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Gli infermieri che si dimettono per super-lavoro hanno diritto alla Giusta Causa

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 19/09/2015 vai ai commenti

Leggi e sentenze

di Elsa Frogioni
 

Dedico questo articolo, ad una collega e amica T.M., che qualche tempo fa, angosciata per le condizioni di lavoro in cui si trovava (contratto a tempo determinato), stressata e disperata per la mole di attività sproporzionata, decideva di licenziarsi.

Ora gli infermieri hanno un ulteriore sostegno a problematiche relative al super-lavoro al quale le aziende sanitarie spesso li costringe.

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, sez. Lavoro, n. 18429 del 16/06 – 18/09, ha stabilito che quando un dipendente si dimette, ovvero si licenzia, in quanto l’azienda l’ha sottoposto a sfruttamento, straordinari, condizioni di lavoro eccessivo, anche perché costretto a accollarsi il lavoro altrui, ha il riconoscimento della GIUSTA CAUSA e ha diritto ad equo risarcimento, oltre che all’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS. (vedi sentenza QUI)

La Corte afferma che il datore di lavoro, tutela la salute del lavoratore non soltanto dagli infortuni, è anche responsabile dell’aggravamento del suo stato di salute, se è stato causato da condizioni di lavoro inadeguate.

Questo principio è confermato altresì dalla sentenza Cass. Civ. n. 8267 del 1997,  vi è un obbligo del datore di lavoro (o dell’azienda), di dotarsi delle risorse umane necessarie ad espletare il lavoro nella sua dignità.

Essere sottoposti a lavoro straordinario “forzato”, con turnazioni aberranti, pone a rischio la salute del lavoratore e sia la Costituzione art.32, che il Codice Civile art. 2087, dichiarano questo comportamento datoriale illegittimo.

Certamente spetta al lavoratore vessato, dimostrare innanzitutto che il lavoro a lui richiesto era “insopportabile”, talmente gravoso da comportare un danno oggettivo alla sua persona.

Il danno spesso consiste in una sindrome da stress correlato, con una patologia ansiosa e/o depressiva, con tutti i sintomi associati che comportano un notevole disagio psico-fisico, dello stesso lavoratore.

Ricordo, purtroppo, alcuni casi di super lavoro, che hanno comportato la morte dei sanitari.  Augusto Meattini infermiere, in servizio morto per ACC il 06/04/2015, in un ospedale della USL di Arezzo; Massimo Corsini infermiere in servizio, morto per ACC il 08/06/2012 all’ospedale S. Chiara di Pisa. ( La Repubblica di Torino)...A Torino il 09/01/2015, dopo 12 ore di lavoro al pronto soccorso dell’ospedale Martini, intasato sin dal mattino con 40 pazienti in barella, ha avuto un’emorragia cerebrale.  Pierangelo Bozzetto, 43 anni, è caposala ..e per tutto il giorno ieri ha lavorato a ritmi frenetici. È entrato in servizio alle otto del mattino, ne è uscito molto provato alle 19. È andato a casa, ma si è sentito male ed è tornato al pronto soccorso, dove i medici hanno diagnosticato un aneurisma. È stato portato di corsa alla Città della Salute, dove è attualmente ricoverato in neurologia. Ieri, alle 14, i sindacati hanno chiamato la direzione dell’ospedale Martini per segnalare la situazione di emergenza. «Nel pomeriggio tutti i medici erano mobilitati - raccontano sindacalisti e infermieri - gli infermieri in servizio erano otto, cento le persone in fase di ricovero». Da giorni la sanità torinese è in pesante affanno …..

Molto probabilmente, anche altri misconosciuti, che non avuto gli onori della cronaca e sicuramente più numerosi i fatti di malori anche gravi, accaduti in servizio a causa dell’aver superato i normali livelli di equilibrio dell’integrità psico-fisica. 

La morte per causa di servizio, può essere riconosciuta e compensata (mai adeguatamente…). La Cass. sent. n. 9945 dell’8.05.2014 richiama che il datore di lavoro, non può sottrarsi agli addebiti che possono derivare dagli effetti lesivi di una lacunosa scansione dei tempi di attività, perché sua è la responsabilità del modello organizzativo e della distribuzione del lavoro.

In questo caso il dipendente lavorava per una ditta di  telecomunicazioni, e l’averlo impiegato in attività per 11 ore consecutive ne ha determinato l’infarto e la morte.

