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12 maggio a Brescia. L'IPASVI: "Gli infermieri servono? Mancano? Perché allora sono disoccupati?"

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 10/05/2014 vai ai commenti

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Intervista al DOTT. STEFANO BAZZANA Presidente dell'IPASVI di Brescia

a cura di Chiara D'Angelo

Gli infermieri: una forza per cambiare                               

Il tema scelto quest’anno dal Consiglio Internazionale degli Infermieri per la Giornata Mondiale dell'Infermiere ha a che fare con il cambiamento, con il lavoro e con gli esiti del nostro lavoro.

Già in occasione dell’assemblea, nel marzo scorso, a Brescia era stata lanciata la campagna #selfiEinfermieri, che aveva portato all’attenzione nazionale il tema della disoccupazione e della precarietà. I Giovani Infermieri Ipasvi hanno comunicato in modo efficace le loro aspirazioni, i loro sogni e i valori della professione.  Ora il Collegio di Brescia, che rappresenta oltre 8.000 professionisti, in occasione di questo 12 maggio propone varie iniziative all’insegna della riflessione e del confronto con le istituzioni e i cittadini. Tra queste:

Venerdi 16 maggio ore 20,30Leonessa Infermieri – Brescia". Gli infermieri servono? Mancano? Perché allora sono disoccupati? Incontro dibattito con le forze politiche e sociali, gli amministratori, i cittadini. Introduce Stefano Bazzana, presidente Collegio Ipasvi, modera la serata Anna Della Moretta, giornalista del Giornale di Brescia. Appuntamento alla fermata/auditorium della metropolitana, Capolinea S.Eufemia. 

Ne parliamo con il dott. Stefano Bazzana, Presidente del Collegio IPASVI di Brescia

Presidente parlare di lavoro proprio il 12 maggio?

Perchè vogliamo essere solidali con tutti gli infermieri che un lavoro non ce l’hanno, lo stanno cercando o peggio ancora l’hanno perso. Vogliamo continuare a mantenere alta l’attenzione sui temi dell’occupazione  e sentire le risposte e le proposte che emergeranno dall’incontro dibattito che stiamo organizzando. Anche perchè l’argomento scelto per la giornata dell’infermiere dall'ICN "Gli infermieri: una forza per cambiare" pone all’attenzione dei cittadini, dei politici e degli amministratori l’enorme potenzialità che la nostra professione possiede di innescare il cambiamento nei servizi sanitari. Molti studi e ricerche, anche recentissime, documentano che la presenza di un numero adeguato di infermieri riduce le complicanze e gli eventi avversi, la durata dei ricoveri e la mortalità intraospedaliera. Ma non solo. Più gli infermieri sono formati e specializzati e maggiori sono i miglioramenti ottenuti dalle persone assistite sul piano della salute e dell’autonomia. Insomma, più infermieri più salute per tutti.

Che significato assume per lei la data del 12 maggio?

Sappiamo che il 12 maggio 1820 nasceva  Florence Nightingale,  fondatrice della scienza infermieristica moderna. Sono passati più di 100 anni dalla sua morte (Londra 1910) e in questo secolo di storia gli infermieri si sono distinti nei vari paesi del mondo per la loro professionalità nel prendersi cura delle persone. Presenti in tempo di guerra e di pace, nei sistemi sanitari di tutti i paesi, nella lotta contro le malattie e per la promozione della salute, noi infermieri rappresentiamo una risorsa fondamentale per garantire l’assistenza, il diritto alla salute e la qualità di vita dei cittadini. In tutte le età e in tutti i luoghi della cura.

In che modo festeggiano quest’anno  gli infermieri bresciani?

A causa della crisi che ha bloccato il turnover, negli ultimi due tre anni gli infermieri festeggiano  con l’amaro in bocca. Anziché una vera e propria festa proponiamo dunque degli incontri formativi gratuiti, oppure come quest’anno delle iniziative aperte a tutta la cittadinanza, proprio per parlare un po’ di noi infermieri con i cittadini. Spesso infatti gli infermieri rimangono invisibili, pur essendo presenti  negli ospedali 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. Questa è l’occasione per aprirsi alla città, confrontarsi con le istituzioni ed incontrare i cittadini. Lo spettacolo di sabato al Teatro Politeama di Manerbio si inserisce inoltre nella serie di eventi che il nostro Collegio sta realizzando nelle diverse sedi della provincia.

