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14 novembre: Giornata Mondiale del Diabete

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 14/11/2022

Attualità

Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Diabete. La data corrisponde a quella di nascita del professor Frederick Grant Banting (1891-1941) il quale, assieme a John James Rickard Macleod (1876-1935), Charles Herbert Best (1899-1978) e James Bertrand Collip (1892-1965) isolò l’insulina nel 1921, cambiando la storia dei malati di diabete mellito, permettendone la sopravvivenza.

La Giornata mondiale del diabete offre l’opportunità di aumentare la consapevolezza del diabete come problema di salute pubblica globale e di ciò che deve essere fatto, collettivamente e individualmente, per una migliore prevenzione, diagnosi e gestione della condizione.

Il tema di quest’anno, “accesso all'educazione sul diabete”, è alla base del più ampio tema pluriennale dell’“accesso alle cure”.

Recentemente è stata presentata la “Relazione al Parlamento 2021 sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni in tema di diabete mellito”, il report annuale elaborato dal Ministero della Salute che fornisce una panoramica aggiornata sui dati legati al diabete e sull’impegno messo in atto per contrastare questa patologia cronica.

La relazione prende in esame il biennio 2019-2020 ed evidenzia i dati più significativi di quella che può essere definita una vera e propria “pandemia silenziosa” diffusa a livello globale. Secondo le stime dell’International Diabete Federation (IDF), infatti, quasi il 10% della popolazione adulta mondiale ha il diabete, ovvero circa 536 milioni di persone.

Se analizziamo la situazione nazionale, i dati ISTAT evidenziano che in Italia il diabete riguarda circa il 5,9% della popolazione - pari a oltre 3,5 milioni di persone - con un trend in lento aumento negli ultimi anni e una maggiore prevalenza nelle regioni del Sud Italia.

Si è messo in luce anche come la presenza del diabete aumenti col crescere dell’età, fino ad arrivare a una percentuale del 21% per le persone con età uguale o superiore a 75 anni.

Una patologia “invisibile” dalle conseguenze molto concrete: è ormai assodato che il diabete sia associato a numerose complicanze microvascolari anche gravi, come la retinopatia diabetica e la nefropatia diabetica, che colpiscono il funzionamento rispettivamente di occhi e reni. Allo stesso tempo il diabete aumenta anche la possibilità di complicanze macrovascolari (malattie cerebro e cardio-vascolari) e diminuisce in generale l’aspettativa di vita, indifferentemente dall’età di esordio della patologia.

Gli autori della Relazione al Parlamento mettono in guardia anche sugli scenari futuri: “il diabete mellito è una patologia cronica a larghissima diffusione in tutto il mondo e destinata ad aumentare nel prossimo futuro con il progressivo invecchiamento della popolazione e la sempre maggiore occorrenza delle condizioni di rischio che ne precedono l’insorgenza”. E ancora: “la lotta al diabete è una delle tre emergenze sanitarie identificate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS o WHO), insieme alla malaria e alla tubercolosi”.

La maggiore diffusione riguarda soprattutto il diabete di tipo 2, che rappresenta circa il 90% dei casi ed è spesso correlato all’eccesso ponderale (anche in giovane età), che a sua volta può essere legato ad abitudini alimentari scorrette, a scarsa attività fisica e a condizioni socioeconomiche sfavorevoli. A differenza del tipo 1, il diabete di tipo 2 è in parte prevenibile, attraverso modifiche degli stili di vita dei soggetti più a rischio.

In questo senso la Relazione ha fatto il punto anche sulle iniziative nazionali attuate dal Ministero della Salute per prevenire e a controllare la malattia diabetica, insieme ad altre patologie croniche. Tra le iniziative rientrano il programma “Guadagnare Salute”, che interviene sui fattori ambientali e socio-economici correlati all’insorgenza delle malattie croniche, le attività di urban health per promuovere una pianificazione urbana che favorisca stili di vita salutari e la health literacy, l’alfabetizzazione alla salute, ovvero la capacità del cittadino di accedere e comprendere correttamente le informazioni relative alla propria salute.

La Relazione al Parlamento sul diabete ha infine analizzato l’impatto della pandemia di Covid-19 sui servizi di diabetologia, attraverso un’indagine svolta col supporto dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD) nel periodo febbraio-marzo 2021. Dalla survey è emersa la riduzione generale delle attività dei centri diabetologici durante il periodo di lockdown (-87%) e delle visite in presenza (-70%), nonostante si sia sempre cercato di garantirle in caso di situazioni di urgenza.
Per contrastare questa situazione, nella maggior parte dei centri (88%) sono state implementate attività a distanza (come televisite, contatti telefonici, consulti via email, ecc.) per garantire la continuità assistenziale anche durante la pandemia.

 

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