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Infermieri è tornato! Il NUOVO  MANSIONARIO

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 02/02/2016 vai ai commenti

EditorialiNurSind dal territorio

 di Patrizia Leoni e Elsa Frogioni

Malinconicamente ironiche e drammaticamente aggrappate a un esile filo di speranza

Patrizia LeoniPREMESSA

Quanto scritto, potrebbe sembrare, un articolo di satira,in realtà, ci siamo  concesse solo un po’ di amara ironia, nell’osservare una realtà oggettiva e immodificata nel tempo. Il mansionario, con un bel balzo rientra dalla finestra, persino peggiore del vecchio DPR n.225/1974, che credevamo fosse stato abrogato per gli infermieri con Legge n. 42/1999!

Precisiamo subito, che i compiti riportati in elenco, non escludono le attività di pertinenza e competenza infermieristica, anzi le implementano e ampliano. Sono salve le competenze previste per l’esercizio professionale, contenute nel D.M. n.739/1994 - Profilo Professionale degli Infermierie nella Legge 26 febbraio 1999 n.42, recante “Disposizioni in materia di professioni sanitarie".

Nella brama di controllo e gestione produttiva, le aziende sanitarie pubbliche e private, assoggettano gli infermieri a regole, procedure, piani di lavoro, che dispongono quali attività, devono compiere. L’organizzazione delle attività assistenziali, sembra essere necessaria ed esclusiva per la professione infermieristica, considerata forse sprovveduta, visto che non si ravvede tanta solerzia nel proporle ad altri professionisti sanitari.

Così nelle nostre realtà, osserviamo specifiche Job description, formulate avvalendosi spesso della pregiata e creativa, consulenza di colleghi (esperti?),coordinatori o Dirigenti infermieristici. Lo scopo è quello di standardizzare e uniformare un’operosità che altrimenti, sarebbe lasciata al libero arbitrio del professionista infermiere, giudicato poco incline a decidere e agire con il proprio cervello e competenze.

Dal web e dai social abbiamo raccolto alcuni elenchi di compiti, sintetizzandoli, per non tediare e  permettendoci di modificare alcuni termini, quali a esempio“sanificazione” al posto di “pulire”, ritenuti, a parer nostro, più appropriati e degni allo svolgimento professionale di queste attività sanitarie. Chiediamo venia agli autori, per il grave affronto, riconoscendo che hanno impegnato tempo e intelletto per codificarle.

Conclusa l’introduzione, un po’ logorroica, ma necessaria, vi presentiamo in pompa magna....

Il NUOVO MANSIONARIO DEGLI INFERMIERI

1.            Sanificazione, riordino, rifornimento dei carrelli (terapia, emergenza)

2.            Sanificazione, riordino, rifornimento degli armadi terapie

3.            Sanificazione, riordino, rifornimento dei frigoriferi

4.            Sanificazione, riordino, rifornimento delle guardiole

5.            Sanificazione, controllo degli elettromedicali

6.            Sanificazione, riordino, flussimetri e altri dispositivi assistenziali

7.            Approvvigionamento, stoccaggio Farmaci

8.            Approvvigionamento, stoccaggio Materiale Sanitario

9.            Approvvigionamento, stoccaggio biancheria

10.          Approvvigionamento, stoccaggio materiale

                economato/cancelleria

11.          Controllo scadenze farmaci e presidi sanitari.

12.          Attività d’igiene dei pazienti

13.          Rifacimento dei letti dei pazienti dimessi

14.          Rifacimento dei letti, igiene intima e del cavo orale, barba,

               capelli, ecc., per i pazienti non  autosufficienti

15.          Preparazione del paziente per il vitto

16.          Distribuzione del vitto

17.          Assistenza all’alimentazione dei pazienti non autosufficienti

18.          Mobilizzazione periodica dei pazienti non autosufficienti

19.          Eseguire il cambio sacche urine e vuotare e sanificare i

               contenitori di raccolta delle urine (secondo procedure di servizio.)

20.          Chiusura rifiuti (rot)

E per la serie “al peggio non c’è mai fine”, nella Capitale, ai partecipanti ad un concorso per infermieri da impiegare nel periodo del giubileo nell’emergenza del Pronto Soccorso,sono state poste domande quali:

  • la procedura corretta per l’apparecchio gessato
  • l’ assistenza infermieristica al paziente deceduto in Pronto Soccorso
  • Ed altre amenità che non ci azzeccano nulla con l’emergenza/urgenza

Nessuna richiesta di competenze curricolari quali, Master in area critica,  formazione certificata post laurea, dei vari corsi per emergentisti, necessari all’attivita del P.S./ 118, o esperienze occupazionali maturate nell’ambito dell’area critica, ….altro che infermiere specialista post comma 566! Della serie, prendiamo tutti e subito, tanto la responsabilità professionale, penale è personale!

