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Def: incerte le risorse sanitarie destinate alla sanità

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 30/09/2016 vai ai commenti

Editoriali

Ieri alla Camera, il Ministro della Salute, è stata protagonista di due interrogazioni da parte della sinistra Italiana e del M5s, in relazione alla questione Finanziamento Sanità 2017 e ai 113 miliardi promessi in Conferenza Stato- Regione.

L’interrogazione dell’onorevole Nicchi di Sinistra Italiana, ha toccato diversi punti, sottolineando come la vergognosa quanto surreale campagna pubblicitaria del Fertility day, sessista e razzista, che ha offeso milioni di cittadini italiani, sia in fondo servita solo a distrarre l’opinione pubblica dal futuro della sanità italiana: inadeguatezza delle risorse finanziarie, ticket, liste di attesa, pronto soccorso al collasso.

Proprio in merito agli stanziamenti che il Governo intende fare e se manterrà la promessa dei 113 miliardi, il Ministro Lorenzin, è stato alquanto evasiva, non sbilanciandosi sulla cifra ma evidenziando a suo dire, come, nonostante la crisi economica, il livello di finanziamento alla sanità ha mantenuto un andamento crescente su base annua.

Ha ribadito, sviando la questione stanziamento, quali sono gli obiettivi che per questo 2017 il Governo ha fissato: le politiche sanitarie del personale sanitario e garantire la distribuzione dei farmaci innovativi, in particolare quelli oncologici di nuova generazione.

Al costante aumento di risorse economiche destinate alla sanità paventato dal Ministro della Salute, ha ribattuto, Giulia Grillo, Capogruppo alla Camera per il M5S, che sventolando il Fascicolo del Monitoraggio delle Spese sanitarie della Ragioneria dello Stato, ha mostrato all’aula ed alla Lorenzin i tagli alla sanità che le Regioni avrebbero dovuto adottare, 3miliardi e 980 milioni di euro per il 2017 e 5miliardi e 489 milioni di euro per il 2018/019, confermati a Febbraio 2016 durante l’intesa Stato- Regioni in 3 miliardi e 500milioni di euro per il 2017 e 5 miliardi per il 2018/019.

Altro tema toccato dalla Sinistra Italiana è stato il decreto che stabilisce i nuovi Lea e l’aumento del numero dei ticket, denunciato in questi giorni dalla CGIL.

In merito ai Lea, mentre il Ministro, entusiasta, inneggia al decreto che diviene realtà dopo 15 anni, l’onorevole Nicchi, sostiene che secondo il decreto, per i nuovi Lea sono stati stanziati 800 milioni di euro, mentre per garantire l’esigibilità e l’uniformità del diritto all’assistenza, dovrebbero essere di circa 3 miliardi le risorse da destinare all’obiettivo Lea.

Immaginiamo che solo garantire alla popolazione i nuovi vaccini, costerebbe allo Stato 220 milioni di euro l’anno.

L’onorevole Nicchi imputa a questo Governo la responsabilità di aver introdotto una serie cospicua di nuovi ticket, questo perché molte prestazioni chirurgiche, grazie al decreto, sono state spostate dal regime di day surgery a quello ambulatoriale, che comporta il pagamento del ticket.

A questa insinuazione la Lorenzin risponde mettendo in dubbio la buona fede della Cgil e accusando quest’ultima di strumentali ricostruzioni, non avendo compreso il contenuto della relazione tecnica che accompagna la legge, positivamente verificata dalla Ragioneria dello Stato.

Anche Matteo Renzi, la scorsa notte, al termine del Cdm, durante il quale è stata approvata la nota di aggiornamento al Def , in conferenza stampa, non si è sbilanciato sull’ammontare dello stanziamento delle risorse destinate alla sanità, dichiarando solo che in relazione alla previsione di maggiori spese sanitarie, saranno stanziati maggiori fondi, ed alla domanda sul quantum, il premier non si è espresso in cifre, rimandando alla Legge di Stabilità.

 

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