Iscriviti alla newsletter

Il comportamento antisindacale dell’azienda USL Toscana centro e la compiacenza verso alcune sigle sindacali

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 19/10/2018 vai ai commenti

Comunicati Stampa

L’azienda  USL Toscana Centro (direttore generale Paolo Morello) – comprendenti le province di Firenze, Prato e Pistoia – ha messo in atto una condotta antisindacale contro il Nursind per avere boicottato il risultato delle libere elezioni delle RSU e, all’interno di queste, contro il risultato della elezione del coordinatore che è risultato essere un iscritto alla nostra associazione sindacale.

Il Tribunale di Firenze – sezione lavoro (ordinanza del 15 ottobre 2018, n. 2035) ha accertato l’antisindacalità della condotta stabilendo che:

a)    sulla gestione della costituzione delle RSU sono sovrane le organizzazioni sindacali “mentre grava sul datore di lavoro un obbligo negativo di astensione da qualsiasi tipo di intervento”,

b)   la condotta antisindacale si ha anche nel momento in cui il datore di lavoro non mantiene un “atteggiamento di neutralità” ma favorisce alcune  sigle sindacali a scapito di altre (come da insegnamento della Corte di cassazione);

c)    deve essere escluso qualsiasi potere di ingerenza e di controllo della pubblica amministrazione sul funzionamento delle RSU e sulla sua composizione;

d)   il datore di lavoro deve “limitarsi a prendere atto delle deliberazioni delle RSU portate a sua conoscenza” e, continua il Tribunale di Firenze, “anche qualora siano sollevati dubbi sulla loro validità”.

 

L’azienda USL Toscana centro parteggia invece apertamente per alcune sigle sindacali boicottando quelle che legittimamente eleggono il coordinatore delle Rappresentanze sindacali unitarie. Nel frattempo CGIL, CISL e UIL hanno provveduto, in data 3 ottobre, a costituire una sorta di RSU parallela a guida CGIL. Siamo al paradosso della costituzione di una RSU “fake” in totale dispregio di ogni regola, ma ben accetta dal datore di lavoro.

L’avvocato dell’azienda ha affermato alla stampa che chiederà al giudice di appello di decidere quale delle due RSU – quella vera e quella Fake – l’azienda deve riconoscere.

Ci sarebbe da domandarsi per quale motivo l’azienda si intromette illegalmente in questioni da cui dovrebbe stare alla larga. E’ chiaro che avere una composizione a guida di un sindacato  che evidentemente considera più vicino alle sue politiche è decisamente più comodo per l’azienda sanitaria.

Questi eventi ci riportano alla mente i tempi delle Company union – in Italia “Sindacati gialli” – in cui i datori di lavoro sostenevano con mezzi finanziari o “altrimenti” associazioni sindacali (art. 17 Statuto dei lavoratori).

Per altro questo atteggiamento è costato alle casse dell’erario, al momento, solo per le spese di soccombenza circa 7500 euro più le spese dell’avvocato di parte datoriale. Paga tutto l’azienda sanitaria Toscana Centro, con i soldi dei cittadini italiani.

Segnaleremo il comportamento alla Corte dei conti con l’amarezza, da cittadini prima che da lavoratori, di una gestione della cosa pubblica operata in pieno dispregio delle minime regole di comportamento.

 

ph credit: dal web