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L'Infermiere di famiglia... al palo da oltre un decennio!

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 19/01/2014 vai ai commenti

Nursing

(a cura di Chiara D'Angelo)

 

La spending review sta complicando non poco la gestione della Sanità, con l’imperativo: razionalizzazione e riduzione della spesa sanitaria. Si punta alla riorganizzazione dell'assistenza territoriale e all'individuazione di modelli organizzativi assistenziali, diversificati ed adattabili ai diversi contesti territoriali, per evitare il ricorso eccessivo ed improprio alle strutture ospedaliere ed in particolare ai servizi di emergenza-urgenza. Già nel 2000 si delineavano i vantaggi derivanti dall’ottimizzare la qualità delle cure e dell’assistenza ai cittadini sul territorio attraverso il lavoro integrato tra medico e infermiere, ognuno con le proprie competenze specifiche. Sempre in quegli anni si è definita la figura dell’Infermiere di Famiglia eppure ancora oggi, a distanza di oltre dieci anni, all’operato dei medici di medicina generale non è stata affiancata la collaborazione del professionista infermiere; anzi, nella maggioranza dei casi l’infermiere è stato completamente escluso dall’organizzazione sociosanitaria territoriale. In questi giorni in cui si parla tanto di competenze avanzate e il relativo documento sta per essere licenziato e inviato alla Conferenza Stato-Regioni, proponiamo di seguito un interessante articolo pubblicato dal Collegio Ipasvi di La Spezia nel 2010 sull’Infermiere di Famiglia.

 

La figura dell'infermiere di famiglia è in rapida ascesa in tutti i paesi più economicamente sviluppati. In Italia si stanno muovendo i primi passi, recependo le indicazioni fornite dall'OMS e supportate sempre di più dalle politiche economiche nazionali e regionali in materia di sanità. La tendenza all'ottimizzazione delle scarse risorse disponibili e al contenimento della spesa sanitaria, soprattutto ospedaliera fa sì che le strutture tendano a contrarre il più possibile la degenza ospedaliera dei pazienti e a trattare particolari tipologie di pazienti (riabilitazione post chirurgica, patologie croniche, anziani ecc) a livello locale e ambulatoriale garantendo per questo scopo una rete locale che coordini gli interventi. L'infermiere di famiglia è la figura deputata a tale coordinamento: prende in carico il caso, valuta gli interventi assistenziali da porre in essere, richiede eventuali consulenze medico-specialistiche, coordina le attività degli operatori sanitari e si occupa dell'educazione sanitaria del paziente e dei suoi famigliari. Per questo tale figura deve avere competenze specifiche anche in settori non tradizionalmente infermieristici (psicologia, sociologia ecc.) e la sua formazione richiede uno specifico percorso, oggetto di master di primo livello.

 

L’INFERMIERE DI FAMIGLIA È UN PROFESSIONISTA SANITARIO CHE PROGETTA, ATTUA, VALUTA INTERVENTI DI PROMOZIONE, PREVENZIONE, EDUCAZIONE E FORMAZIONE. E’ COLUI CHE SI OCCUPA DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA ALL’INDIVIDUO E ALLA COLLETTIVITÀ; SOSTIENE INTERVENTI DI RICERCA, INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE IN COMUNITÀ E IN AMBITO FAMIGLIARE PROMUOVENDO AZIONI EDUCATIVE E PREVENTIVE OLTRE CHE CURATIVE.

 

RUOLO DELL’INFERMIERE DI FAMIGLIA: è quello di aiutare gli individui e famiglie ad affrontare la malattia e la disabilità cronica, nei periodi difficili, trascorrere una gran parte del suo tempo lavorando nelle case dei pazienti e delle loro famiglie. Inoltre “l’infermiere di famiglia sarà in grado di informare sui fattori di rischio legati agli stili di vita e ai comportamenti ed assisterà le famiglie in tutto ciò che concerne la salute tramite una individuazione precoce dei problemi sanitari potendo far si che i problemi sanitari emersi nelle famiglie siano affrontati a uno stadio iniziale ....”. L’infermiere di famiglia, a seguito di una preparazione specifica, sarà in grado di agire sul territorio, conoscerà la mappa dei servizi sociali, avrà la competenza di instaurare un rapporto diretto, non solo con il malato, ma anche con la persona sana occupandosi delle sue necessità, e aiutandolo insieme con la sua famiglia ad evitare rischi sanitari. Gli infermieri di famiglia faciliteranno le dimissioni precoci dagli ospedali, fornendo assistenza infermieristica a domicilio; agiranno da tramite tra la famiglia e il medico di base, sostituendosi a quest’ultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico.

 

NELLA REALTÀ Italiana questa figura poliedrica non è ancora stata percepita in tutta la sua totalità e potenzialità; l’atteggiamento, storico, che si ha nei confronti di questa figura che in realtà internazionali ha già un ruolo ben consolidato, è di diffidenza e di dubbio per l’alta autonomia; ricordiamo però che tale autonomia è supportata da quadri legislativi chiari. Il pensiero va sicuramente alla trasformazione demografica della popolazione e al cambiamento della tipologia delle malattie, sempre più croniche con la necessità di rivalutare nuovi modelli assistenziali.

 

SALUTE21, il documento di politica sanitaria della Regione europea dell'OMS, introduce un nuovo tipo di infermiere, l'Infermiere di Famiglia, che darà un contributo chiave in seno all'equipe multidisciplinare di professionisti della salute, al raggiungimento dei 21 obiettivi per il XXI secolo. Basandosi sulle competenze derivate dalla definizione dell'OMS del poliedrico ruolo dell'Infermiere di Famiglia, è stato redatto un curriculum che preparerà infermieri qualificati ed esperti per questo nuovo ruolo. I1 curriculum enfatizza l'integrazione tra teoria e pratica.

