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"Angelo senza Dio", oltre il pregiudizio per il reinserimento dei detenuti

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La Redazione
Pubblicato il: 27/08/2017 vai ai commenti

Toscana

Un sistema carcerario, dove prestano servizio molti infermieri, che stenta ad essere il luogo dove il detenuto possa intraprendere un vero percorso di riammissione nella società.

 

NurSind ha organizzato insieme al centro studi Pedagogicamente un incontro  a Pisa, in Piazza delle Vettovaglie, moderato dal Direttore della sede di Pisa del quotidiano "La Nazione" Stambi, per la presentazione del libro «Angelo senza Dio» dello crittore Carmelo Musumeci, il detenuto egastolano con Ia passione per la scrittura e una laurea in filosofia.

 

il volume scritto da Musumeci, con laprefazione di Agnese Moro, e stato anche l'occasione per

parlare delle spine del sistema carcerario italiano.

 

Reinserimento, percorsi rieducativi, attivita pedagogiche e abbattimento dei pregiudizi sono stati gli spunti di una discussione argomentata da Antonello Nicosia, docente dell'Universita di Palermo, pedagogista e direttore del centro studi e di alta formazione Pegagogicamente.

 

«Le mie lezioni con i ragazzi del dipartimento iniziano proprio con I'abbattimento del pregiudizio - dice

Nicosia -.

 

"Le carceri sono sovraffollate ma, come mi ha insegnato il direttore del carcere di Pisa, Fabio Prestopino, è fondamentale distinguere i due aspetti del carcere che può esser visto solo in un'ottica afflittiva della pena o in un'ottica trattamentista e rieducativa."

 

E' fondamentale trasmettere questa ideae combattere per l'abolizione dell'ergastolo ostativo. L'ozio e la mancanza di spazi rieducativi contamina i detenuti che in cella o nelle aree dipassaggio non possono trovare la forza e lo scopo sociale per affrontare il fuori».

 

Certezza della pena rna anche lavori socialmente utili, lezioni, attivita formative e apprendimento di un mestiere: queste le sfide e le funzioni che il sistema carcerario italiano dovrebbe accogliere.

 

Durante l'incontro sono state esposte le tele realizzate appositamente dalle artiste Valentina Tozzi, infermiera, e Antonietta Doda Oristano.