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Fino a 9 ore di attesa nei pronto soccorso siciliani. Il Rapporto Agenas 2023

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 22/04/2024 vai ai commenti

Professione e lavoroStudi e analisi

Nel 2023, gli accessi ai Pronto Soccorso degli ospedali italiani hanno raggiunto la cifra di 18,27 milioni, evidenziando un aumento del 6% rispetto all'anno precedente. Tuttavia, questo numero rimane ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici. È quanto emerge dai dati presentati oggi da Agenas nel corso dell’evento “Accessi in Pronto Soccorso e Implementazione DM 77/2022 per una migliore presa in carico dei pazienti”, illustrati da Maria Pia Randazzo.

Una porzione significativa di questi accessi, pari al 68%, riguarda codici bianchi e verdi. Tra questi, circa 4 milioni sono da considerarsi impropri, comprendendo pazienti che non presentano traumi e che arrivano al Pronto Soccorso autonomamente o su indicazione del medico di famiglia. Questi accessi impropri, concentrati soprattutto nei giorni feriali e festivi e durante le ore diurne, si risolvono con dimissioni al domicilio o a strutture ambulatoriali.

Tuttavia, esiste una disparità nell'accessibilità ai Pronto Soccorso, con 3,4 milioni di cittadini (corrispondenti al 5,8% della popolazione) incapaci di raggiungere le strutture entro 30 minuti. Questo problema è particolarmente sentito nelle aree interne della Valle d’Aosta, Basilicata, Trentino Alto Adige, Calabria e Sardegna, dove alcuni residenti impiegano più di un’ora per arrivare al Pronto Soccorso.

Le lunghe attese rappresentano un altro nodo critico del sistema, con i codici bianchi che in media attendono 164 minuti e i verdi 229 minuti prima di ricevere assistenza. La situazione varia regionalmente, con il Friuli Venezia Giulia e l’Abruzzo che registrano le attese più lunghe per i codici bianchi, mentre l'Umbria e la provincia di Bolzano presentano tempi più brevi. Per i codici gialli, la permanenza media raggiunge i 416 minuti, con picchi di 540 minuti in Sicilia e Marche, ma tempi ridotti a Bolzano e Trento.

Un aspetto finanziario significativo riguarda i ricavi derivanti dai ticket di accesso. Il Veneto, ad esempio, con un alto numero di accessi in codice bianco a pagamento, ha generato oltre 14 milioni di euro, seguito dall’Emilia Romagna e dalla Toscana. Al contrario, nonostante i volumi di accessi elevati, il Lazio ha registrato ricavi irrisori, sollevando interrogativi sulle dinamiche finanziarie del sistema.