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Portogallo: ondata di scioperi in tutto il Paese

Donato Carraradi
Donato Carrara
Pubblicato il: 31/08/2016 vai ai commenti

Estero

Ondata di scioperi, manifestazioni e assemblee degli infermieri portoghesi che rivendicano le 35 ore settimanali, come promesse dal Ministero della Salute e delle Finanze nell'incontro negoziale del 4 maggio 2016 e ratificato il 24/6/16 (ad oggi ne fanno 40), più assunzioni, progressioni di carriera, pagamento degli straordinari, valorizzazione degli stipendi degli infermieri specialisti.
In tutto il Paese, il SEP (Sindicato dos Enfermeiros Portugueses) ha scatenasto l'offensiva contro il governo ed il ministero della salute organizzando un Piano Nazionale di Lotta affinchè attuino le conquiste, promesse e già definite in articoli di legge, dal 2010.
Sono stati organizzati scioperi e mobilitazioni a scacchiera in tutti gli ospedali del Portogallo, al fine di mantenere viva l'attenzione dell'opinione pubblica alle rivendicazioni del SEP.
All'ospedale di Lisbona gli scioperi sono stati programmati per il 30, 31 agosto, 1 e 2 di settembre,
Al Centro Hospitalar Tondela-Viseu, la protesta si è espressa con 5 giornate di assemblea nella hall del Policlinico, dal 22 al 26 agosto, dalle 9 alle 12 a cui hanno partecipato mediamente 65/70 infermieri che hanno valutato positivamente la forma di protesta e hanno dichiarato di essere pronti a proseguirla anche per due settimane se non si otterranno risultati.
All'ospedale di Porto, lo sciopero del turno mattutino dalle 8 alle 14 del 26 agosto ha avuto un'adesione del 55%
A Guimaraes le adesioni ai 4 giorni di sciopero sono state del 90% al turno di notte, del 66% del turno di mattina e dell'84% del turno pomeridiano e si stanno raccogliendo firme di solidarietà e sostegno da parte dei cittadini.
La prossima iniziativa sarà una manifestazione nazionale a Lisbona indetta per il 9 settembre alle 11 con concentramento davanti all'ospedale Santa Maria.

In un fermo comunicato al primo ministro, il Segretario del SEP, Josè Carlos Martins, chiede al governo il rispetto dei patti presi nella seduta dello scorso 4 maggio, dinnanzi al ministro della salute e delle finanze e del protocollo sottoscritto il 24 giugno in cui veniva precisato che il governo si impegnava con uno strumento legislativo a concretizzare l’applicazione della settimana di 35 ore al personale del SSN.
A settembre doveva già essere predisposto il testo della legge di istituzione delle 35 ore settimanali, anche per via delle sanzioni che la Commissione Europea potrebbe somministrare al Portogallo per inadempienza della normativa sull’orario di lavoro.
Il Segretario Martins conclude sottolineando e pretendendo il rispetto degli impegni presi tra “persone in buona fede” ed il recupero del processo negoziale che ponga fine all’ingiusta ed intollerabile situazione.

Per chi non lo sapesse, in Italia le 35 ore settimanali sono già previste per i turnisti dall’art. 27 del contratto del 1999, previo accordo aziendale con la RSU. Purtroppo constatiamo che questa previsione è stata per lo più ignorata e disattesa, salvo rarissime eccezioni.
Le 35 ore settimanali sono il perfetto debito orario per i turnisti in quanto non li fa andare ne in debito ne in credito nello svolgimento dei turni annui, laddove è in uso il turno in quinta (M-P-N-S-R) e cioè in larga parte delle aziende ospedaliere italiane.
In Portogallo scioperano perchè il governo ha disatteso un impegno da 3 mesi... In Italia cosa dovremmo fare per far rispettare un accordo sottoscritto 17 anni fa? Alle RSU quindi il compito di attuare al più presto l’accordo aziendale!

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