Iscriviti alla newsletter

Crocerossine: il caso dei “gradi” fa deflagrare le tensioni interne

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 22/05/2017 vai ai commenti

NurSind dal territorio

Il caso dei “gradi” pare sia stata solo la scintilla che ha fatto esplodere la tensione interna alla CRI riguardo alla situazione delle Sorelle crocerossine.

 

Recentemente il Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, con proprio atto aveva imposto la rimozione dei distintivi di grado nelle attività civili delle crocerossine.

Un provvedimento, secondo quanto dichiarato dallo stesso Rocca, che si rifà direttamente alle disposizioni normative vigenti e che si è reso necessario anche in considerazione dell'uso improprio che taluni hanno fatto, fino a oggi, dei distintivi di grado per i volontari dei corpi ausiliari.

Il riferimento parrebbe essere all'eccessiva militarizzazione che il corpo volontario è andato assumendo negli ultimi anni, direttamente imputabile, secondo Rocca, all'attuale Ispettrice Nazionale del Corpo.

Ispettrice, Monica Dialuce, che non tarda a pubblicare le sue rimostranze contro il provvedimento del presidente, definendolo “una dolorosa realtà di vessazione, quasi una vera persecuzione”, quasi un atto punitivo di poca ragionevolezza.

La controreplica di Rocca è altrettanto dura e tagliente, tant'è che il Presidente identifica proprio nell'Ispettrice Nazionale una punto di criticità del Corpo, a causa del suo “personalismo mirato a deviare l'attenzione dalla sua inadeguata gestione e dalle critiche ricolte da più parti alla sua persona”; le dichiarazioni dell'Ispettrice verranno “discusse nelle sedi opportune”. "E’ fin troppo chiaro - precisa il Presidente ad Adnkronos - che il provvedimento appena emesso sui gradi delle Infermiere Volontarie, ben lungi dall’essere un attacco alla dignità del Corpo, è un semplice richiamo al rispetto dei regolamenti e delle normative vigenti, che si è purtroppo reso necessario perché qualcuno negli ultimi anni ha iniziato a usare in maniera impropria i gradi. Nello specifico, va spiegato che i gradi delle Infermiere Volontarie non sono equiparati a quelli dell’Esercito, ma semplicemente assimilati e funzionali al solo contesto dell’espletamento dei compiti ausiliari alle Forze armate e quindi non nella quotidianità. La Croce Rossa Italiana tutta è unita indissolubilmente al Corpo delle Infermiere Volontarie che sono parte integrante dell’Associazione”.

La querelle sui gradi, che di per sé francamente pare non essere una questione fondamentale, ha scoperchiato il vaso di Pandora e ora in casa CRI è guerra aperta tra la presidenza e l'ispettrice nazionale.

Mentre sembra legarsi all'uso in servizio civile dei gradi di crocerossina il destino dell'assistenza infermieristica d'ausilio alle forze armate, non possiamo non andare con il pensiero ai colleghi infermieri che prestano effettivo servizio nelle forze armate, e sui cui inquadramenti gerarchici da tempo si discute senza ancora avere sentore di una via d'uscita che riconosca all'infermiere (laureato, quindi) la stessa possibilità di carriera di un militare, anch'egli laureato, non infermiere. Ma questa è un'altra questione.

 

Fonte: Adnkronos