Art. 49 e divergenze professionali: quello che al buon senso per forza sfugge...
La bagarre che si sta creando intorno alla proposta del Collegio Ipasvi di Pisa di rivedere il Codice deontologico, soprattutto per quanto riguarda l'art. 49, rischia di creare parecchio sgomento fra gli infermieri, ma ancor più grave è il rischio, reale, di precludere ogni forma di confronto, di dialogo e di spirito critico sull'argomento.
FEDERAZIONE VS. COLLEGIO IPASVI DI PISA
di Vincenzo Raucci
Provo un profondo senso di smarrimento quando vedo che la nostra “Vision”, quella del NurSind intendo, non corrisponde a quella della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI. Eppure credevo che una “Vision” come la nostra non potesse che essere condivisibile: un infermiere più forte e consapevole del suo ruolo sociale, più garantito da norme chiare, più riconosciuto sia dalle organizzazioni sanitarie, sia socialmente; quale stolto non troverebbe condivisibile tale “pacchetto”?
Eppure assisto quotidianamente a conflitti interni alla professione che, a mio parere, non dovrebbero nemmeno esistere e che mi fanno provare, come detto, un preoccupante senso di smarrimento.
Come ad esempio il caso “Federazione vs. Collegio IPASVI di Pisa” in merito al contestatissimo articolo 49 del Codice Deontologico. Quanta solerzia da parte della Dott.ssa Mangiacavalli nel riprendere il Consiglio Direttivo di detto Collegio Provinciale! Se solo fosse altrettanto tempestiva nel riprendere ben altri interlocutori, sicuramente in malafede verso la professione infermieristica, quale balzo in avanti farebbe la nostra professione!
E invece no. Si minaccia di sanzioni un gruppo professionale che condivide una “Vision”, potremmo definirlo alla Luther King un “sogno”, che dovrebbe essere condiviso da tutta la comunità professionale, ovvero quello di affrancare gli infermieri italiani dalla schiavitù delle cattive pratiche organizzative, che vedono fior di Direzioni Infermieristiche abusare dell’odioso articolo 49 (serve ancora ricordare di infermieri che lavano pavimenti, smaltiscono rifiuti, puliscono ferri, sostituiscono OSS o fanno portineria?).
Un tempo pensavamo di avere un solo “nemico”, ovvero quell’odioso cartello sindacale rappresentato dalla triplice (CGIL, CISL e UIL) che tanti danni ha procurato alla categoria, danni di cui ancora oggi si apprezzano i risultati, che non ci siamo preoccupati di guardarci adeguatamente le spalle.
Un tempo dicevamo di essere “ostaggi” dei maggiormente rappresentativi, ma oggi ci tocca amaramente concludere che siamo “ostaggi” anche della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI… quale amara prigionia! Prigionieri di noi stessi!
A questo punto, mentre per riscattarci dal giogo sindacale della triplice dobbiamo perseguire la strada di sempre, ovvero rafforzare il sindacalismo autonomo, per affrancarci dal dispotismo della Federazione non resta che rimboccarci le maniche e trovare le migliori strategie e le migliori sinergie locali per mandare a casa, provincia per provincia, quei parrucconi supponenti che governano gli attuali Collegi Provinciali IPASVI.