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Bufera a La 7. Medici contro la dottoressa violentata a Catania. “E' una cretina, vuole dormire anzichè lavorare"

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 22/05/2018

Attualità

Lo spettacolo che ieri sera si è consumato durante la trasmissione televisiva “Non è l’Arena” di Massimo Giletti, è stato pietoso, e non per i contenuti del talk show, ma per le dichiarazioni dei protagonisti, intervistati in merito all’aggressione violenta subita dalla dottoressa Serafina Strano, violentata durante il suo turno di Guardia Medica notturna a Trecastagni, che attualmente si batte per la sicurezza all’interno delle strutture della Guardia Medica.

Tra gli ospiti intervenuti, la dottoressa Maria Francesca Falcone, il presidente del Tribunale dei Diritti e dei Doveri del Medico Mario Falconi e Caterina Ermio, dell'Associazione Italiana Donne Medico, avrebbe dovuto esserci il Presidente dell’Ordine dei Medici di Catania, Massimo Buscema, che ha preferito non intervenire, visto il rifiuto di partecipazione al dibattito del Direttore Generale dell’Asp di Catania Giammanco e dell’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia Razza.

Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è in forte escalation, da Nord a Sud, non si contano più le centinaia di violenze a discapito di medici ed infermieri, specie nei dipartimenti di emergenza; mentre si parla meno, di un altro posto di frontiera, a forte rischio di aggressione: le guardie mediche.

Spesso allocate in posti isolati, privi di sistemi di allarme e di sorveglianza, sono l’altro avamposto della violenza.

 

Bari, un paziente con problemi psichici è diventato stalker di una dottoressa della guardia medica che ha dovuto subire mesi di persecuzioni e minacce e, in un’occasione, anche atti sessuali (è stato poi arrestato il 14 novembre).

Trecastagni (Catania), Serafina Strano, anche lei dottoressa della guardia medica, stuprata durante la guardia medica notturna. Sardegna, un’infermiera è stata letteralmente sollevata e scaraventata a terra in un centro di salute mentale.

Assemini (Cagliari), la dottoressa Ilaria Vannucci si è fratturata il braccio per deviare il computer che un utente le aveva tirato in testa perché non aveva prescritto all’istante il farmaco che lui voleva.

Fare il medico, soprattutto negli ambulatori di periferia, è diventato un mestiere pericoloso. Specie per le donne.

Tentativi mancati o consumati di violenza sessuale, minacce (a volte anche con armi), rapine, botte, danneggiamenti alle auto personali, furti oppure insulti e urla davanti ai dinieghi di medicine e giorni di malattia.

Di fronte a tutto ciò, si continua a non investire sulla sicurezza, specialmente in Sicilia: questo il decreto 15 ottobre del 2015, mai attuato, che prevedeva:

  • sistemi di allerta con le forze dell’ordine e sistemi di allarme sonoro

  • sistemi di illuminazione efficienti

  • videocitofoni e sistemi di sorveglianza con registrazione, atti a riconoscere chi si trova all’esterno

  • porte antisfondamento

  • grate alle finestre.

 

E adesso oltre al danno, la beffa.

Mentre la dottoressa Serafina Strano, dopo aver subito due ore di violenza sessuale, grazie ad una straordinaria forza, lotta alacremente per la sicurezza negli ospedali e nelle guardie mediche, ed affinché si possa mettere la parola fine al vile fenomeno delle aggressioni, il Presidente degli Ordini dei Medici di Catania NON si costituirà parte civile al processo che vede imputato il violentatore della dottoressa Strano.

Ma l’orrore non finisce qui.

Gli inviati della trasmissione televisiva, recatisi nelle guardie mediche della città di Catania, decidono di raccogliere qualche testimonianza sulla vicenda accorsa alla Strano.

Ebbene, non solo veniamo a conoscenza che nella guardie mediche della città, i medici di notte turnano in 4, ma sono anche dotati di autista che li accompagna a domicilio dei pazienti.

La cosa peggiore, e non degna di un medico è stata la risposta di taluni, che così hanno commentato la violenza alla dottoressa e le sue lotte per la sicurezza:

Qui funziona tutto, non funziona solo per chi non vuole lavorare e vuole dormire. La dottoressa è solo in cerca di visibilità mediatica, è una cretina, non si sputa nel piatto dove si mangia”.

Parole vergognose ed irrispettose e che violano il codice deontologico medico.

Che il Presidente dell’Ordine di Catania non si costituisca parte civile, la dice lunga su quali e quante aggressioni questa coraggiosa dottoressa sta ancora subendo, che almeno, così come dichiarato da presidente de Tribunale dei Diritti e dei Doveri del Medico Mario Falconi, apra un’inchiesta su quanto dichiarato da questi medici e che vengano deferiti per tali espressioni indegne.

 

 

da Non è l'Arena

http://www.la7.it/nonelarena/rivedila7/non-%C3%A8-larena-puntata-20052018-21-05-2018-242080