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Mobilità. Sta svanendo la speranza di tornare a casa. Il Mels scrive al Ministro Giulia Grillo

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 11/12/2018 vai ai commenti

Comunicati Stampa

Buongiorno On. Grillo,

con la presente vogliamo portare alla vostra attenzione la situazione delle mobilità regionali ed extraregionali del personale sanitario nella Regione Lazio, con particolare riferimento al personale del comparto.

Il personale che chiede il rientro mediante procedure di mobilità, è composto da professionisti sanitari selezionati dalle aziende di tutto il paese, che ha una comprovata esperienza lavorativa e che chiede il rispetto del legittimo diritto di ritornare a lavorare nella propria terra dopo anni di sacrifici e di esilio. Siamo madri, padri, figli, mogli, costretti all'esilio a causa dei problemi economici della Regione Lazio.

Anche se oggi sembra che questi problemi economici siano in fase di risoluzione, noi vediamo comunque svanire il nostro desiderio di riunirci alle nostre famiglie.

Ci teniamo a precisare che, contrariamente a quanto detto e scritto da rappresentanti politici e sindacali Laziali, noi non stiamo facendo nessuna guerra tra poveri ma anzi chiediamo un percorso di giustizia, sulla base dei principi della nostra Costituzione e della normativa vigente.

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Ci battiamo da oltre due anni affinché le nostre istanze vengano accolte, in quanto anche noi siamo residenti nella regione Lazio, e anche noi e le nostre famiglie abbiamo fatto enormi sacrifici esattamente come i lavoratori precari e tutti gli altri cittadini.

Sulla base della normativa vigente la mobilità deve essere prioritariamente espletata secondo l’articolo 30 comma 2bis, D. Lgs 165/2001, nella parte in cui stabilisce che “Le amministrazioni, prima di procedere all’espletamento di procedure concorsuali, finalizzate alla copertura di posti vacanti in organico, devono attivare le procedure di mobilità di cui al comma 1, provvedendo, in via prioritaria, all’immissione in ruolo dei dipendenti, provenienti da altre amministrazioni, in posizione di comando o di fuori ruolo, appartenenti alla stessa area funzionale, che facciano domanda di trasferimento nei ruoli delle amministrazioni in cui prestano servizio”.

Secondo la nota 179332 del 06/04/2017 (allegata) della Direzione Salute e Politiche Regionali della Regione Lazio, contenente “indicazioni sulla corretta applicazione delle procedure di mobilità”, si conferma che le mobilità rientrano nell’ambito del budget assunzionale ma inspiegabilmente vengono considerate “aggravio di spesa”, nonostante la giurisprudenza abbia chiarito perfettamente e inequivocabilmente il concetto che non è affatto così, anche con sentenze recentissime e importanti che però nel Lazio non vengono prese in considerazione .

Con riferimento al Decreto del Commissario ad Acta n. U00405 31/10/2018 avente come oggetto: “Approvazione del Piano Triennale di Fabbisogno di personale per il triennio 2018-2020 delle Aziende e degli Enti del Servizio Sanitario regionale. Approvazione del Regolamento. Procedura autorizzativa per l'assunzione del personale del S.S.R., per il conferimento dell'incarico di Direttore di struttura complessa e per il conferimento d' incarico ai sensi dell'art. 15 septies del Decreto Legislativo n. 502/1992 e successive modificazioni.", sono stati approvati i piani di fabbisogni di personale, ma sulle quote destinate alle mobilità non vi è chiarezza.

L’unico riscontro nel merito, relativo alla figura professionale dell’infermiere, si evince dalla nota 17930 (allegata) e riscontro relativo prot. GR/39/06, secondo cui sono state specificate le quote riservate alle mobilità extraregionali per ogni azienda.

Per la figura dell’infermiere (ad esempio) è stato previsto un reclutamento mediante mobilità extraregionale per 58 unità in tutta la regione, rispetto al totale di 2700 unità che saranno assunte nel triennio 2018 – 2020. La sproporzione appare evidente (circa il 2%), anche considerando la carenza di organico grave più volte denunciata dagli organi di stampa e organizzazioni sindacali. Per noi professionisti vincitori di pubblici concorsi questi numeri sono un vero insulto.

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Per le altre figure professionali facenti parte di Mels, per le quali non abbiamo avuto risposte in merito alle quote riservate alle mobilità , i posti previsti nel triennio sono: 146 assunzioni per i tecnici sanitari di laboratorio biomedico, 245 per i tecnici sanitari di radiologia medica, 131 per i tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro, 1257 OSS.

Presumiamo inoltre, leggendo le delibere emanate dalle varie aziende del SSR, che la maggioranza di queste persone saranno assunte mediante assunzione diretta secondo il comma 1 dell’art. 20 del decreto legislativo n.75/2017, anche per via dei numerosi avvisi pubblici che sono stati espletati nel precedente triennio, molti dei quali prevedevano la copertura temporanea di “posti vacanti”, nonostante fossero presenti nella regione graduatorie valide di mobilità che potevano essere utilizzate per coprire la posizione per cui è stato fatto l’avviso, ed evitare quindi la spesa sostenuta dalla Regione per espletare quegli avvisi.

Si denuncia la carenza di organico e allo stesso tempo si rifiutano le domande di quelli che vogliono lavorare nel Lazio: ci sembra un immenso paradosso.

Il personale che chiede il rientro nel Lazio è stato formato nelle aziende sanitarie di tutto il paese e potrebbe costituire un enorme arricchimento per il SSR.

