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Il postino bussa due volte, PEC/cato che se non ti trova perdi il posto.

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 05/08/2017 vai ai commenti

Editoriali

Sono tante le cose che nella vita professionale possono accadere, molte cose normali e prevedibili, altre talmente assurde da impallidire Samuel Beckett.

Siamo ad Agosto 2017. Giacomo è un infermiere laureato dal 2013, che finora si è sempre destreggiato professionalmente tra partite IVA, partite di lavoro mai pagate da cliniche private inadempienti, collaborazioni più rare che occasionali.

Ad un certo punto: la svolta!

La settimana scorsa a Giacomo viene trasmesso da parte di una Azienda Pubblica della Regione, il telegramma che questi attendeva da tanto tempo, per un contratto a tempo determinato fino al 31 Dicembre 2017 eventualmente rinnovabile, relativo ad una graduatoria bandita nel 2014.

Ma c’è un problema: il primo di tanti.

Giacomo vive in un paesino come tanti del Meridione, dove ci sono molte omonimie. Siccome l’efficientissimo postino titolare della zona è (giustamente) in ferie estive, viene sostituito da un postino precario, assunto solo fino a Settembre, totalmente solo e mai affiancato, il quale per mero errore (capita a tutti di sbagliare) consegna il telegramma nella cassetta delle lettere di un lontano cugino di Giacomo, anch’esso di nome Giacomo (capita spesso da noi). Il caso volle che il “cugino sbagliato” fosse anch’esso in ferie fino alle settimana successiva.

Risultato? Un disastro …

L’Azienda aveva spedito il telegramma Giovedì 27 Luglio, convocando l’infermiere Giacomo “a presentarsi perentoriamente Lunedì 31 Luglio 2017 a carattere d’urgenza, mancata presentazione equivale a rifiuto decadenza permanente dalla graduatoria”.

Purtroppo Giacomo riceve il telegramma da cugino solo giovedì 3 Agosto, quando ormai i posti in Azienda erano stati colmati e stante la mancata presentazione Giacomo è stato escluso dalla graduatoria per tutto il periodo della sua valenza, probabilmente decennale (accade), intergenerazionale (accade) ed in secula seculorum…. Amen!

Ergo, il buon collega Giacomo si trova esonerato, dopo anni di stenti e difficoltà professionali e quindi di riflesso anche umane, dal poter assumere il suo posto di lavoro, ormai vessato e scoraggiato decide quindi, come tanti, di fare le valigie e partire, come aveva fatto suo nonno, verso Germania in cerca di lavoro.

Questa storia, non è “la” storia, ma solo “una” delle tante storie che sono sorelle delle realtà e non figlie della fantasia.

Storie come quella di Giacomo accadono e continueranno ad accadere SE NON SI CAMBIA SISTEMA!

Possibile che ancora nel 2017 le Aziende convochino i professionisti per telegramma e non per PEC?

Possibile che nel 2017 vengano ignorati i criteri di economicità, democraticità, immediatezza, efficacia ed efficienza, tracciabilità e qualità dei processi nella PA?

Possibile che  ancora nel 2017 si scelgano costosi ed inefficaci telegrammi come mezzi per reclutare personale e non si usino mail e soprattutto PEC?

Il carnefice, in questa ed in centinaia di storie simili che ancora si perpetuano, non è il povero portalettere, anch’esso precario ed anch’esso vittima insieme con Giacomo, il quale però a differenza del primo il lavoro lo ha perso.

Speriamo di non dover sentire più i colleghi in ansia, non perché “finalmente arriva il lavoro” ma perché “devo stare attenta perché mi arrivi il telegramma”. E pensare che la PEC è obbligatoria da anni sia per i professionisti che per le Aziende, e costa solo da 3 a 5€ l’anno.

Auspichiamo che questo vuoto normativo venga presto colmato, e che la PEC, immediato, certificato e tracciabile strumento, sia imposto come canale di comunicazione tra Azienda e Professionisti, altrimenti di storie come questa, intrise di frustrazione e conseguente emigrazione, ne sentiremo ancora tante.