Comprendere lo stato di salute, della nostra professione è difficile, per districarsi  e trovare la cura, occorre porsi delle domande, di seguito alcune delle nostre, all'all’attenzione e condivisione di tutti i colleghi:

  • Sembra che la categoria infermieristica non possa fare a meno del mansionario, quanti sono i colleghi infermieri appagati nell’avere questi piani di lavoro?
  • Se è nel DNA degli infermieri la mission di provvedere ai bisogni di salute espressi dagli individui e dalla collettività, perché questa intima esigenza di dotarsi di un“MANSIONARIO”?
  • Il sentirsi ”orfano da mansionario” è avvertito solo dalle vecchie generazioni o anche dagli infermieri laureati?
  • L’incertezza e insoddisfazione professionale scaturiscono da riferimentidi legge professionali ambiguie/o incompleti dei decreti attuativi, dopo anni dalla loro promulgazione?
  • In sanità tutto è immutato, i modelli assistenziali organizzativi, sono gli stessi dal Medio Evo. Gli infermieri restano legati, da un fantomatico cordone ombelicale, al mansionario; quasi un utero accogliente, dove muoversi in sicurezza, tutelati nei nostri bisogni e nel nostro agire. Perché uscire da questo involucro, perché calarsi nel mondo, crescere, diventare adulti e accettare le nostre responsabilità professionali?
  • La Federazione IPASVI è una buona o cattiva “madre” della nostra categoria? Da anni nega l’evidenza. Vanta e si compiace che l’infermieristica è una professione intellettuale, art. 2229 del Codice Civile - Esercizio delle professioni intellettuali- La legge determina le professioni intellettuali per l'esercizio delle quali è necessaria l'iscrizione in appositi albi o elenchi….” Ma non viene da noi avvertita come destinata a pochi eletti?
  • Gli infermieri sanno utilizzare lo strumento di pianificazione dell’assistenza e del processo di attribuzione delle attività sanitarie?  L’università è formativa? Nonostante i suoi insegnamenti teorici, nella prassi, non ha determinato nessun cambiamento; ciò mostra la sua grave lacuna educativa. Negli elenchi e piani di lavoro,sopra riportati, la dimensione della scelta di “chi, fa, cosa” è molto carente! Eppure, è il nostro primo mandato professionale, richiamato dal Profilo dell’infermiere D.M. 739/94 Art.1 comma 3 punto f, “Per l’espletamento delle funzioni si avvale, OVE NECESSARIO, dell’opera del personale di supporto; ”.
  • È la legge che sancisce per l’infermiere, l’obbligo di saper identificare quale operatore sanitario sia necessario impiegare in un piano d’assistenza. Quale norma ravvisa per l’infermiere, l’opportunità di essere il tuttofare della sanità?

La nostra categoria professionale, è frustrata, disillusa, arrabbiata, annichilita, per le dotazioni organiche ridotte, dal mancato riconoscimento culturale e sociale della nostra leadership assistenziale e soprattutto, dall’inesistente sostegno e regia da chi ne ha l’ufficio. E mentre noi indugiamo in un limbo che non ci consente di fare il salto di qualità, il Professor Ivan Cavicchi nel libro: “ il Dovere del Dissenso”, muove la nostra coscienza professionale e ci esorta a dire BASTA a questi abusi.

Strano che questo input non sia mai  partito né  colto dalla nostra Federazione IPASVI, l’intellighenzia continua a fare orecchie da mercante sulla impellente necessità di abrogare l’articolo 49 del nostro Codice Deontologico. Il concetto di compensazione in situazioni d’urgenza, spalanca le porte al demansionamento, cosa c’è di non urgente, rispetto al bisogno di salute? L’articolo 49 è paradossale, la Sanità italiana  sopravvive da anni in cronica emergenza! Il Codice Deontologico è, un insieme di direttive etiche che UNA CATEGORIA PROFESSIONALE sceglie per regolamentare il proprio agire disciplinare, non  norme imposte da una casta che non ascolta le richieste e le sofferenze della massa degli infermieri.

La professione infermieristica è pronta al grande salto, quando ne ha la possibilità, lo dimostra sul campo, lo confermano i Paesi europei, richiedendo con insistenza infermieri italiani, e sa in quale direzione  andare. C’è solo qualche impedimento per gli infermieri che devono trovare la forza di oltrepassare, per non essere come Alice nel Paese delle meraviglie , prigioniera della regina di cuori e dei suoi cappellai matti che uccidono il tempo. 

 

Fonti 

www.infermieristicamente.it/ IL RIFORMATORE E L'INFERMIERE - IL DOVERE DEL DISSENSO

 Piani di lavoro dal web:

Casa Villa Bianca - Piani di lavoro infermieristico

ASL Roma - Piani di lavoro infermieristico - Dipartimento Chirurgia

www.aspefmantova.it - Piani di lavoro infermieristico

USL 3 Toscana - Malattie infettive - Protocolli diagrammi di lavoro infermieristici