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Infermieri specialisti in salute mentale: No alla abolizione della Legge Basaglia

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 10/07/2018 vai ai commenti

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Il Ministro Matteo Salvini in una recente trasmissione su La7 (In Onda) ha rilasciato dichiarazioni riferendosi alle persone affette da disturbi mentali ipotizzando una “esplosione di aggressioni”, il sostanziale “abbandono del tema della psichiatria lasciato sulle spalle delle famiglie” e la “chiusura di tutte le strutture di cura che c’erano per i malati psichiatrici”.

Pronta la risposta di sdegno da parte delle maggiori società professionali mediche e infermieristiche. La Società Italiana di Psichiatria, invia un comunicato ai media dove sottolinea che quanto affermato dall’on. Salvini è privo di ogni fondamento scientifico, statistico, sociale, perché non risulta alcun incremento dei reati contro la persona da parte di persone affette da disturbi mentali, e che non più del 5% dei reati gravi è attribuibile ad esse.

La S.I.S.I.S.M, Società Italiana Specialisti Infermieri di Salute Mentale, si associa alla posizione del SIP.

Nel Comunicato: “Gli infermieri – sottolinea la S.I.S.I.S.M – sono a fianco da sempre di tutti gli altri operatori (medici, psicologi, assistenti sociali, educatori, tecnici della riabilitazione psichiatrica, operatori socio sanitari e oggi sempre più insieme ai pazienti e alle famiglie) che operano nel delicato e complesso ambito della sofferenza psichiatrica tutti i giorni 24 ore su 24, nel servizio pubblico e nel privato accreditato, con i numeri ben evidenziati dalla SIP di interventi multiprofessionali, multicontestuali, multilivellari a cui sono “dedicati” sempre meno risorse materiali e umane. La SISISM chiede a chi si occupa di politica, ed in particolare a Lei Ministro Salvini, di utilizzare le parole in modo misurato e rispettoso quando parla di persone che soffrono, delle loro famiglie e di tutti gli operatori del settore della Psichiatria Italiana che e stata pioniera e visionaria prima di quel faticoso successo del 13 maggio 1978 che ha suggellato una Legge, la 180, che sancì la chiusura progressiva dei manicomi, luoghi non di cura ma in cui si consumarono innumerevoli violenze alle persone e alla loro dignità. Con il silenzio e la complicità della politica, delle Istituzioni, della Società. Creò le premesse per una profonda riforma della psichiatria, grazie all’impegno civile ed etico di tante persone, donne e uomini professionisti del settore, in particolare medici e infermieri. La SISISM e oggi qui per dire NO alle facili equazioni aggressività/violenza=psichiatria, NO al crescente mandato di controllo sociale richiesto ai Centri di Salute Mentale, NO alla delega alla salute mentale di problematiche di natura sociale e di ordine pubblico, NO a qualsiasi forma di proposta per l’attivazione di Strutture che rischiano di riproporre “reclusioni di massa”, NO all’abolizione della legge 180/78. 

Come SISISM saremo sempre presenti per dire SI ogni volta che verrà posta al centro della discussione la dignità umana, SI ogni volta che qualcuno cercherà soluzioni sempre nuove che non contemplino l’esclusione, la chiusura, l’allontanamento ma inclusione, la costruzione di reti, il supporto alla persona e alla famiglia, il lavoro “paziente” con chi soffre e la sua famiglia affinché diventino loro i protagonisti del proprio cambiamento e responsabili della propria salute, come scritto nel “Patto Infermiere Cittadino” del 12 maggio 1996. Il percorso della psichiatria in questi quarant’anni non è stato lineare ma irto di difficoltà per le persone che soffrono, i familiari, gli operatori e i servizi; molti gli ostacoli, poche le risorse messe a disposizione di una psichiatria che rimane la storia di un pregiudizio… come lei stesso, Ministro Salvini conferma con i suoi dictat. 

Lei oggi ha in mano il potere (e l’accezione migliore del verbo potere e cioè che lei può…), e allora – conclude la S.I.S.I.S.M – lo usi bene con la psichiatria, mostri buone intenzioni per sanare quello che è possibile, solo così avrà tutta la collaborazione e l’impegno degli operatori del settore, delle persone che soffrono, delle loro famiglie che non si tireranno indietro se lei e il suo seguito, piuttosto che costruire muri e chiudere porte in faccia, vuole veramente cambiare, ma investendo su quanto è stato faticosamente costruito”.

 

 Ph credit: ultimavoce.it