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Primato Europeo. 10.000 morti in Italia per antibiotico-resistenza. Colpa dell’assistenza

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 11/11/2018 vai ai commenti

AttualitàStudi e analisi

In Italia 10.000 morti a causa dell’antibiotico resistenza. Un terzo di tutti i decessi correlati all’antibiotico resistenza si è verificato nel nostro Paese. Primato della mortalità all’Italia, benché divida con la Grecia quello degli Stati UE dove è più diffusa l’antibiotico-resistenza.

Questa la terribile realtà dei dati elaborati dall’EDCD che ha sviluppato un modello statistico basato sui dati raccolti nel 2015 dall’ European Antimicrobical Resistance Surveillance Network (Ears-Net), rete di sorveglianza della resistenza agli antibiotici in Europa.

L’analisi è stata pubblicata nella rivista The Lancet Infectious Diseases nell’articolo “Attributable deaths and disability-adjusted life-years caused by infections with antibiotic-resistant bacteria in the EU and the European Economic Area in 2015: a population-level modelling analysis”, e per la prima volta  è stato utilizzano l’indicatore DALYs, che stima la somma degli anni di vita persi per mortalità prematura - Years of Life Lost - e degli anni di vita vissuti in condizioni di salute non ottimale o di disabilità - Years of Life lived with Disability.

Nel 2015, in UE sono stati accertati 671.689 casi di infezioni antibiotico-resistenti , a cui sono addebitati 33.110 decessi e 874.541 DALYs (Disability Adjusted Life Years).

L’incidenza stimata è di 131 casi di infezione antibiotico-resistente per 100 mila abitanti, la mortalità  é pari a 6,44 decessi per 100 mila abitanti e a 170 DALYs per 100 mila abitanti.

Colpite le fasce di età più fragili, i bambini al di sotto dell’anno di età e nell’età avanzata aumenta la probabilità di contrarre le infezioni resistenti agli antibiotici.

I microrganismi coinvolti per il 67,9% provengono da 4 specie di batteri antibiotico resistenti (E. coli e K. pneumoniae resistenti a cefalosporine di terza generazione, S. aureus resistente alla meticillina (Mrsa) e P. aeruginosa resistente ai carbapenemi).

Dal 2007 sono in rapido incremento i batteri resistenti ai carbapenemi o alla colistina come il K.pneumonie,  più di 6 volte, sia in termini di numero di infezioni , che di decessi.

Dove si contraggono le infezioni antibiotico-resistenti? In ospedale a causa dell’assistenza avviene il 63,5% dei casi d’infezione con batteri resistenti, connessi a 72,4% decessi e al 74,9% di DALYs.

Misure di contrasto all’antibiotico-resistenza, sostengono  misure organizzative e gestionali che abbiano come obiettivo primario l’aumento della dotazione del personale d’assistenza infermieristico e ausiliario. Perché è appurato che le infezioni sono correlate all’assistenza e procedure sicure e d’eccellenza sono garantite solo quando il numero infermieri/pazienti è adeguato.

Lo studio RN4CAST, sostenuto dal sindacato NurSind ha dimostrato (vedi: https://www.infermieristicamente.it/lista/58/rn4cast/), che quando il rapporto supera quello di 1 infermiere per 6 pazienti il rischio di mortalità cresce del 6% per ciascun paziente. Nei nostri ospedali invece il rapporto vede un numero di pazienti  doppio, spesso anche triplo. Le scelte spettano alla politica, senza nuove assunzioni nelle strutture pubbliche e private, possiamo solo immaginare che il primato di decessi per antibiotico-resistenza, resterà saldamente all’Italia.

 

 Fonte: www.epicentroiss.it