Eutanasia: la "buona morte" negata
di Marialuisa Asta
L'eutanasia è da sempre un tema scottante e ferventemente dibattuto.
Non da ultimo la campagna pubblicitaria promossa dall'Associazione Luca Coscioni, “Eutanasia Legale”, che chiede a gran voce che la proposta di legge che giace in parlamento da settembre 2013 venga discussa.
Mossa non solo da curiosità, ma da un senso di responsabilità morale, in quanto professionista della salute, ho cercato di addentrarmi nei meandri della questione, restandone imbrigliata. Regna sovrana la confusione, troppo labili i confini, difficili da definire… è come stare a ridosso di un precipizio.. in bilico tra pietà e senso del dovere nel silenzio assordante di questo Stato assente.
L'eutanasia, la “buona morte” rimane nel nostro Paese un tabù, sotto un'unica parola finiscono dentro casistiche diverse; distinguiamo infatti:
- l'eutanasia attiva diretta, decesso provocato tramite la somministrazione di farmaci che inducono la morte;
- l'eutanasia indiretta, quando i mezzi per alleviare la sofferenza hanno come effetto secondario la riduzione dei tempi di vita.
- l'eutanasia passiva, provocata dall'interruzione o omissione dei trattamenti necessari alla sopravvivenza;
è detta ancora volontaria se è il soggetto, che capace di intendere e volere esplicita la richiesta, ed è detta Involontaria se è un terzo designato ad esprimere tale volontà.
Unico comune denominatore è che la Legge italiana le vieta, equiparandole all'omicidio volontario o all'omicidio del conseziente, reato che prevede da 6 a 15 anni di reclusione.
Ecco perchè nessuno ammette quello che è pratica comune, ovvero Eutanasia passiva ed indiretta vengono praticate tutti i giorni. È quello che riferisce un anestesista, raccontando del dramma di certe scelte vissute in solitudine e con paura, divisi a metà tra la pietas ed il terrore di uno stato che non protegge di fronte a certe scelte, che ti lascia solo in balia di te stesso, costringendoti ad accanirti su di un corpo e contro una persona che chiede solo di smettere di patire atroci sofferenze.
L'Istituto Mario Negri di Milano, dichiara che circa 90.000 malati terminali muoiono ogni anno, e il 65% di questi si fa aiutare dai medici a smettere di soffrire, questa è chiamata Eutanasia clandestina, etichetta infamante che non ti pone nella piena libertà di scegliere in coscenza cosa fare, e rinnega in fondo l'articolo 32 della Costituzione, secondo comma che recita: “nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge”. In base a tale principio nessuna persona capace di intendere e volere può essere costretta ad un trattamento sanitario anche se indispensabile alla sopravvivenza.
Il termine Eutanasia venne introdotto nel 1605 dal filosofo inglese Francis Bacon, che ad essa attribuiva il significato di “buona morte”, invitando i medici a non abbandonare i malati inguaribili, aiutandoli a soffrire meno, ma non aveva ancora in se la connotazione di dare la morte.
Il concetto di Eutanasia ha attraversato i secoli , e non ha mai avuto un significato univoco, dibattuto fin dall' antichità, venne persino accostato al programma eugenetico nazista Aktion T4, soprannominato programma eutanasia, il programma non prevedeva il consenso del paziente, e lo scopo non era quello di alleviare le sofferenze, ma di migliorare la “razza” e diminuire le spese assitenziali statali, visto che le prioritàecomomiche erano quelle militari.
Oggi siamo ben lontani da questa connotazione, eppure la parola Eutanasia incute ancora terrore, quasi fosse un abominio praticarla.
Ma esiste, è presente seppur silente nei nostri ospedali, per cui va Regolamentata, per poter operare nella legalità, senza paura, garantendo la libera scelta al cittadino, perchè non debbano più esistere le Eluana Englaro, Terry Schiavo, i Piergiorgio Welby.
La legge giace in Parlamento e va discussa, in modo che anche noi operatori sanitari possiamo operare in sicurezza o esprimere, eventualmente, l'obiezione di coscienza, dato che poi siamo gli operatori che materialmente somministriamo i farmaci, stacchiamo un respiratore etc.
Da un sondaggio pubblicato su Torino Medica, organo ufficiale dell'ordine dei Medici Chirurghi della provincia di Torino, e avente come target Infermieri impiegati in terapia intensiva e nelle lungo degenze, emerge che:
- il 74% degli infermieri è favorevole all' eutanasia passiva, di cui l'83% anche a quella attiva.
Oggi in Europa l'eutanasia è legale in Belgio, dal 13 Febbraio 2014, è il primo Stato al mondo che legalizza la dolce morte senza limite d'età; in Svizzera è previsto il suicidio assisito, nei Paesi Bassi la legge è in vigore dal primo aprile 2002; ancora nel Lussemburgo fu prima depenalizzata e poi successivamente regolamentata. In Svezia l'eutanasia non è perseguibile legalmente. In Germania il suicidio assistito non è reato, se richiesto dal paziente capace di intendere e volere.
L'Italia resta inevitabilmente indietro su questo tema, nonostante gli appelli, le crociate di chi Sopravvive ma non Vive e vorrebbe solo morire con dignità.
Un Paese che si dice Civile dovrebbe tutelare tutti e non lasciare nella dolorosa solitudine gli Ultimi… ormai sempre più ultimi.
A tutti va garantita la salute, come a tutti va garantita la Libera scelta.