Presidente, lei accennava alla crisi. Come ha potuto colpire anche la nostra professione?

Le Regioni ogni anno riducono il budget alle aziende sanitarie per effetto della spending review e i tagli al personale rientrano tra le misure delle ultime finanziarie.  Si assiste a un definanziamento graduale che attacca due valori portanti: il diritto di essere curati e il lavoro per curare. Così abbiamo anche a Brescia centinaia di infermieri neolaureati che rimangono inoccupati (30.000 in tutta Italia, cui si aggiungono 5.000 già partiti per l’estero). Giovani  che, dopo aver investito molto  in studio e aspettative su questa professione, dovrebbero rimpiazzare e affiancare i colleghi attivi, i quali diminuiscono in numero e aumentano in età (dati Federazione Ipasvi). Il paradosso è che gli infermieri servono come e più di prima, perché i bisogni delle persone non diminuiscono.

12 maggioQuali sono le proposte degli infermieri?                                             La crisi ci può dire qualcosa di positivo. Proponiamo di perseguire la lotta agli sprechi, alle strutture inutili e alle cure inappropriate (decine di miliardi di euro). Basterebbe questo a istituire nuovi servizi sul territorio di cui i cittadini  sentono sempre più bisogno e ad offrire nuovi sbocchi occupazionali. Ricordiamo infatti che la media europea di infermieri è di 9 ogni 1000 abitanti mentre in Italia è di 6 inf. ogni 1000 abitanti (dati OCSE 2013). Gli infermieri hanno dimostrato, sia all’estero sia in alcune Regioni del nostro paese, che si possono introdurre nuovi modelli, basati sulle evidenze scientifiche ed economicamente convenienti: infermiere di famiglia/di comunità, l’infermiere case-manager;  in ospedale l’infermiere peri-operatorio o l’infermiere di pronto soccorso con competenze specialistiche (con il grande vantaggio di eliminare le code al Pronto Soccorso).  Il dibattito sulla necessità di riformare il servizio sanitario è aperto. Noi infermieri con i nostri valori siamo impegnati perché emerga chiaro il consenso su come garantirne l’equità e la sostenibilità, senza dimenticare l’universalità delle cure quale diritto di civiltà sancito dall’art. 32 della Costituzione.  

Per concludere ci può illustrare meglio le finalità del forum "Leonessa Infermieri - Brescia" che terrete il prossimo 16 maggio?

Crediamo che mantenere alta l’attenzione  su  temi così cruciali per tanti colleghi continuando il dibattito dentro e fuori la professione, possa suggerire delle ipotesi di soluzione e far emergere idee e proposte che ci proponiamo di elaborare in un documento finale, una sorta di patto tra gli infermieri e le istituzioni. Lo faremo chiamando in causa i politici e gli amministratori, i mass media, le forze sociali e i rappresentanti dei cittadini. A costoro rappresenteremo che da qualche anno i dati che documentano il cambio di tendenza nella professione infermieristica sono preoccupanti. Precariato e disoccupazione infermieristica sono una realtà sia a livello nazionale sia regionale, che determina un paradosso: gli infermieri mancano, ne servirebbero di più nelle strutture e sul territorio per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, tuttavia restano disoccupati e chi è in servizio ha carichi di lavoro che rischiano di mettere a repentaglio la sicurezza degli assistiti.

Nella nostra Regione vi sono 6 infermieri ogni mille cittadini a fronte di una media europea di 9 infermieri ogni mille cittadini: mancano 60mila infermieri in Italia e tuttavia oltre 30mila colleghi sono inoccupati o disoccupati (Fonte: OCSE, 2013).

 

Dal confronto nascono idee, le idee nuove, sottoposte al vaglio della ricerca, rappresentano il terreno più fertile per generare processi innovativi.