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Messina. Arretrati non pagati, infermieri attendono fino a 1.800 euro. Il NurSind: "Continui ritardi e malumori, così si danneggia il personale"

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La Redazione
Pubblicato il: 22/07/2018 vai ai commenti

Comunicati StampaNurSind dal territorioSicilia

Tarda il pagamento di premi e arretrati per gli infermieri dell’Asp di Messina e il NurSind insorge

I dipendenti attendono una cifra che varia da 900 a 1.800 euro a persona, di cui 600 circa legati alla produttività, 600 per le attività del 118, 300 di arretrati del contratto, 300 di intramoenia, più le progressioni orizzontali al momento non quantificabili.

Senza dimenticare le somme per la sala operatoria in occasione del G7 di Taormina, mai pagate.

“Ancora una volta – dice Ivan Alonge, segretario territoriale del NurSind – il nostro sindacato con la rappresentanza RSU è costretto a sollecitare un pagamento dovuto ai dipendenti dall'Asp di Messina.

È prassi che le somme del 118 vengano trattenute non solo al personale in debito orario, e questo è giusto e l'Asp in questo caso è celerissima, ma anche pagate in ritardo, senza motivo, a tutti gli altri.

Ancora una volta – prosegue Alonge - si rileva una deresponsabilizzazione del manager rispetto ad una inadeguata Direzione amministrativa che  sembra adesso che, a prescindere dalla querelle, sia stata all'insegna dell'inefficienza e della inefficacia”.

Il NurSind evidenzia “continui ritardi nei pagamenti di arretrati del contratti, di attività del 118, dei premio di risultato, di progetti.

Ma non solo, emerge un continuo ricorso al contenzioso, anche in opposizione, anche davanti a lampanti evidenze di pagamento.

L'amministrazione appare come un elefante addormentato, dove ognuno può creare ritardi di pagamento e malumori al personale, danneggiandolo senza che la commissione disciplinare intervenga.

Trattamento diverso sembra essere fatto al personale sanitario, costretto a lavorare e tacere secondo questo strano tipo di management.

Più volte il sindacato degli infermieri ha inviato atti ad assessorato, ministero e corte dei conti. Una indagine sembra ormai inevitabile”.