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Roma: See & Treat nell’occhio del ciclone. Medici sul piede di guerra!

di Chiara D'Angelo

 

Ancora diatribe sull’apertura del reparto a gestione infermieristica See & Treat, al Santa Caterina della Rosa (ASL RMC).

Il reparto, che deve gestire le prestazioni urgenti di minore entità, secondo l’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri non dà garanzia di affidabilità alla cittadinanza. Il Presidente dell’Ordine, Roberto Lala, ha chiamato in adunanza tutte le sigle rappresentative dei camici bianchi per fare fronte comune e scrivere alla Regione di convocare urgentemente un incontro al fine di discutere di questa situazione che lo stesso Lala definisceinappropriata, unilaterale e priva di consistenza operativa”, oltre che per valutarne il reale impatto economico (Clicca).

In caso di passività dell’amministrazione, l’Ordine dei Medici minaccia denuncia.

Al centro della contestazione, soprattutto, la presunta incapacità del personale infermieristico, secondo Lala, di gestire adeguatamente le urgenze che, presentandosi al See & Treat, risultassero di maggiore entità e quindi da sottoporre alle prestazioni di altre strutture e altre figure professionali, oltre che il rischio, per il medico, di incorrere in falsità nel produrre certificazioni a posteriori per procedimenti valutati da altri. Una situazione che pone il cittadino di fronte a un sistema di dubbia efficacia ed espone i medici a rischi non propri.

Una netta presa di posizione contro questo progetto pilota (peraltro già sperimentato con successo in molti Paesi) per l’autonomia professionale infermieristica che fa il paio con le dichiarazioni di altri esponenti del mondo medico delle ultime settimane, sia in merito al See & Treat romano che, più in generale, al famigerato comma 566 e della definizione di atto medico di cui abbiamo ampiamente riportato.

 

A queste posizioni dei Medici risponde a stretto giro la presidente del Collegio IPASVI di Roma, Ausilia Pulimeno, che invita a non travalicare i termini della querelle facendo leva sulla paura dei cittadini di ricevere un’assistenza sanitaria potenzialmente inadeguata. Replicando attraverso le colonne di Quotidiano Sanità (Clicca) la Pulimeno esorta i Medici a mantenere la discussione nei suoi giusti limiti e apre ad un dialogo che sia franco, sereno e ragionato, senza “evocare scenari di insicurezza delle prestazioni” che sicuramente non giovano al progetto di ridefinizione del sistema sanitario.

 

E’ ormai evidente, se già non lo fosse stato, che il rischio di conflitti interprofessionali esiste ed è ben presente, così come è chiaro che non è più derogabile un intervento dei decisori, politici ed amministrativi, che ricomponga le divergenze e produca, finalmente, un effetto benefico anche per la tutela della salute della cittadinanza, sui cui inevitabilmente i conflitti, per contro, si riverberano negativamente.