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Inaugurato il secondo ambulatorio infermieristico alla Asl Sassari

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 23/02/2016 vai ai commenti

NurSind dal territorioSardegna

Inaugurato il secondo ambulatorio infermieristico alla Asl Sassari

 

E’ con grande piacere che la Segreteria NurSind Sassari ha appreso della notizia relativa all’apertura dell’ambulatorio infermieristico presso il distretto sanitario di Alghero (Leggi il comunicato). Prosegue quindi speditamente il progetto della Asl Sassari che già a dicembre 2015 aveva aperto proprio a Sassari il primo degli ambulatori previsti (Leggi il comunicato). Siamo molto felici, perché di questa possibilità, ne avevamo parlato in tempi non sospetti già nel 2014 con l’allora direttore generale e nuovamente, con il commissario straordinario attuale. Avevamo parlato di cosa sono, di cosa servono e quale tipo di impatto possono avere le prestazioni ambulatoriali infermieristiche sul tragico fenomeno delle code al pronto soccorso. E’ dimostrato dai numeri, dai fatti e da tutte le relazioni degli addetti ai lavori che una grande quantità di pubblico che accede al pronto soccorso, è caratterizzata da pazienti che sono triagiati con un codice bianco o verde. Molti di questi casi sono spesso rappresentati da problemi e complicazioni di lieve entità che non avrebbero bisogno di essere trattati attraverso il sistema dell’emergenza urgenza bensì attraverso risposte immediate di tipo strettamente infermieristico. Non essendo però il territorio dotato di nessun tipo di servizio cui ci si possa rivolgere, ed essendo quella del medico di famiglia una prestazione squisitamente clinica e non assistenziale, ecco che ai pazienti non rimane altra possibilità che riversarsi al pronto soccorso per ogni genere di problema. Gli ambulatori infermieristici hanno proprio il compito di intercettare almeno una parte di questa utenza e garantire la prestazione assistenziale somministrando prestazioni tipicamente infermieristiche. Un esempio su tutti può essere la sostituzione di un catetere vescicale, problema per il quale oggi gran parte degli utenti alla fine è costretta a rivolgersi al pronto soccorso.

Il limite dell’ambulatorio infermieristico risiede nella sua accessibilità a persone che possono raggiungere la struttura lasciando ancora senza assistenza tutte quelle che non possono abbandonare il loro domicilio. E’ per questo che la nostra proposta aveva una progettualità più allargata e comprendeva l’istituzione dell’Infermiere di Famiglia, che partendo dall’ambulatorio infermieristico, avrebbe la possibilità di andare ad occuparsi di prestazioni assistenziali domiciliari, soddisfacendo la domanda di tutti i pazienti colpiti da patologie croniche che ne minano l’autonomia e la mobilità. Ci eravamo resi disponibili ad attivare un gruppo di lavoro per cominciare a scrivere un progetto a riguardo, forti di quanto avevamo appreso nel primo congresso regionale appositamente convocato sul tema dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità; ci auguriamo che di questa parte importantissima del tema “assistenza territoriale” se ne possa parlare presto.

Il grande vantaggio che genera l’ambulatorio infermieristico non riguarda solo la soddisfazione dell’utenza ma è anche fortemente orientato al risparmio economico. La struttura ambulatoriale aperta all’interno della Asl, ha per l’amministrazione dei costi ridicoli paragonati al risparmio che genera il mancato accesso al pronto soccorso del paziente, ed essendo note le attribuzioni di responsabilità degli infermieri, ai quali spettano anche compiti di prevenzione, igiene ed educazione sanitaria, è facile intuire quanto utile sarebbe investire in questa attività più che in altre, per avere un tornaconto inestimabile in termini di risparmio e di salute della popolazione. In una grande città come Sassari gli ambulatori dovrebbero essere sparsi per tutto il territorio e lavorare anche di notte, andando ad identificarsi come struttura di quartiere e facendo dell’infermiere di quartiere, un presidio di prima linea efficace, efficiente ed economico.

Non possiamo quindi che ribadire la nostra soddisfazione per questo risultato che in qualche modo riteniamo anche nostro, avendo più volte sollecitato la discussione sul tema, pur non avendo potuto dare il contributo che immaginavamo e nonostante oggi i meriti se li attribuisca qualcuno che all’epoca fece spallucce. Ci auguriamo solo che l'ambulatorio non diventi un parcheggio per personale in uscita dai reparti e dimostri presto la sua valenza, considerato che al momento, viene descritto un po’ impropriamente dalla stessa Asl; non lo si può infatti considerare solo come un luogo preposto "all’erogazione di terapia iniettiva, prelievi venosi e capillari, medicazioni semplici, bendaggi e fasciature semplici, gestione e assistenza delle stomie e dei cateteri vescicali, misurazione di parametri vitali". Questo dipenderà soprattutto da chi ci lavorerà e dalla consapevolezza del potenziale che questa opportunità rappresenta. Noi crediamo fermamente che il futuro di un sistema sanitario ancora gratuito, pubblico e sostenibile, passi attraverso la totale o quasi inversione del rapporto tra assistenza ospedaliera e territoriale. Lo sviluppo della seconda non può che essere funzionale al buon funzionamento della prima, nella piena sostenibilità del sistema. E se sullo sviluppo delle cure domiciliari si avrà il coraggio di investire con serietà e decisione (i progetti regionali in discussione sono fortemente lacunosi), ogni riassetto delle reti ospedaliere potrà avere senso e condivisione, in Sardegna come in ogni altro dove.

Andrea Tirotto