ASL Pescara sotto accusa: NurSind denuncia atti persecutori contro i propri dirigenti sindacali
10 novembre 2025 – Scoppia un nuovo caso tra la ASL di Pescara e il sindacato degli infermieri NurSind. Il 20 ottobre 2025, la Direzione Generale ha notificato contestazioni disciplinari a tre dirigenti sindacali dell’organizzazione. Il sindacato parla apertamente di “atto persecutorio” e annuncia battaglia legale.
Secondo Andrea Liberatore, segretario regionale NurSind Abruzzo, le accuse mosse ai tre dirigenti sarebbero del tutto infondate. “Le contestazioni disciplinari non rappresentano comportamenti incompatibili con i diritti di rappresentanza sindacale,” ha dichiarato Liberatore. “È inaccettabile che la Direzione Generale, già sotto processo per le stesse argomentazioni sollevate dai dirigenti sindacali, tenti di utilizzare questo stratagemma per zittire chi ha il coraggio di denunciare le criticità segnalate dai dipendenti e dalla cittadinanza.”
NurSind denuncia una grave violazione dei diritti sindacali garantiti dalla Costituzione e dallo Statuto dei Lavoratori. “Questa manovra – ha proseguito Liberatore – contrasta con la libertà sindacale e costituisce una violazione delle prerogative sindacali. In Italia assistiamo a un preoccupante uso delle cosiddette SLAAP, azioni legali o disciplinari strumentali per soffocare il dissenso.”
Secondo il sindacato, i tre dirigenti sotto accusa sono colpevoli solo di aver fatto emergere problemi reali legati al funzionamento dell’azienda sanitaria. “Le azioni disciplinari intraprese dalla ASL di Pescara non sono motivate dalla ricerca di giustizia, ma dal desiderio di intimidire chi esercita legittimamente il diritto di critica e informazione,” ha affermato il segretario regionale. “Anche se il procedimento si concludesse con un’assoluzione, il danno è già stato fatto: stress, umiliazione pubblica e costi legali.”
La posizione di NurSind è netta: “C’è una netta distinzione tra un’azione disciplinare legittima, volta a tutelare la reputazione, e una manovra intimidatoria, tesa a soffocare il dissenso. Non si tratta di proteggere singoli dirigenti, ma di salvaguardare la libertà sindacale.”
Il sindacato ha già inviato una diffida formale alla Direzione Generale, chiedendo il ritiro immediato delle contestazioni e l’astensione da ulteriori azioni. “Qualora queste non vengano ritirate entro sette giorni – ha concluso Liberatore – non esiteremo a intraprendere tutte le azioni legali necessarie a tutelare i diritti nostri e dei dirigenti coinvolti, denunciando il comportamento antisindacale alle autorità competenti.”
La tensione tra la ASL e il sindacato resta alta, e la vicenda potrebbe aprire un nuovo fronte sul tema della libertà sindacale nel settore sanitario.
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