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Roma. Sei trapianti di rene da donatore vivente con gruppo sanguigno incompatibile, eseguiti al Policlinico Gemelli.

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 21/02/2017 vai ai commenti

LazioNurSind dal territorio

Sono stati eseguiti eseguiti con successo i primi sei trapianti nel Lazio da un’equipe multidisciplinare del Policlinico A. Gemelli di Roma. Trapianto di rene da donatore con gruppo sanguigno incompatibile.

I trapianti sono stati effettuati grazie a una tecnica innovativa che arriva dal Giappone e che consiste nel "ripulire" il sangue del paziente ricevente l’organo, dagli anticorpi contro il gruppo sanguigno del donatore, in modo che non vi siano reazioni di rigetto al trapianto di rene.

Grazie a una tecnica all’avanguardia, "made in Giappone", e utilizzata a oggi solo in pochi centri in Italia, sono già sei i pazienti laziali che hanno ricevuto un rene da un donatore vivente con gruppo sanguigno incompatibile. L’incompatibilità del gruppo sanguigno (da sempre considerata una barriera alla possibilità di effettuare un trapianto di rene) viene bypassata ‘ripulendo’ il sangue del paziente che riceve l’organo così da eliminare gli anticorpi contro il sangue del donatore.

Gli interventi sono stati effettuati dall’equipe chirurgica dell’Unità Operativa Trapianti di Rene, diretta dal Prof. Franco Citterio, mentre il prelievo del rene è stato effettuato con procedura laparoscopica dal Prof. Jacopo Romagnoli.

Determinante per il successo di questo tipo di trapianto è stata la stretta collaborazione con l’Unità Operativa Complessa di Emotrasfusione diretta dalla Prof. Gina Zini e con il laboratorio di Istocompatibilità del Centro Regionale Trapianti diretto dalla Prof. Antonina Piazza.

Il Trapianto di rene

Il trapianto di rene è oggi la migliore cura per il trattamento dell'insufficienza renale cronica, garantendo una migliore sopravvivenza del paziente, una migliore qualità di vita e significativi minori costi rispetto al trattamento dialitico. In particolare, il trapianto di rene da donatore vivente è la migliore cura possibile per un paziente affetto da insufficienza renale terminale.

Nel Lazio lo scorso anno sono stati eseguiti con ottimi risultati 42 trapianti da donatore vivente, il 15,4 % di questo tipo di trapianti effettuati in Italia.

La tecnica utilizzata

La tecnica consiste nel filtrare il sangue dei pazienti riceventi (prima del trapianto) in speciali filtri di ‘plasmaferesi’ per rimuovere gli anticorpi antigruppo presenti.

Sono stati i chirurghi giapponesi i primi al mondo a effettuare trapianti con incompatibilità del gruppo sanguigno, mettendo a punto la tecnica.  Da qualche anno alcuni centri italiani del Nord-Italia hanno iniziato a seguire l’esempio giapponese e americano, effettuando con successo il trapianto tra coppie donatore – ricevente con gruppo sanguigno AB0 incompatibile. 

Ora questa procedura è possibile anche nel Lazio presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. I primi sei pazienti trapiantati presso l’Unità Operativa trapianti di rene  del Policlinico Gemelli che hanno ricevuto un rene da donatore vivente ABO incompatibile stanno bene e con un’ottima funzione renale.

“Questa positiva esperienza”, afferma il Professor Citterio, “consente di superare uno degli ostacoli al trapianto di rene da donatore vivente e permetterà anche nel Lazio di poter curare meglio i nostri pazienti con insufficienza renale cronica”. “Per l’anno in corso”, conclude il professor Citterio, “vi sono già quattro pazienti in studio”.

Il commento di Nanni Costa direttore del Centro nazionale trapianti.

"Il programma eseguito dal Policlinico Gemelli aggiunge un tassello importante alla diffusione del trapianto di rene da vivente ABO incompatibile, ossia il trapianto eseguito tra un donatore ed un ricevente tra i quali vi è incompatibilità di gruppo sanguigno". 

"La disponibilità di tecnologia avanzata per la sottrazione di anticorpi e l’elevata capacità di gestione della terapia antirigetto sono le componenti essenziali di questo tipo di tecnica di trapianto".

"È fortemente auspicabile che altre strutture di trapianto, soprattutto quelle presenti nell’area centro sud, sviluppino questo programma in grado di aumentare in modo significativo la donazione di rene da vivente".

"Il Centro Nazionale Trapianti segue con grande interesse questi sviluppi che, accanto alle catene samaritane ed al trapianto con modalità cross over, ossia con scambio di organi tra coppie incompatibili, possono restituire ai pazienti in attesa di trapianto la possibilità di ricevere un organo da un donatore vivente”.