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Morte Cerebrale. Il ruolo sociale dell' infermiere

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La Redazione
Pubblicato il: 17/11/2017 vai ai commenti

Nursing

Post fata resurgo – Dopo la morte torno ad alzarmi.
(Motto della Fenice)

 

 di Michela Cavallin

 

La morte si identifica come la cessazione irreversibile di tutte le funzionalità dell’encefalo, una volta eseguita la diagnosi di morte passiamo dal nursing del paziente al mantenimento degli organi del potenziale donatore (cadavere a cuore battente) molto spesso però resa difficoltosa dalle terapie praticate al pz quando ancora era in vita.

Nonostante ancora oggi per molti infermieri sia ancora difficoltoso scindere questi due tipi di assistenza ben diversi il contesto specifico nel quale si svolge questa attività rispecchia ciò che viene individuato dal profilo professionale  prevedendo che l’assistenza infermieristica sia di natura tecnica, relazionale ed educativa (D.M 739  del 1994). L’infermiere in questo processo ha un ruolo fondamentale essendo il primo deputato all’assistenza e alla relazione con il paziente e con i familiari (con i quali deve costruire un rapporto di fiducia e di supporto psicologico).

Si trova conferma anche nel codice deontologico:

art.7, l’infermiere deve, quando l’assistito non sia in grado di manifestare la propria volontà, tenere conto di quanto da lui espresso in precedenza e documentato e ne diventa quindi il garante durante il periodo di ricovero o di osservazione

art. 38, si ribadisce come il ruolo  dell’infermiere debba essere di sostegno ai familiari ed alle persone di riferimento dell’assistito, cardine della professione stessa, in particolare nell’ evoluzione terminale della malattia, nel momento della perdita e dell’elaborazione del lutto

art.40, infine in maniera esplicita si sofferma sul ruolo dell’infermiere nel favorire l’informazione e l’educazione sulla donazione di sangue, tessuti ed organi quale atto di solidarietà umana.

Sebbene il codice deontologico presupponga una visione etica ed una condivisione di valori da parte di tutto il gruppo di professionisti che lo esprime è necessario ricordare come la qualità delle decisioni del singolo infermiere dipenda molto dalla sua maturità etica e professionale pur trovando nelle norme deontologiche un supporto. La qualità dell’assistenza ricevuta è cruciale e riguarda direttamente l’infermiere. Una buona assistenza lascia un'immagine positiva, contrariamente ad un'assistenza inadeguata che lascerà rabbia ed amarezza. Essa è fondamentale anche per affrontare nel migliore dei modi la fase successiva alla comunicazione della morte cerebrale; la richiesta di consenso alla donazione di organi e tessuti.