I robot sono già nelle nostre corsie e case di riposo: infermieri e fisioterapisti. Da Mario Kompai a Hunova

L’era dei Robot è già qui. Da qualche mese in Italia i robot sono a lavoro: un esempio è Mario Kompai che, lavora nell’Ospedale del Vaticano Casa del Sollievo della Sofferenza.

Dagli Hotel alle scuole, la robotica sta facendo passi da gigante, concentrando gli sforzi maggiormente nel campo della sanità, dove i robot potrebbero diventare insostituibili.

L’idea che si sta facendo strada è quella dei robot-badanti, che chiaramente non possono sostituire gli esseri umani, ma possono offrire un piccolo sostegno ai pazienti non autosufficienti con compiti semplici come prendere un oggetto, prendere un appuntamento, rispondere a domande semplici o chiamare i soccorsi.

Mario Kompai, ad esempio affianca gli infermieri che assistono i pazienti affetti da demenza senile: svolge esami clinici, ricorda ai pazienti di prendere le medicine agli orari stabiliti, telefona ed invia e-mail.

Grow Mu, nato da un progetto dell’Unione Europea, tra qualche mese entrerà in servizio in alcune case di riposo per ricordare ai pazienti: come Kompai riconosce i pazienti, gli ricorda di prendere i farmaci e lancia un sos in caso di emergenza.

I robot potranno essere indispensabile anche ai bambini ospedalizzati: Ivo, un tablet su due ruote, va a scuola al posto dei bambini e ragazzi ricoverati e permette loro di vedere le lezioni in streaming o di chiacchierare con i compagni di scuola. E’ offerto dalla Elmec informatica ai bambini delle scuole di Varese, Arcisate, Casciago e Busto Arsizio, ricoverati nell’Ospedale del Ponte di Varese, All’istituto dei Tumori di Milano ed al Policlinico San Matteo di Pavia.

Ma i robot non affiancheranno solo gli infermieri, una delle ultime novità à Hunova: una piattaforma con sedia mobile e touch screen, dove i pazienti potranno seguire percorsi riabilitativi personalizzati.

da Libero

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