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Tar, sentenza storica. Gli infermieri del 118 vanno remunerati. Non sono "volontari".

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 07/03/2017 vai ai commenti

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Lo scenario è sempre, per lo più, lo stesso: servizio urgenza- emergenza 118 affidato ai “volontari”, lavoro nero, orari fuori legge. Una piaga questa, del servizio di emergenza, che ha assunto dimensioni preoccupanti, un cancro che ha metastatizzato tutto il territorio italiano, nessuno escluso; a testimonianza ci sono i tanti servizi d’inchiesta che hanno portato alla luce un sistema codificato e ben strutturato, autorizzato dalle stesse Asl, dal quale non si riesce a venirne a capo, proprio perché, spesso il problema è a monte e, per così dire “legalizzato” dagli appalti

Eppure qualcosa, potrebbe cambiare si spera e, sulla scia di quanto diremo, possa innescarsi una vera e propria rivoluzione che smantelli questo modus operandi, svilente per il professionista e pericoloso per il cittadino.

In quasi tutte le regioni italiane, la gestione del servizio di urgenza- emergenza 118, è affidata, per una parte all’azienda sanitaria locale e, per la restante parte alle Associazioni Onlus, tramite appositi appalti, banditi dalle Asl.

Ed è proprio in merito ad uno di questi bandi, che il Tar di Salerno, in una sentenza storica, si è pronunciando, annullandolo, ed affermando che il professionista infermiere, non può essere considerato volontario e remunerato con il solo rimborso spese.

Il bando in questione era quello emesso dall’Asl di Avellino, pubblicato sulla G.U.R.I. in data 07/12/2016, avente come oggetto “l’affidamento del servizio trasporto infermi in emergenza-118” sul territorio dell’Asl di Avellino; il ricorso al bando è stato promosso dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia.

Le motivazioni che hanno portato la Onlus a chiedere l’annullamento del bando, risiedono in alcune violazioni di legge, specie in merito al criterio dell’offerta più vantaggiosa.

Nello specifico sono state ravvisate violazioni in merito al fatto che una volta individuate le 30 postazioni S.T.I.E. (Servizio trasporto infermi in emergenza), di cui 15 medicalizzate e 15 non medicalizzate, per ogni postazione, sia stato individuato un importo a base d’asta, ed un importo mensile variabile, da postazione a postazione, senza la completa e corretta indicazione dei criteri stabiliti per la base d’asta prevista e che nell’indicare i requisiti previsti per gli autisti soccorritori e per gli infermieri in termini di ore e di impegno, oltre che di retribuzione, si individuassero parametri incongrui e contrari a tutte le disposizioni normative.

Quanto contestato dalla Misericordia, è un prezzo a base d’asta che, non permette di formulare un’offerta che rispetti il costo del lavoro relativo agli infermieri.

Questa ed altre violazioni che potrete leggere nella sentenza in allegato, ha portato il Tar di Salerno ad accogliere il ricorso della Confederazione Nazionale delle Misericordie, annullando il bando.

Il tribunale di Salerno, ha chiarito che il bando dell’Asl di Avellino, avesse delle contraddizioni in essere, da renderlo nullo.

In merito al reclutamento di personale infermieristico, le clausole poste, serie e rigide, come l’utilizzo, nel servizio di emergenza, di infermieri in possesso della laurea triennale in infermieristica e l’iscrizione all’Ipasvi di residenza, escludesse a priori l’utilizzo di personale volontario; di contro il prezzo di base d’asta è del tutto inadeguato, insufficiente a coprire il fabbisogno complessivo di ore, per l’attività infermieristica.

Poiché il costo di un infermiere è di 21 euro l’ora, e tenendo presente, le 11 ore al giorno di lavoro consecutivo, tale costo supera di gran lunga, il budget previsto dal bando.

Non è ammissibile che si remunerino gli infermieri, con un simbolico rimborso spese.

Il Direttore della Confederazione Nazionale delle Misericordie, Andrea Del Bianco, si ritiene soddisfatto, auspicando, che anche in altre regioni, vengano presi provvedimenti del genere.

Se la sentenza avesse veramente il giusto seguito, si potrebbe rimettere ordine in un settore delicato dell’assistenza.

Il problema non risiede solo nella mancata giusta remunerazione degli infermieri, nello sfruttamento di tanti disoccupati e precari, ma anche in tutta quella schiera di “volontari”, che operano senza un’adeguata formazione.

 

Fonti:

http://www.avellinotoday.it/cronaca/tar-infermieri-remunerati-rimborso-spese.html

La sentenza

Ph: agrigentoblog