La Corte ha stabilito il nesso causale nell’eccessivo carico di lavoro e non è “esimente” l’assenza di lamentele della vittima, perché la parte datoriale non può dichiararsi all’oscuro delle modalità e mansioni assegnate al lavoratore. (Fonte QUI)

Anch’io durante la mia attività lavorativa ho assistito alle conseguenze dello stress “da lavoro”, sulla salute dei miei colleghi, tachicardie sinusali da n.d.d., ischemie più o meno silenti, ulcere, gastriti recidivanti, ecc..

Dobbiamo anche considerare il deterioramento della salute e gli infortuni correlati al lavoro.  Dati INAIL 2013 elaborazione ANMIL “Prendersi cura di chi ci cura”, la professione più a rischio, risulta essere l’infermiera. Ogni anno le infermiere subiscono oltre 10.000 infortuni, pari al 32% del totale, 1 su 3 operatori sanitari è una infermiera. Il 90% di tutte le malattie professionali denunciate dagli operatori sanitari,  riguarda l’apparato muscolo-scheletrico, il D.M del 09/04/2008  ha inserito nel tabellario delle malattie professionali tali patologie.

Nell’ultimo quinquennio le patologie muscolo scheletriche degli operatori sanitari son cresciute del 73% e la causa è proprio “nella movimentazione” dei pazienti e dei carichi, con lesioni da sforzo. La colonna vertebrale è la sede anatomica prevalentemente interessata , 5200 casi nel 2013, seguita da traumi alla mano per il 17/%. Tra le malattie professionali “emergenti” negli operatori sanitari, vi sono i disturbi psichici e comportamentali, definite come “stress lavoro correlato” e il burnout”, questi disturbi altamente invalidanti, che minano le relazioni sociali e il normale equilibrio personale, risultano ampiamente sottostimati dalle statistiche ufficiali.

Vogliamo un attimo soffermarci sulle aggressioni o violenze subite dagli infermieri in servizio? L’INAIL ha registrato 1200 infortuni nel 2013 e ben il 71% (851 casi), ha interessato le infermiere donne.

Tutti noi sappiamo che queste malattie, infortuni e violenze, si potrebbero abbattere solo avendo le dotazioni organiche necessarie a garantire assistenza di qualità, senza inficiare la salute degli infermieri e degli altri operatori sanitari.

I Tribunali non hanno l’autorità per decidere la numerosità e tipologia dell’organico aziendale, ma rilevano il dovere per l'azienda, di dotarsi di una compagine di personale, congruo, che eviti il determinarsi di danni alla salute a uno o più lavoratori dipendenti, perché costretti a fornire un apporto lavorativo eccessivo.

Queste constatazioni, stabiliscono, che il contributo della negoziazione sindacale e le problematiche evidenziate con lamentele di scarsità di risorse assistenziali, sono da tenere in dovuta considerazione da parte delle Dirigenze aziendali e Regionali. Mentre attualmente le nostre richieste di confronto vengono costantemente eluse.

 I tagli lineari a cui assistiamo, diminuiscono le risorse umane in sanità, ma purtroppo non provocano la proporzionale diminuzione delle malattie e dei bisogni assistenziali dei cittadini, anzi…

Aggiungiamo a queste defezioni il dato che, a causa degli infortuni e malattie professionali ogni anno, si stimano (dati INAIL), 600.000 giornate di lavoro perse da parte degli operatori sanitari. Nel frattempo, i cittadini lamentano maggiori disservizi, casi di malasanità, e nonostante l’aumento dei ticket, ci sono stati maggior introiti per lo stato con un consumo di farmaci che stenta a scendere.

Questi sono segni tangibili che in sanità, una gestione che non sia lungimirante, rispetto a  una programmazione d’interventi equi, preventivi, a sostegno della sanita, specialmente nell’ambito delle risorse umane, comporterà inevitabilmente, la sindrome del serpente che si morde la coda, con il progressivo deterioramento delle condizioni di salute di un intero paese.

“Tutti sanno che è più necessaria la prevenzione della cura, ma pochi premiano gli atti di prevenzione.”

NASSIM NICHOLAS TALEB

 

Fonte:
Ricordiamo che i ternini e frasi nell'articolo colorate in arancio sono link, cliccandoci sopra si apre la pagina con la fonte.

www.laleggepertutti.it