Iscriviti alla newsletter

Burnout. Gli infermieri possono diventare pericolosi per i pazienti? Gli studi sui Comportamenti Controproduttivi

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 27/12/2017 vai ai commenti

NursingStudi e analisi

Diversi studi hanno rilevato come anche in sanità, uno dei maggiori problemi siano i CWB- Counterproductive Work Behaviors, ovvero i Comportamenti lavorativi controproduttivi, messi in atto dagli operatori sanitari, che fanno di questi elementi potenzialmente pericolosi per i pazienti.

Cosa sono i CWB?

Prima di essere un problema delle aziende sanitarie, quello dei Comportamenti lavorativi Controproduttivi, è una delle maggiori criticità delle società moderne, questi, sono atti volontari dei lavoratori contro l’azienda o le persone che ne fanno parte, e che influenzano negativamente i servizi erogati dall’azienda stessa.

Nella letteratura i CWB sono considerati come esiti di eventi stressanti che colpiscono i lavoratori; gli stressor più frequenti, responsabili della messa in atto dei comportamenti controproduttivi sono: eccessivi carichi di lavoro, organizzazione del lavoro,conflitti interpersonali, a loro volta elementi scatenanti della sindrome di Burnout.

Il lavoratore, sottoposto agli stressor, reagisce mettendo in atto i Comportamenti controproduttivi come strategia atta a fronteggiare un ambiente particolarmente stressante.

Diversi studi hanno messo in correlazione la Sindrome di Burnout ed i Comportamenti lavorati controproduttivi (CWB), rilevando che i lavoratori con i più alti livelli di Burnout, sono quelli che mettono in atto maggiormente i CWB.

La messa in atto dei CWB in sanità da parte degli infermieri è un fenomeno possibile e riscontrato, se pensiamo a come sia frequente la sindrome di Burnout, comune a tutte le professioni di aiuto.

Le ricadute che ne derivano sono due e sono particolarmente pericolose: quella diretta economica sull’azienda e quella diretta sui pazienti, in quanto su questi si riflettono gli esiti della qualità delle cure offerte.

Uno studio americano che ha preso in esame i CBW in sanità, ha identificato i CWB- C (clinic), ovvero i comportamenti controproduttivi che potrebbero minare la salute degli assistiti.

Esempi di CBW-C sono: la registrazione fallace dei parametri vitali sulla documentazione sanitaria, la somministrazione di farmaci in quantità diversa da quella prescritta.

Perché gli infermieri mettono in atto i CWB-C?

Sono diversi i fattori in sanità che funzionando da stressor, possono implementare i Comportamenti lavorativi controproduttivi: percezione di ingiustizia nelle organizzazioni, ambiguità di ruolo o gerarchia, leadership non etica, disorganizzazione, carichi di lavoro eccessivi.

Ma essere sottoposti a questi agenti stressanti non basta; affinché un infermiere compia comportamenti non in linea con la propria morale, è necessario che ricorra ad una temporanea inibizione della propria coscienza, meccanismo psicologico del disimpegno morale (DM), un tipo di atteggiamento dove alle proprie azioni trova una giustificazione, messi in atto come rivalsa nei confronti di una azienda che a sua volta adotta nei suoi confronti comportamenti scorretti.

Diversi sono gli studi americani che hanno descritto il fenomeno, come anche in Italia, ad esempio questo da cui ho tratto questo breve articolo. Studi che se presi in considerazione dai dirigenti delle professioni sanitarie, potrebbero mettere in atto tutta una serie di progetti finalizzati alla prevenzione dei CWB, come il controllo e la valutazione dei carichi

di lavoro, la rimozione dei vincoli organizzativi e azioni di riduzione dei conflitti interpersonali nelle diverse equipe assistenziali. Indirettamente quindi, la gestione del fenomeno contribuirebbe a migliorare la qualità delle cure.

 

 

Fonte:

Violare le norme organizzative e sociali nei luoghi di

lavoro: studio correlazionale nel contesto infermieristico

Francesco Zaghini1 , Valentina Biagioli2 , Rosario Caruso3 , Sondra Badolamenti2 , Roberta Fida4 , Alessandro Sili5

1 Infermiere tutor clinico, studente di Dottorato, Università Tor Vergata, Roma

2 Infermiera, studente di Dottorato, Università Tor Vergata, Roma

3 Responsabile dell’Area di Ricerca e Sviluppo delle Professioni Sanitarie, IRCCS Policlinico San Donato, Milano

4 Lecturer in Organizational Behavior, University of East Anglia, Norwich Business School

5 U.O.C. Direzione Infermieristica e delle Professioni Sanitarie, Policlinico Universitario Tor Vergata, Roma.

 

 

Ph credit: Cs-evolution