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Pistoia. Caso del "pannolone sporco non cambiato per ben 12 h" all'Ospedale San Jacopo. La posizione del NurSind

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La Redazione
Pubblicato il: 06/11/2018 vai ai commenti

Comunicati StampaNurSind dal territorioToscana

La Segreteria NurSind di Pistoia interviene in merito a quanto successo all'Ospedale San Jacopo, come riportato da un quotidiano on-line.

"Si continua con lo screditare  e con lo scaricare colpe  sugli operatori, Infermieri ed Oss, che sono sempre in prima linea. Siamo giornalmente in trincea. siamo sempre in prima linea e paghiamo anche per i disservizi creati da una politica e gestione scellerata adoperate dalle Aziende Sanitarie, nello specifico dalla Toscana Centro".

Questa la denuncia del Segretario Territoriale NurSind di Pistoia, Rosa Scelta.

Ultimo episodio su Pistoia, risalente a pochi gg fa, dove gli operatori sono divenuti il bersaglio del tam tam mediatico creato sul caso "Del pannolone sporco di feci e  non cambiato, per ben 12 ore". Il tutto sarebbe avvenuto ai danni di una Signora ricoverata in geriatria, Ospedale San Jacopo.

La figlia della Signora ricoverata, rilasciando le proprie generalità, da cui scopriamo che si chiama Elena Narducci, affida un' ufficiale denuncia dell'evento alle pagine di un quotidiano locale e sempre dalle pagine del quotidiano, la  Signora Elena, ci tiene a precisare ed a specificare, che è un atto dovuto nei confronti degli operatori che lavorano in numero esiguo e che non riescono nonostante tutti i loro sforzi, la loro preparazione, il loro impegno a sopperire ai carichi lavorativi presenti nell'ambito geriatrico (noi aggiungiamo che è una condizione nota e ben estendibile a tutti i reparti di lungodegenza).

Leggendo l'articolo, si intuisce il vero intento dell' utente: attirare l'attenzione da parte dell'opinione pubblica e della stessa Azienda, sulla grave carenza di personale.

Invece, quale effetto ne è derivato? Qual è la reazione e conseguente interazione dell'azienda? Della risposta ufficiale se ne fa carico la stessa Direzione Infermieristica locale: quest'ultima si "rammarica" per l'accaduto, ma ribadisce che il gli operatori  presenti in servizio sono in numero adeguato.

Quindi? Si rimanda la palla agli operatori? Si vuol lasciare ad intendere che non sanno fare il proprio lavoro? Si vuol dare ad intendere che si parano, dietro alla carenza di personale, pour parler? Non svolgono correttamente la sorveglianza sanitaria dei pazienti, soprattutto dei più deboli e debilitati?

Gli operatori non ci stanno! NurSind Pistoia, non ci sta! Non ci prestiamo ad uno scarica barile che colpisce il PAZIENTE in primis e gli operatori In conseguenza.

E' da mesi che gli operatori segnalano, scrivono e "turnano" con orari al limite dell'umana resistenza. Sopportano aggressioni verbali da parte di parenti( non ci riferiamo a questo caso), dei medici, della stessa organizzazione lavorativa, la quale li richiama anche se hanno segnalato per iscritto la disorganizzazione in cui sono costretti a lavorare.

Sono gli stessi operatori che vanno anche contro il nostro parere sindacale che li vorrebbe tutelare e che "consiglia" loro di non acconsentire a turnare per più notti consecutive( fino ad 8 turni notturni in un mese, 5 da proprio profilo orario e 3 in aggiunta, per permettere l'assistenza nonostante la grave carenza di personale) effettuano rientri nei giorni del proprio riposo per "andare incontro" sempre a  carenze di personale ( per es sostituzioni di  lunghe malattie dei colleghi od assenze improvvise). Hanno fruito di pochi giorni di ferie estive, rimandandole al periodo autunnale, nella speranza che il numero del personale venisse aumentato. Effettuano turni di pronta disponibilità (c.d reperibilità) gestiti in modo approssimativo, con calendarizzazione non sempre correttamente compilata da parte degli uffici preposti.. Vita propria e familiare inesistente perchè sempre a lavoro ,vuoi per sopperire alle assenze dei colleghi( a girare tocca a tutti), per partecipare a gruppi di lavoro al fine di migliorare le prestazioni assistenziali,partecipazione a corsi di aggiornamento obbligatori, riunioni, audit per poi vedersi sbattuti sulle pagine di un quotidiano locale, subdolamente incolpati di non prestare assistenza, di non cambiare i pannoloni sporchi per più di 12 ore...usati come bersaglio per parare una disorganizzazione che parte dai vertici e che subiscono  più volte: come operatori, come professionisti, come coloro che devono per primi , dare risposte ai cittadini e rappresentare l'Azienda ed a loro volta,come Cittadini . Non ci dimentichiamo che anche gli infermieri ed Oss hanno famiglie , parenti che si avvalgono delle cure del SSN e dell' AZIENDA ex Usl 3; Quella stessa azienda che li ha sbattuti su una pagina di quotidiano locale, che non si è interessata di sapere e sentire anche dalla loro bocca, come fossero andati gli eventi, come avessero fino a quel momento gestito l'assistenza, quali fossero le reali difficoltà che avevano riscontrato e se avessero delle proposte per evitare che i disagi avvertiti dall'utenza continuassero.

Ora sul caso vi è anche l'interessamento del Difensore civico, Dott. Sandro Vannini, che ci propina una serie di considerazioni sulle conseguenze che il paziente può avere a stare a contatto per più ore con le proprie feci e su lesa dignità.

Ma nessuno ha mai pensato che forse la paziente non vi è stata in contatto? A nessuno è venuto non diciamo il dubbio, ma la curiosità di chiedere come siano andati i fatti nello specifico?

Se lo avessero fatto, avrebbero potuto apprendere che il tutto è iniziato da un fraintendimento tra gli operatori che si apprestavano a fare l'igiene personale alla Signora e la figlia della signora stessa, la quale, in apprensione per la salute della madre, ha tratto un' errata deduzione, da un'informazione che un operatore le ha rilasciato con la finalità,invece, di rassicurarla:" ..stamani cominciamo il giro letto ed igiene, proprio da sua madre, perché è sporca di feci..." Si chiede quindi una doverosa rettifica ed integrazione a quanto espresso dall'Azienda su questo caso.