 

L’infermiere di famiglia svolgerà un ruolo centrale all’interno della comunità durante tutto il continuum assistenziale (come dalle raccomandazioni della Conferenza Europea sul Nursing tenutesi a Vienna 1988).

 

I suoi compiti sono:

• aiutare gli individui ad adattarsi alla malattia, alla disabilità cronica, ai momenti di stress;

• trascorrere buona parte del suo tempo a lavorare a domicilio dei pazienti e con le famiglie;

• fornire consulenza sugli stili di vita e sui fattori comportamentali di rischio e assistere le famiglie in materia di salute;

• garantire che i problemi sanitari delle famiglie siano curati al loro insorgere, attraverso la diagnosi precoce;

• identificare gli effetti dei fattori socio economici sulla salute della famiglia e richiedere l’intervento della rete dei servizi territoriali;

• promuovere una dimissione precoce assicurando l’assistenza domiciliare infermieristica e costituire il punto di collegamento tra famiglia e medico di medicina generale e sostituirsi a quest’ultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico.

 

Anche se il titolo di Infermiere di famiglia fa supporre che oggetto dell'assistenza siano soltanto i membri delle famiglie così come comunemente intese, in effetti il ruolo è molto più ampio, partendo dalla conoscenza della famiglia intesa come “unità di base della società” e comprendendo indistintamente tutte le persone della comunità e il loro ambiente sia esso la casa, il luogo di lavoro, la scuola.

 

Salute 21 puntualizza: “La famiglia è l’unità base della società dove chi si occupa dell’assistenza è in grado non soltanto di indirizzare le lamentele fisiche somatiche, ma anche di tenere nel dovuto conto gli aspetti psicologici e sociali delle loro condizioni… Infermiere e famiglia, utilizzando una attività interattiva, divengono partner. L’infermiere è responsabile di un gruppo predefinito di famiglie…É in quest’ottica che l’infermiere di famiglia assume un ruolo strategico negli interventi di assistenza preventiva, curativa, riabilitativa e di sostegno.”

 

Obiettivi e Principi etici: L'infermiere di famiglia giocherà inoltre un ruolo importante nel potenziamento della comunità e nel lavoro congiunto con questa per incrementarne le risorse e perchè riesca a trovare soluzioni proprie ai loro problemi. L’infermiere di famiglia svolgerà un ruolo essenziale per raggiungere il pieno potenziale di salute per tutti, attraverso il perseguimento di due obiettivi principali: promuovere e proteggere la salute della popolazione, lungo tutto l’arco della vita; ridurre l’incidenza delle malattie e degli incidenti più comuni e alleviare le sofferenze che questi causano.

 

I principi etici da perseguire sono: la salute è un diritto umano fondamentale; equità nella salute e solidarietà nell’azione all’interno delle nazioni e fra di esse e i loro abitanti partecipazione e responsabilità dei singoli, dei gruppi, delle istituzioni e delle comunità per lo sviluppo sanitario continuo.

 

Competenze: All'infermiere di famiglia è richiesto di essere competente come: erogatore di assistenza; decisionalista; comunicatore; leader di comunità; manager. Queste competenze si acquisiranno attraverso il processo di sviluppo delle competenze di base, cioè quelle che consentiranno all'infermiere di famiglia di essere efficiente ed efficace nel: identificare e valutare lo stato di salute ed i bisogni degli individui e delle famiglie nel loro contesto culturale e di comunità; prendere decisioni basate sui principi etici; pianificare, iniziare e fornire assistenza alle famiglie che fanno parte del carico di casi definito; promuovere la salute degli individui, delle famiglie e delle comunità; applicare la conoscenza di diverse strategie di insegnamento ed apprendimento con i singoli, le famiglie e le comunità; utilizzare e valutare diversi metodi di comunicazione; partecipare alle attività di prevenzione; coordinare e gestire l'assistenza, compresa quella delegata ad altro personale; documentare sistematicamente la propria pratica; creare, gestire ed utilizzare informazioni statistiche (dati) cliniche e basate sulla ricerca per pianificare l'assistenza e definire le priorità nelle attività relative alla salute ed alla malattia; sostenere ed incoraggiare gli individui e le famiglie ad influenzare e partecipare alle decisioni relative alla loro salute; definire standard e valutare l'efficacia delle attività infermieristiche di famiglia; lavorare da soli o in seno ad una èquipe; partecipare alla definizione delle priorità nelle attività relative alla salute ed alla malattia; gestire il cambiamento ed esserne agenti; mantenere relazioni professionali ed un ruolo collegiale di sostegno con i colleghi; mostrare l'evidenza di un impegno alla formazione continua ed allo sviluppo professionale.

 

PER CONCLUDERE, CI PARE OLTRE CHE AUSPICABILE, DOVEROSO: Rispondere alle giuste sollecitazioni dell’OMS, Sezione Europea e alle nuove esigenze di integrazione socio sanitaria in fatto di assistenza domiciliare, attraverso un nuovo modello operativo che favorisca la crescita progressiva di Infermieri di famiglia/quartiere e di Comunità che non forniscano solo un “servizio infermieristico di alto livello“, ma che facciano parte loro stessi della comunità i cui operano e per la professione che svolgono, ne conoscano i problemi e le necessità preminenti di ordine sanitario e sociale e siano in grado di mobilitarne e svilupparne le risorse e le opportunità indirizzandole al bene comune, non come semplice retorica, ma come concreta ricerca di una migliore qualità di vita e di salute del singolo e della collettività.  

 

(fonte: Pubblicazioni Ipasvi La Spezia) per approfondire l’argomento: http://www.ipasvi.laspezia.net/pubblicazioni/newsletter/infermieridifamiglia.pdf )