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Pistoia. Diritti negati, sfruttamento e terrorismo psicologico: la denuncia del Nursind!

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La Redazione
Pubblicato il: 26/12/2015 vai ai commenti

NurSind dal territorioToscana

“Aboliti cambi turno tra colleghi, abolita la partecipazione a corsi di formazione su base facoltativa (quando per contratto spetterebbero 8 giorni all’anno). E, come se questo non bastasse, arriva una circolare che dice che “i giorni di riposo spettanti al personale, sono a gestione del coordinatore che ne può disporre per coprire carenze e falle nella turnazione sulle 24 ore”

La denuncia viene dalla segreteria provinciale degli infermieri Nursind, Rosa Scelta, che interviene sulla gestione dell’applicazione della normativa europea sulle 11 ore di riposo obbligatorie a fine turno. “Altra nota dolente è l’istituzione della pronta disponibilità (o reperibilità) obbligatoria, impostando schemi dei turni come se tutti gli operatori avessero aderito volontariamente alla reperibilità. Questi sono solo espedienti utilizzati sapientemente per far fronte alla carenza di personale ed a tutto ciò che è correlato al blocco di turnover ed assunzioni mai avvenute. L’azienda Asl 3 pistoiese non è stata da meno. Cosicchè nel primo mese di entrata in vigore della normativa in questione, sono arrivate alla nostra segreteria richieste di informazioni e spiegazioni”.

“La Legge europea, così com’è stata applicata dall’azienda – continua Scelta -, sconvolge i ritmi lavorativi di tutti noi, impedendoci di gestire la turnazione anche nel rispetto del tempo libero e degli impegni personali che ognuno ha. A questo punto, ci chiediamo come sia possibile adoperarsi per far rispettare una norma che tutela i professionisti ed il loro diritto al riposo ed arbitrariamente istituire la reperibilità come obbligatoria e soprattutto usarla per far fronte alla carenza cronica di personale, che comporta essere chiamati automaticamente in reperibilità per malattie, infortuni, permessi concessi ai colleghi, quando invece la reperibilità è un istituto contrattuale da applicare in “urgenza” ed è contemplata come obbligatoria solamente in ambiti come sale operatorie, pronto soccorso e dell’emergenza urgenza. Gli operatori vengono tacciati di non avere spirito di appartenenza all’azienda: bene, sfido i dirigenti e i facenti funzioni aziendali, che ci accusano anche di questo, a mettersi nei nostri panni o meglio nelle nostre divise ed a trovare un solo motivo per sentirsi parte dell’azienda. Anche la pura contrattazione interna tra Rsu, parti sindacali e azienda stessa è stravolta. Le segnalazioni di disagio che, come segreteria provinciale di sindacato delle professioni infermieristiche, portiamo periodicamente a conoscenza dell’azienda, non vengono prese in considerazione. Il terrorismo psicologico che viene adoperato tutti i giorni tra le corsie, a scapito degli operatori, è all’apice. Gli operatori, che siano infermieri o personale di supporto, sono allo stremo delle forze ed annientati psicologicamente, consapevoli della propria stanchezza fisica e psichica con cui sono costretti a fornire assistenza giornaliera e a far fronte alle responsabilità assistenziali che sono in aumento”.