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Intrappolati nella grotta. E’ corsa contro il tempo. Cala il livello di Ossigeno. Vi spieghiamo cosa rischiano

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 07/07/2018 vai ai commenti

AttualitàEstero

E’ una corsa contro il tempo quella che si sta tentando per salvare la vita dei 12 ragazzini thailandesi e del loro allenatore: nella piccola grotta dove sono stati ritrovati, l’ossigeno si sta esaurendo, è già al 15%, ben al di sotto del 21% contenuto nell'aria.

Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo le tappe di questa tragica vicenda.

 

La storia

Siamo nella regione di Chiang Rai, al confine con il Myanmar e il Laos.

Nove giorni fa dodici ragazzini thailandesi di una squadra di calcio, tra gli undici e i sedici anni, e il loro allenatore erano entrati in una grotta, forse per un allenamento, una gita.

Da lì però non sono più riusciti ad uscire.

Sono arrivate le piogge, le vie d’uscita sono diventate mari, si sono completamente allagate, uscirne è diventato impossibile.

Senza contatti con il mondo esterno, senza cibo né acqua, se non quella sporca di fango che li ha tenuti sepolti sotto la montagna da sabato 23 giugno.

9 giorni di ricerche, 9 giorni di preghiere e di lacrime, fino al miracolo, sono vivi.

«Li abbiamo localizzati. Danno tutti dei segni di vita», è quanto annunciato dal Governatore.

Il peggio però deve ancora arrivare, gli allagamenti hanno reso le vie di fuga impraticabili, ci potrebbero volere quattro mesi per riportare il gruppo in superficie: i tentativi di svuotare l’acqua dalla cavità con le pompe non hanno avuto successo e i ragazzini dovranno quindi essere addestrati alle immersioni durante tutta la stagione delle piogge, che termina a novembre, e attendere nella caverna che cali il rischio di precipitazioni. Nel frattempo saranno nutriti e assistiti psicologicamente.

La situazione però sta precipitando, l’ossigeno sta calando drasticamente nella nicchia in cui si trovano.

Bisogna sbrigarsi.

L’accelerazione è arrivata al termine di una giornata cominciata nel peggiore dei modi, con un sub dei soccorritori morto asfissiato in un anfratto della caverna. Il livello dell’ossigeno all’interno della grotta è infatti diminuito enormemente ed è un ulteriore, decisivo elemento di preoccupazione che si somma al rischio di piogge monsoniche che potrebbero arrivare in qualunque momento e sono attese nel week-end. Le autorità thailandesi hanno detto chiaramente che ormai c’è una «limitata» finestra di tempo per trarre in salvo i ragazzi.

 

Come sono sopravvissuti?

Che siano sopravvissuti senza cibo per ben 9 giorni sembra davvero un miracolo.

Ma quale meccanismo ha messo in moto il loro organismo?

  • Innanzitutto ha ben funzionato il meccanismo di termoregolazione: nell’ambiente c’erano evidentemente condizioni di temperatura e umidità compatibili con tale esigenza.

  • L’idratazione, anche acqua piovana, questa ha permesso di mantenere l’equilibrio elettrolitico, che garantisce il funzionamento di organi importanti, in primo luogo il cuore. Il fatto che stiamo parlando di soggetti che praticano sport ha certamente contribuito alla conclusione positiva.

  • Metabolismo rallentato, i bambini hanno vissuto in una sorta di letargo. Peraltro alcune funzionalità vitali non hanno bisogno di apporto calorico: pensiamo per esempio a quelle di reni e cuore

 

Ed adesso che sta calando il livello di ossigeno, cosa accadrà?

Soglia critica dell'ossigeno - La soglia critica letale per la percentuale di ossigeno nell'aria è l'8%, ma già al 15%, il livello a cui si trovano i ragazzi thailandesi all'interno della grotta, ci sono i primi effetti per l'organismo.

Il mantenimento di adeguati livelli di ossigenazione è essenziale per tutti i processi vitali. Infatti, nelle condizioni di carenza di ossegeno – condizione nota come ipossia – le funzioni cellulari possono alterarsi.

I principali sintomi dell’ipossia sono rappresentati dal pallore della cute e delle mucose e da uno stato di confusione e spaesamento, mal di testa, affaticamento, nausea, mancanza di respiro e una sensazione di disforia.

Ad un gradino successivo di gravità dell’ipossia, altri sintomi sono: stordimento, euforia ed ilarità, incapacità di coordinare i movimenti, dispnea, cianosi, stanchezza e sonnolenza.

Infine ulteriori sintomi dell’ipossia quando essa si fa più grave sia per riduzione di O2 nel sangue sia per il prolungarsi del tempo di questa condizione, sono: errori di valutazione, perdita di autocritica, vertigini, lentezza nel pensiero, depressione, tachipnea, spasmi muscolari e convulsioni, tremori alle estremità, ridotta forza muscolare, perdita di coscienza.

 

Fuori dalla grotta, le bici e le scarpe da calcio aspettano il ritorno dei loro proprietari, e co loro un grande abbraccio collettivo tra parenti, militari, giornalisti, volontari, monaci e professori.

 

 da il Corriere della Sera