi.

Tutto questo fa si che i pazienti iniziano i viaggi della speranza alla ricerca di un posto letto per farsi curare in modo dignitoso, verso strutture private convenzionate e/o verso strutture di altre regioni con un aumento della mobilità passiva.

 

Il Dirigente Sindacale Nursind

Responsabile PO Popoli

Antonio Santilli