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La Commissione Petizioni del Parlamento Europeo bacchetta l'Italia sui precari della PA.

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 27/03/2017 vai ai commenti

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Si è svolta il 22 marzo l'audizione di una delegazione italiana davanti alla Commissione per le Petizioni del Parlamento europeo sul tema dell'uso (e abuso) dei contratti a termine nella pubblica amministrazione.

 

Al termine dell'audizione, sentiti i rappresentanti della parte dei lavoratori (fra cui un collega infermiere, Pierpaolo Volpe), la presidenza della Commissione si è espressa con toni molto duri nei confronti dell'Italia e del rappresentante, in tale sede, del Governo italiano, tacciando l'abuso dei contratti precari di essere una situazione indegna per un Paese membro dell'Unione europea.

Prese di posizione pesanti dunque, sostenute fortemente anche dalle europarlamentari italiane Eleonora Ivi ed Eleonora Fiorenza (quest'ultima assente in audizione per concomitanti impegni istituzionali) e dall'eurodeputata greca Kostandica Kuneva, sancita dalla parole della presidente, svedese, Cecilia Wikstrom, e conclusasi con la risoluzione di mantenere aperte tutte le petizioni in tal senso presentate, la proposta di arrivare a una risoluzione che si occupi del tema del precariato pubblico italiano e l'impegno a trattare l'argomento come tema unico di una seduta plenaria che si terrà in autunno.

Tre importanti risultati di cui il collega Volpe, presente nella delegazione, rende conto in una lettera inviata al Direttore di Quotidiano Sanità (Clicca), in cui oltre a esporrei fatti che abbiamo sintetizzato, stigmatizza l'intervento in audizione del rappresentante del Governo e auspica un percorso condiviso da tutte le forze politiche per superare definitivamente il problema del precariato nella PA.