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Infermieri. Il Nurse Coach per i malati di Sla. Chi è, cosa fa. Il progetto della Asl di Asti

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 29/11/2018 vai ai commenti

Nursing

E l’Asl AT di Asti, la prima in Italia, ad aver introdotto nel suo organico una nuova figura infermieristica, la Nurse Coach, esperta nell’assistenza delle persone con SLA, con l’obiettivo di seguire i malati dopo la diagnosi e le dimissioni dall’ospedale e verificare che l’assistenza domiciliare funzioni al meglio.

Ma vediamo di approfondire meglio la figura del coach, prima di parlare dell’innovazione introdotta ad Asti.

 

Cos’è il Coaching

Il coaching è un processo di collaborazione con il cliente (paziente nel caso dell’infermiere) in un processo stimolante e creativo che lo indirizza nel massimizzare il proprio potenziale personale, attraverso le fasi di:

  • Identificazione della disponibilità del cliente al cambiamento
  • Identificazione delle opportunità e problemi legati alla crescita del cliente
  • Definizione obiettivi o risultati centrati sul cliente
  • Pianificazione e strutturare le interazioni di coaching
  • Responsabilizzazione e motivazione il cliente
  • Aiuto al cliente per valutare i propri progressi verso gli obiettivi stabiliti

Chi è il Nurse Coach

La figura del Nurse Coach, così come suggerisce la terminologia, nasce nei Paesi Anglosassoni.

Il Nurse Coach è grado di individuarne le potenzialità e di sostenerne i punti di forza al fine di aiutare il paziente a raggiungere obiettivi di cambiamento e miglioramento del proprio stato di salute.

L'interazione che si instaura con il paziente, un’interazione esperta, mirata ed orientata a raggiungere degli obiettivi precisi, ovvero: promuovere e facilitare la guarigione e il benessere dell'intera persona guidando il paziente in un processo di cambiamento o sviluppo che lo aiuti a realizzare il proprio potenziale ed a massimizzare le proprie potenzialità residue.

 

Il processo di coaching dell'infermiere prevede precisi passaggi:

  • Stabilire la relazione e valutare la prontezza al cambiamento da parte del paziente
  • Identificare opportunità e difficoltà del paziente
  • Assistere il paziente nella definizione degli obiettivi
  • Strutturare l'interazione di coaching
  • Consentire ai pazienti di raggiungere i propri obiettivi
  • Assistere i pazienti nel determinare la misura in cui i loro obiettivi sono stati raggiunti

(Tratto da Hess, D., Dossey, B., Southard, M. Luck, S. Schaub, B., & Bark, L. (2013). L'arte e la scienza del coaching infermieristico).

 

La Sla

In Italia si stimano più di 6.000 persone affette da Sclerosi Laterale Amiotrofica e si prevede che ogni anno si registreranno circa 2.000 nuovi casi.

La sclerosi laterale amiotrofica, o SLA, chiamata anche malattia di Lou Gehrig (dal nome di un giocatore di baseball, la cui malattia nel 1939 sollevò l'attenzione pubblica), o malattia di Charcot o malattia dei motoneuroni, è una malattia neurodegenerativa progressiva del motoneurone, che colpisce selettivamente i motoneuroni, sia centrali ("1º motoneurone", a livello della corteccia cerebrale), sia periferici ("2º motoneurone", a livello del tronco encefalico e del midollo spinale).

La SLA è caratterizzata da rigidità muscolare, contrazioni muscolare e graduale debolezza a causa della diminuzione delle dimensioni dei muscoli.

Ciò si traduce in difficoltà di parola, della deglutizione e, infine, della respirazione.

Nel 90%-95% dei casi la causa non è nota. Circa il 5%-10% dei casi sono ereditati dai genitori e circa la metà di questi sono dovuti a uno di due geni specifici. La diagnosi si basa sull'osservazione di segni e sintomi presentati dal paziente e su alcuni esami diagnostici eseguiti per escludere altre possibili cause.

Il decorso medio della malattia, in assenza di ventilazione invasiva, va dai 3 ai 5 anni. Il 50% degli affetti muore entro 18 mesi dalla diagnosi mentre solo il 20% supera i cinque anni ed il 10% i 10 anni. Esistono anche delle forme benigne in cui la malattia resta stabile per più di 30 anni, ma sono casi rarissimi.

La morte sopravviene nella maggior parte dei casi per insufficienza respiratoria.

La gestione della persona affetta da SLA, (più di 6000 malati in Italia), è molto complessa e, purtroppo, può succedere che dopo la diagnosi, essi non vengano seguiti in modo continuativo e sistematico a domicilio, lasciando alle famiglie il peso di un’assistenza domiciliare che richiede, invece, competenze professionali.

Il progetto della Asl Asti

Avviato nel marzo del 2018, nasce da un’idea di condivisa tra AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, impegnata in tutta Italia in attività di assistenza gratuita alle persone con SLA e l’ASL AT di Asti, e da una donazione raccolta apposta per questa iniziativa dall’Associazione Amitiè Sans Frontieres, sezione di Asti, che ha reso possibile l’avvio del progetto stesso.

Questa nuova figura professionale è stata formata al Centro Clinico NeMO di Milano, specializzato nell’assistenza delle persone colpite da malattie neuromuscolari come la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), le distrofie muscolari e l’Atrofia Muscolare Spinale (SMA).

 

Cosa fa il Nurse coach esperto in Sla

L’infermiera coach, introdotta nell’organico della ASL di Asti, è impegnata 40 ore al mese per seguire 18 pazienti con SLA di Asti e provincia (17 vivono nella loro abitazione, 1 in casa di riposo), visitarli a domicilio e verificare che i piani e gli strumenti di assistenza domiciliare attivati siano sempre adeguati alle condizioni di salute e alle necessità dei malati e delle loro famiglie. Ha, inoltre, il delicato compito di formare i famigliari e le persone che assistono a casa le persone con SLA (caregiver).

 

 da il Sole 24 ore Sanità