Vogliamo anche e soprattutto fare riferimento alla recentissima sentenza della Cassazione 12559/17, di cui riportiamo alcuni significativi passaggi: “Con riguardo alla legislazione regionale, la testuale voluntas legis, se è certamente quella di preferire l'utilizzazione delle graduatorie degli idonei, "derivanti da pubblici concorsi", ove ancora vigenti, rispetto all'indizione delle procedure di concorsi pubblici, è anche quella di anteporre, finanche all'utilizzazione delle graduatorie degli idonei, l'esperimento delle procedure di mobilità, come è inequivocamente indicato dalla locuzione "previo esperimento delle procedure di mobilità"...... “La mobilità intercompartimentale - come il legislatore ha espressamente previsto deve ritenersi estranea ai blocchi delle assunzioni nella pubblica amministrazione in quanto all'esito della sua realizzazione non vi è un vero e proprio aggravio di spesa per la pubblica amministrazione globalmente considerata, posto che - pur variata l'amministrazione di appartenenza - il numero complessivo dei soggetti impiegati rimane lo stesso, trattandosi di strumento di gestione funzionale all'organizzazione complessiva della pubblica amministrazione. Ne resta confermato un quadro normativo di assoluto favore per il passaggio di personale tra amministrazioni rispetto all'assunzione di nuovo personale, che non può non riverberarsi anche sul rapporto tra ricerca di personale mediante mobilità volontaria e scorrimento delle graduatorie; anche in quest'ultimo caso, infatti, pur trattandosi di procedure già espletate, rileva comunque la provvista "aggiuntiva" di nuove risorse umane, al

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contrario dell'altra modalità in cui la copertura dei posti si consegue attraverso un'ottimale redistribuzione di personale pubblico già in servizio”. Troviamo sconcertanti esempi, come la Asl di Viterbo (ed altre aziende sanitarie laziali) che ha bandito ed espletato una procedura di mobilità extraregionale (graduatoria Ottobre 2018) e successivamente ha deliberato l’assunzione di 30 cps Infermieri con delibera 2106/2018, a Novembre 2018. Siamo all’assurdo.

Continuiamo a non comprendere come sia possibile che una mobilità extraregionale venga considerato “aggravio di spesa”, mentre un nuovo posto in pianta organica no.

La Asl di Latina come la Asl Roma 6 e il Policlinico Umberto 1 hanno graduatorie di mobilità recentemente espletate, le quali hanno avuto un costo per la loro realizzazione, che vengono volutamente lasciate da parte, però le medesime aziende procedono a nuove assunzioni, in violazione dei principi chiaramente dettati dalla giurisprudenza anche recentissima.

L’Azienda Ospedaliera S Andrea ha indetto una procedura di mobilità extraregionale che deve ancora essere espletata, ma contemporaneamente bandisce un concorso pubblico per infermieri prevedendo di assumere solamente 3 unità con procedura di mobilità. Dalla nota 17930 (allegata) e riscontro relativo prot. GR/39/06, si evince che la procedura concorsuale è da “espletarsi nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di accesso al pubblico impiego sebbene sia definita straordinaria” , pertanto sembra chiaro che debba prioritariamente essere espletata la procedura di mobilità extraregionale, a copertura dei posti vacanti previsti nel piano dei fabbisogni. Abbiamo addirittura ricevuto segnalazioni che alcune sigle sindacali hanno fatto espressa richiesta alla Regione Lazio di esonerare dalle prove preselettive il personale precario avente diritto alla riserva del 50% dei posti nei concorsi pubblici (applicazione del Decreto Madia), in totale violazione della Costituzione Italiana per violazione del principio di imparzialità tra i cittadini.

I principi di uguaglianza tra i cittadini e del pari trattamento sono alla base di tutte le fonti normative, per cui non ci spieghiamo come sia stato possibile affermare tutto ciò, contro ogni logica ma anche senza un minimo di buon senso, oltre a esporre le amministrazioni a contenziosi che rischierebbero di vanificare ogni procedura assunzionale che risulterebbe non legittima.

I dirigenti della Regione Lazio, da noi consultati, hanno invocato il principio della discrezionalità amministrativa, in relazione alla gravosa situazione precari nella regione, ed anche sulla base delle nuove procedure assunzionali della PA del DPCM 06 Marzo 2015 e legge 208/2015. Noi riteniamo che il confine tra discrezionalità amministrativa e violazione del principio di imparzialità sia stato ampiamente superato.

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Pur essendo come principio molto ampio, la discrezionalità amministrativa non è mai assoluta e può essere oggetto di controllo da parte dell'organo della giustizia amministrativa. Vige anche il principio di trasparenza ed imparzialità della pubblica amministrazione; sulla base di esso è diventata prevalente l'opinione che il giudice possa intervenire a sindacare l'attività dell'amministratore, quando quest'ultimo abbia posto in essere un comportamento sproporzionato rispetto all'esigenza che si era preposto”.

Pensiamo che sia sproporzionato, ad esempio, riservare 58 posti alla mobilità per infermieri rispetto al totale di 2700 assunzioni, e riteniamo che sia poco trasparente non comunicare le quote riservate per le altre professioni.

Ciò premesso, chiediamo al Ministero che si attivi affinché le nostre istanze vengano accolte e i nostri diritti non vengano lesi, in quanto anche noi siamo residenti nella regione Lazio, e anche noi e le nostre famiglie abbiamo fatto enormi sacrifici, esattamente come i lavoratori precari e tutti gli altri cittadini.

Certi di un vostro tempestivo riscontro, porgiamo cordiali saluti.

Barbara Leone

Portavoce M.E.L.S. Movimento Esiliati Lazio Sanità