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Minacce di morte al tecnico che ripara i ventilatori polmonari. La deriva morale dei no vax

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 07/12/2021 vai ai commenti

AttualitàCoronavirusCoronavirusCronache sanitarie

 

“Ti veniamo a prendere sotto casa! ”, “Qualcuno ti farà una sorpresina, sappiamo dove lavori”, “Anche per te ci sarà un nuovo processo di Norimberga”.

E poi altri insulti, minacce. Da ormai quasi due anni. Si chiama Pasquale Perillo l’uomo che subisce tutto questo. E il motivo è surreale: perché Pasquale è un tecnico che ripara i ventilatori polmonari. Che secondo chi lo minaccia sarebbero “armi del plotone d’esecuzione”. Da quando si è sparsa la voce sul suo lavoro, subisce la gogna.

Purtroppo il delirio dell’ignoranza è arrivato anche a questo. Siamo ormai a livelli difficili non da credere (magari non ci credessimo), ma da concepire. Un’ignoranza che fa paura. A Pasquale, che sta segnalando ogni minaccia, piena solidarietà. A chi lo insulta e minacce non si può dir niente. Perché verso chi crede che un ventilatore polmonare sia un’arma non c’è speranza di recupero mentale.

E’ il post Facebook di Leonardo Cecchi, Portavoce della Presidenza del Partito Democratico: poche e dure parole per raccontare il tragico momento che non solo l’Italia sta vivendo, ma buona parte del mondo occidentale, aggiungerei ricco e viziato. Una deriva terrificante, amplificata dall’uso di social come telegram, che ben si presta alla formazione di gruppi, difficili da scovare e cancellare.

Le minacce di morte, i riferimenti a Norimberga, alla Shoah, non sono solo offensivi e beceri, ma svelano un’ignoranza esibita, di cui non ci scusa più.

L’ignoranza è cambiata, ed ha subito una pericolosa devoluzione, gli scontri no vax che hanno attraversato mezza Europa, ne sono la dimostrazione. Fenomeni da non prendere sottogamba, esempio di quanto può essere pericoloso l’associazionismo che corre lungo i social, è stato l’attacco al Campidoglio, da parte dei sostenitori del presidente uscente Donald Trump per contestare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020. Tra i contestatori, sulle bandiere che sventolavano, ricorreva la lettera Q, simbolo di una setta, nata nei social, che vagheggia, fermamente convintz che Biden, presidente degli Stati Uniti e company, bevano il sangue di bambini, tenuti segregati, e che da questo sangue, traggano l’elisir di lunga vita.

Un’ignoranza pericolosa, che pretende il rovesciamento dell’onere della prova: dimostrami tu che la cosa che sai esiste Chiunque tu sia – professore universitario, ricercatore, esperto o conoscitore o studioso di qualunque cosa hai il diritto di dire quello che sai in merito all’argomento e questo diritto sta alla pari col mio diritto di non saperla e comunque di contraddirti, e perché no, anche minacciarti di morte, e passare poi all’azione.